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Revisione scaduta: cosa si rischia?

Con la revisione scaduta cosa si rischia? Vengono decurtati i punti della patente? E’ prevista una multa da pagare? E’ possibile mettersi “in regola” in ritardo? Cosa succede se si è coinvolti in un incidente stradale?

Forse non tutti sanno che, non revisionare la propria auto può costare caro. Infatti, sebbene non vengano tolti i punti dalla patente, sono previste multe anche piuttosto salate per chi non rispetta le scadenza obbligatorie, previste dalla legge.

Revisionare un veicolo è una pratica imposta agli automobilisti per garantire la loro sicurezza e quella degli altri. 

La revisione scaduta, quindi viene punita in base alla gravità della situazione anche con il fermo amministrativo del veicolo, come vedremo a breve.

Quando deve essere fatta la revisione?

Una delle cose più importanti da fare quando si acquista un’auto nuova o usata, è quella di controllare le scadenze per la revisione obbligatoria. In modo particolare la prima deve essere effettuata dopo 4 anni dalla data di immatricolazione, mentre in seguito deve essere fatta ogni due anni.

Il termine non è drastico, nel senso che il soggetto ha a disposizione un periodo di tolleranza, se pur breve per sistemare il tutto, ovvero fino all’ultimo giorno del mese in cui la revisione è scaduta.

Le scadenze, però, non sono uguali per tutti i veicoli, infatti i rimorchi che pesano oltre 3,5 tonnellate, i veicoli con più di 9 posti e le auto d’epoca devono essere revisionati ogni 2 anni.

I mezzi, quindi, devono essere sottoposti a controlli globali di tipo meccanico, attraverso dei test per valutare il funzionamento dello sterzo, dei freni, dell’impianto elettrico, delle sospensioni, ecc.

Inoltre, vengono fatte delle verifiche in merito alle emissioni dei gas di scarico per controllare se i valori rientrano nei limiti stabiliti dalla legge.

Alla fine viene rilasciato un certificato, nel quale sono indicati i dati inerenti all’auto e l’esito dei testi effettuati. 

Ci possono essere comunque varie categorie di revisione:

  • periodica: cioè quella obbligatoria per tutti i veicoli con massa fino a 3,5 tonnellate. La prima da effettuare entro 4 anni dall’immatricolazione e poi ogni 2 anni
  • annuale: per autoveicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate, per i taxi, autobus, ambulanze e veicoli a noleggio
  • biennale: per auto d’epoca di interesse storico
  • straordinaria: richiesto dall’Ufficio Dipartimento dei Trasporti Terrestri in seguito ad un incidente, su segnalazione della polizia. 

Ad ogni modo è importante verificare che le condizioni di omologazione siano rimaste invariate nel tempo, controllando:

  • la fluidità dello sterzo
  • l’impianto elettrico
  • la visibilità
  • l’usura degli assi pneumatici 
  • le sospensioni
  • i freni
  • l’integrità del telaio
  • i rumori e i gas di scarico
  • gli equipaggiamenti

Dopo i controlli viene rilasciata un’etichetta che riporta il risultato ottenuto, quindi:

  • regolare”: è possibile circolare tranquillamente
  • ripetere”: è possibile circolare per un mese, ma si devono effettuare le riparazioni segnalate entro tale periodo
  • sospeso dalla circolazione”: le condizioni sono gravi ed è necessario recarsi subito presso un’officina

Revisione scaduta: cosa si rischia?

Se non si osservano le indicazioni che abbiamo descritto nel paragrafo precedente e si circola lo stesso con una revisione scaduta è possibile andare incontro a conseguenze spiacevoli.

Sebbene non vengano decurtati punti dalla patente, l’automobilista in base alla gravità della situazione sarà costretto a pagare una multa anche piuttosto salata, ma è previsto anche il fermo amministrativo del veicoli in alcuni casi.

In particolare gli importi della multa possono essere i seguenti:

  • da 169 a 679 euro: veicolo non revisionato alla scadenza prevista
  • da 338 a 1.358 euro: più revisioni scadute
  • da 422 a 1.695 euro: possesso di un attestato falso, viene anche ritirata la carta di circolazione
  • da 1.957 a 7.829 euro: se un soggetto circola con un mezzo sospeso

Come possiamo notare, quindi, nei casi più gravi ci può essere anche un fermo del mezzo per 90 giorni, e in caso di reiterazione delle condotte illecite, viene applicata la sanzione accessoria della confisca amministrativa del veicolo.

Inoltre, viaggiare con la revisione scaduta rientra tra le condizioni della clausola di rivalsa delle assicurazioni. In pratica in caso di incidente, l’ente assicurativo può chiedere un rimborso al cliente, anche dopo avere risarcito i danni se l’auto non era stata revisionata correttamente.

Detto ciò va chiarito la differenza tra due diverse tipologie di controllo, per evitare di fare confusione in merito, ovvero:

  • la revisione: è un controllo obbligatorio previsto dalla Motorizzazione Civile per assicurarsi che il mezzo sia idoneo alla circolazione
  • il tagliando: è previsto dalla casa madre, per verificare l’usura delle componenti meccaniche ed elettroniche, ed è facoltativo

Revisione scaduta: chi effettua i controlli?

Dopo avere visto cosa si rischia viaggiando con la revisione scaduta, cerchiamo ora di capire chi può effettuare dei controlli e in quali occasioni.

Sembra scontato dirlo, ma la polizia è autorizzata a fermare i veicoli che circolano nelle strade per controllare che tutto sia in regola con la legge. Ma non è l’unica situazione prevista.

Dal 2015 infatti, esiste un nuovo strumenti in grado di automatizzare le procedure di prenotazione della revisione e comunicazione dell’esito, ovvero il MCTCNet2. I dati raccolti vengono inviati in automatico alla Motorizzazione, per fare in modo che possano essere controllate tutte le auto in circolazione.

Ma, anche i dati rilevati da autovelox e tutor possono essere utili per verifiche in tal senso.
Una volta fotografata la targa, si può verificare la storia e quindi capire se è stata correttamente revisionata o meno.

Novità:il certificato di revisione obbligatorio

A partire dal 31 marzo 2019 sono state introdotte importanti novità per quanto riguarda la circolazione di moto e auto. In particolare le officine devono fornire obbligatoriamente il cosiddetto “certificato di revisione”, riportando due tipi di informazioni:

  • i dati identificativi del mezzo
  • l’esito del controllo

Esiste comunque un periodo di tempo utile per adeguarsi a questa nuova procedura, ovvero entro il 2021. In ogni caso tali informazioni devono essere trasmesse poi direttamente al Ministero dei Trasporti.

Lo scopo è quello di ridurre la quantità di frodi, legata soprattutto alla manomissione del contachilometri delle auto usate, messe in vendita, ma anche per evitare che le officine possano specificare risultati falsi nei certificati.

DIRITTO AMMINISTRATIVO REVISIONE SCADUTA MULTA
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