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Ricorso per separazione consensuale: come funziona?

Il ricorso per separazione consensuale è possibile quando marito e moglie riescono a trovare un accordo in merito alle questioni più importanti relative alla fine del loro matrimonio. Se sono presenti figli minori o non autosufficienti è obbligatoria la consulenza di un avvocato divorzista.

Da qualche anno è molto più facile separarsi nel nostro Paese. Con il Decreto Legislativo 132 del 2014, infatti, sono state introdotte nuove modalità, alternative alla classica causa in Tribunale per permettere ai coniugi di potere scegliere procedure più snelle se tra di loro esiste già un accordo.

Quando pensiamo a una coppia sposata che decide di separarsi immaginiamo sempre furiose litigate, e vari giochi di vendetta, ma non è sempre così. Ovviamente se l’intento è quello di rompere i vincoli matrimoniali, significa che tra i due non c’è più lo stesso feeling di un tempo, ma la decisione può venire presa di comune accordo.
A volte, infatti, il sentimento semplicemente svanisce dopo una passione iniziale, e marito e moglie sono entrambi consapevoli della situazione. 

Avere un’intesa in merito a decisioni come l’affidamento dei figli, l’assegnazione della casa familiare, l’assegno di mantenimento, rende la procedura molto più veloce e snella.

Ricorso separazione consensuale: come funziona?

Il ricorso per separazione consensuale, come abbiamo descritto, è un modo più semplice e veloce per dare via all’iter necessario per porre fine al matrimonio.

Senza dubbio il procedimento è più breve rispetto a quello giudiziale, cioè alla causa civile vera e propria che può durare anche anni.

Per avviare la procedura è sufficiente fare ricorso presso la Cancelleria del Tribunale, fornendo tutti gli elementi necessari, quindi l’intesa raggiunta tra marito e moglie, e i seguenti documenti:

  • certificato di residenza
  • lo stato di famiglia
  • l’atto di matrimonio
  • la dichiarazione dei redditi
  • copia del codice fiscale

Dopo 5 giorni dalla ricezione del fascicolo, verrà fissata la data dell’udienza, durante la quale verrà fatto un tentativo di riconciliazione tra le parti e in caso negativo verrà emanato il decreto di omologazione, per sancire l’accordo e fare decorrere il termine utile per potere divorziare.

Scegliendo il ricorso per separazione consensuale, è necessario attendere solamente 6 mesi prima di effettuare il cosiddetto divorzio breve.

Altre modalità per separarsi consensualmente

Abbiamo detto che i coniugi che riescono a trovare un accordo tra di loro, hanno la possibilità di separarsi con modalità più veloci e snelle rispetto al classico processo civile.

Vediamo ora di capire esattamente quali sono le alternative a disposizione, e i requisiti necessari per poter scegliere una modalità rispetto a un’altra.

Oltre al ricorso per separazione consensuale, si può procedere con:

  • con una negoziazione assistita
  • in Comune

La negoziazione assistita è caratterizzata da un procedimento più semplice di quello appena descritto. La questione viene trattata dai rispettivi avvocati divorzisti, organizzando alcuni incontri con gli assistiti, per poi procedere con la stesura dell’accordo, che successivamente deve essere presa in esame dal Pubblico Ministero.

La vera novità introdotta con il Decreto Legislativo 132 del 2014 è la possibilità di separarsi in Comune di fronte a un ufficiale di stato civile, quindi senza la presenza di un avvocato.
Ma, si tratta di un’opzione consentita solamente se la coppia non ha figli minori o non autosufficienti, per i quali sono previste precise tutele da un punto di vista legale, ed è indispensabile la presenza di un legale rappresentante.
Inoltre, non è possibile accordarsi su questioni di tipo economico o patrimoniale. Per eventuali passaggi di proprietà, eventualmente, bisogna rivolgersi a un notaio.

Ricorso per separazione consensuale: è necessario un avvocato divorzista?

Il legislatore negli ultimi hanno ha previsto modi più rapidi e semplici per porre fine al matrimonio. Lo scopo è quello di rendere più snella la macchina della giustizia, evitando di intasare i tribunali con cause di divorzio, sempre più frequenti nel nostro Paese.

Per questo motivo, se marito e moglie riescono a trovare un’intesa tra di loro, possono decidere di separarsi direttamente in Comune, senza la necessità di richiedere la consulenza a un legale se non sono presenti figli minori o non autosufficienti. Per quanto riguarda invece il Ricorso alla Cancelleria del Tribunale e la negoziazione assistita è indispensabile la presenza di un legale.

Risulta ovvio, comunque, che procedere senza l’aiuto di un esperto di diritto di famiglia potrebbe essere rischioso. Non tutti, infatti, conoscono i loro reali diritti e doveri, e per esaudire il desiderio di interrompere in fretta i vincoli matrimoniali si potrebbero sottovalutare diversi aspetti. Capire a chi deve essere assegnata la casa familiare e stabilire l’assegno di mantenimento non è sempre semplice, senza consultare un avvocato divorzista con esperienza.

Si tratta di una fase molto delicata e importante nella vita delle persone, che non deve essere presa alla leggera. A tal proposito è utile anche cercare il professionista più adatto a trattare il proprio caso concreto, valutando vari profili che si trovano online.

In modo particolare nel nostro portale è possibile cercare in base a competenze specifiche e località di riferimento, confrontando poi le qualità dei vari avvocati divorzisti.

E’ possibile richiedere un preventivo gratuito, illustrando la situazione e chiedendo informazioni in merito al ricorso per separazione consensuale e agli aspetti fondamentali da tenere in considerazione per porre fine al matrimonio in modo corretto.

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