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Separazione consensuale senza avvocato: come funziona?

La separazione consensuale senza avvocato è possibile solo se non sono presenti figli minori o maggiorenni non autosufficienti. Inoltre chi decide di separarsi senza un legale in Comune non può decidere in merito a questioni economiche e patrimoniali.

Sebbene durante la cerimonia matrimoniale gli sposi si dichiarino reciprocamente amore eterno, promettendo di rispettarsi per tutta la vita, nella realtà di tutti i giorni è difficile far fede a quanto promesso. Il famoso “per sempre”, quindi, sembra avere una data di scadenza. 

A volte nascono violenti litigi a causa di gelosie o tradimenti, o perché uno dei coniugi non si impegna abbastanza per fare funzionare il matrimonio. In altre situazioni, invece, non ci sono motivi scatenanti ma lentamente il sentimento finisce, e la coppia capisce che la vita da sposati non ha più alcun senso.

Se marito e moglie di comune accordo decidono di interrompere il loro matrimonio, possono ricorrere a una separazione consensuale senza avvocato. Si tratta, però, di una modalità possibile solamente se non ci sono figli minori o maggiorenni non autosufficienti, per i quali la giurisprudenza italiana prevede delle tutele specifiche, che possono essere decise solamente con l’ausilio di un legale rappresentante.

Separazione consensuale senza avvocato: è possibile?

Quando marito e moglie decidono di non volere più convivere sotto lo stesso tetto, rompendo il contratto che hanno sottoscritto nel giorno del loro matrimonio, devono necessariamente rispettare alcuni passaggi fondamentali per dare un valore legale alla loro rottura.

Se la situazione non viene ufficializzata, essi si possono definire “separati di fatto”, ma da un punto di vista giuridico risultano ancora legati dal vincolo matrimoniale.
Per liberarsi dai reciproci obblighi derivanti dal matrimonio, i coniugi devono effettuare i seguenti due passaggi:

  • la separazione: un periodo durante il quale i coniugi possono vivere in posti diversi, ma mantenendo un legame
  • il divorzio: la rottura definitiva.

Se durante il primo step marito e moglie riescono a trovare degli accordi, invece di litigare costantemente, i tempi e le procedure possono essere notevolmente ridotti, come anche i costi.

Separandosi consensualmente, quindi, è possibile rompere un contratto matrimoniale più velocemente, con meno burocrazia e senza dovere spendere un patrimonio. Dopo solo sei mesi, infatti si può chiedere il divorzio breve.

Per fare ciò sono previste tre strade diverse

  • ricorso al Presidente del Tribunale: i coniugi devono presentare una domanda, contenente le varie condizioni concordate per separarsi. Dopo 5 giorni verranno convocati in udienza e il giudice dopo avere fatto un tentativo di conciliazione emette un decreto di omologazione, per validare l’accordo
  • negoziazione assistita: le parti cercano di accordarsi in merito agli aspetti più importanti grazie all’aiuto di uno o più avvocati
  • separazione consensuale senza avvocato, in Comune

Solamente nell'ultima ipotesi è possibile proseguire senza un legale. Si tratta di una vera e propria novità per il nostro Paese, messa in atto per permettere ai coniugi che non riescono più a portare avanti la vita matrimoniale, di ufficializzare la rottura e iniziare una nuova vita.

L'obiettivo del legislatore è anche quello di evitare di intasare la Macchina della Giustizia, con svariate cause civili, visto il numero consistenti di coppie che intendono divorziare. 

In un certo senso si premiano i soggetti che riescono a trovare degli accordi in modo autonomo, o grazie alla presenza dei legali, per quanto riguarda il ricorso per separazione consensuale e la negoziazione assistita.

Separazione consensuale senza avvocato: come funziona?

Se non devono essere prese decisioni importanti in merito all’affidamento dei figli, all’assegnazione della casa coniugale, o all’assegno di mantenimento, non è necessaria la consulenza di un legale.

La separazione consensuale senza avvocato è la modalità più veloce e meno dispendiosa, da utilizzare se non ci sono particolari interessi da proteggere.

Il procedimento è davvero molto semplice, infatti, è sufficiente fare una richiesta al Comune competente, inviando anche i seguenti documenti:

  • certificato di residenza
  • lo stato di famiglia
  • l’atto di matrimonio
  • la dichiarazione dei redditi
  • copia del codice fiscale

L’amministrazione, provvede poi a fissare un giorno specifico per ufficializzare la decisione dei coniugi. Alla data stabilita devono essere presenti sia il marito che la moglie, per sottoscrivere i documenti.

Gli unici costi da sostenere sono quelli relativi ai diritti comunali.
Sebbene a primo impatto possa sembrare l’opzione più vantaggiosa, è utile però considerare con attenzione se si tratta anche della più adatta in merito al caso specifico.

Senza la consulenza di un esperto in diritti di famiglia è difficile capire se effettivamente si sta facendo tutto nel modo corretto. Anche se non sono presenti figli non autosufficienti da tutelare, potrebbe essere necessario stabilire con chiarezza questioni relative al patrimonio, ad esempio l’assegnazione della casa coniugale, o all’assegno di mantenimento.

Inoltre, esiste la possibilità di ricorrere al cosiddetto gratuito patrocinio, se sono presenti difficoltà di tipo economico, che rendono impossibile sostenere la spesa per il legale.

Quando è necessario un avvocato?

Abbiamo detto che, per i casi più semplici è possibile porre fine al matrimonio anche senza la consulenza legale.

Ma, è doveroso considerare che, è obbligatoria la presenza di un avvocato se si devono prendere decisioni in merito a:

L’ufficiale di Stato civile, infatti non ha il potere di prendere le suddette decisioni, ma può solamente essere testimone della volontà di separarsi di due soggetti.

La legge italiana mette in primo piano la tutela degli interessi dei minori nel momento in cui i genitori decidono di rompere il matrimonio. Ciò significa che, solamente un esperto in diritto può decretare la modalità di affidamento, e determinare chi può continuare a vivere nella casa familiare.

Inoltre, anche in mancanza di una prole, con il procedimento in Comune non si possono stabilire questioni di tipo economico. Per ufficializzare eventuali trasferimenti di proprietà, quindi, è necessario ricorrere a un altro contratto, da siglare presso un notaio.

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