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Rinuncia eredità: si può fare?

La rinuncia all'eredità è una dichiarazione del non voler accettare il patrimonio lasciato dal de cuius. Vediamo che cos'è e se si può fare.

La rinuncia all'eredità è un atto con il quale l'erede dichiara di non voler acquistare l'eredità. I motivi di tale scelta possono essere molteplici: ad esempio perché i debiti del defunto sono superiori ai crediti. In questo modo, dunque, fa cessare gli effetti che si verificano a suo carico nel momento in cui si apre la successione rimanendo di fatto completamente estraneo alla successione stessa. Tra le altre cose, uno degli effetti della rinuncia all'eredità è che nessun creditore può rivolgersi a lui per il pagamento dei debiti lasciati dal defunto.

Rinuncia eredità: come funziona?

La rinuncia all'eredità è fatta tramite una dichiarazione del chiamato (erede). Questa dichiarazione deve essere ricevuta da un Notaio oppure dal Cancelliere del Tribunale del circondario nel quale si è apertala successione: è la Cancelleria della Volontaria Giurisdizione.La dichiarazione deve essere necessariamente inserita nel Registro delle successioni che è conservato nello stesso Tribunale di cui sopra.

Cisono poi alcuni elementi che non devono essere contenuti nella dichiarazione di rinuncia:

  • ​non deve prevedere limiti: ad esempio, l'erede non può dichiarare "rinuncio all'eredità limitatamente al suo motorino ma accetto la casa";
  • non può prevedere un termine: in questo caso, l'erede non può dichiarare "rinuncio all'eredità fino a fine anno";
  • ed infine non può prevedere nessuna condizione: in questo caso l'erede non può dichiarare "rinuncio all'eredità a condizione che succeda questo fatto o a patto che mio fratello prenda la casa in collina e non quella al mare" o cose di questo tipo.

Nel caso una di queste condizioni fossero presenti nella dichiarazione di rinuncia all'eredità, questa sarebbe necessariamente nulla.

Se la rinuncia, infine, viene fatta dietro un corrispettivo nei confronti di altri aventi diritto all'eredità, la legge intenderà ed applicherà il principio opposto ovvero: l'eredità è stata accettata.

Per fare degli esempi, supponiamo che un erede dichiari di voler rinunciare all'eredità ma si sia fatto dare un corrispettivo in denaro da un fratello o una sorella o un altro avente diritto all'eredità in oggetto: l'aver preso del denaro per rinunciare, spiega la legge, è come aver accettato all'eredità stessa.

Tempistiche per la dichiarazione di rinuncia dell'eredità

Le tempistiche per presentare la dichiarazione di rinuncia all'eredità sono le stesse valide anche per l'accettazione della stessa ovvero 10 anni. Se l'eredità non è già stata acquistata da altri soggetti aventi diritto, la rinuncia è sempre revocabile.

E' bene ricordare che i creditori hanno il diritto di impugnare la rinuncia all'eredità: i creditori possono chiedere al Tribunale di poter accettare l'eredità al posto del rinunciante.

Revocabilità, decadenza ed effetto retroattivo

L'articolo 521 del Codice Civile afferma che il chiamato all'ereditò che fa una dichiarazione di rinuncia all'eredità è come se non fosse mai stato chiamato. In questo specifico caso si parla di effetto retroattivo della rinuncia.

A questo principio bisogna però fare riferimento ad almeno un paio di eccezioni. Chi ha rinunciato all'eredità, infatti, può:

  1. ​trattenere la donazione ricevuta;
  2. domandare il legato a lui fatto fino al valore massimo della porzione disponibile. Per fare un esemio pratico su questo secondo punto, basti pensare alla coniuge di un defunto. Questa, secondo quanto previsto dall'articolo 540 del Codice Civile, può chiedere di trattenere a sé il diritto di abitazione e di uso anche se ha rinnuciato all'eredità.

Come dicevamo prima, vi è poi la revocabilità della rinuncia se, come detto, l'eredità non sia già stata acquistata da altri aventi diritto sull'eredità stessa.

Decade, invece, dalla possibilità di rinuncia, il chiamato all'eredità che abbia sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità stessa.

In caso di rinuncia a chi spettano i beni?

Ma che cosa accade se il soggetto chiamato ad acquistare l'eredità fa una dichiarazione di rinuncia? A chi vanno i beni della successione?

Nel caso in cui, in una successione, uno degli eredi rinunci all'eredità ecco cosa accade all'eredità stessa:

  • Successioni testamentarie: in presenzadi coeredi legittimi, la parte che è stata soggetta a rinuncia verrà ripartita regolarmente fra gli altri a meno
    che il testamento non preveda una specifica sostituzione. Se non ci sono
     eredi testamentari, i beni vengono divisi fra gli eredi legittimi. Tuttociò fatto salvo il diritto di rappresentazione che fa subentrare i discendenti nel luogo e nel grado del loro ascendente anche nel caso in cui quest'ultimo non vuole accettare l'eredità.
  • Successioni  legittime: in questo caso, la parte oggetto della rinuncia viene suddivisa fra gli altri soggetti o coeredi legittimi.

Facciamo alcuni esempi per meglio capire come si procede in alcuni casi che fanno parte della casistica quotidiana di come la legge tratta le rinunce all'eredità.

  • ​Paola muore senza testamento e lascia in vita i suoi tre figli: Andrea, Carlo e Donatello. Se Andrea rinuncia all'eredità della madre, la sua quota, ovvero il 33,33% si agginge alle quote di Carlo e Donatello che otterranno, dunque, il 50% ciascuno.
  • Enzo muore anche lui senza testamento e lascia in vita il suo unico erede: Alfonso che ha a sua volta un figlio: Giovanni. Se Alfonso rinuncia all'eredità del padre, l'eredità passa a Giovanni.
  • Osvaldo muore con testamento e lascia i suoi averi ad Enza e Francesca. Nel suo testamento, Osvaldo non ha deciso nulla in merito all'evenienza che Enza o Francesca possano rinunciare all'eredità. Sta di fatto che Enza rinuncia e la sua quota, dunque, passa alla sorella Francesca.
  • Antonio muore con testamento e lascia i suoi averi a Mario e Dario. Antonio, nel suo testamento, ha stabilito che, nel caso in cui Mario o Dario rinuncino all'eredità, la quota sia devoluta alla Fondazione Pincopallino. In effetti, Mario rinuncia all'eredità che, quindi, va alla Fondazione e non al fratello Dario.
  • Sandrino muore con testamento e lascia tutti i suoi averi alla figlia Marisol senza stabilire nulla nel caso in cui Marisol rinunci all'eredità. Effettivamente Marisol rinuncia e, dunque, l'eredità di Sandrino sarà ripartita fra gli eredi legittimi di Sandrino stesso.

Rinuncia all'eredità: l'impugnazione

La rinuncia all'eredità può essere impugnata sia da parte dei creditori così come previsto dall'articolo 524 del Codice Civile, sia da parte del soggetto che ha rinunciato.

Nel secondo caso, il soggetto che ha rinunciato all'eredità può impugnare la sua stesa dichiarazione quando questa è frutto di violenza o di dolo, a prescindere da chi sia il colpevole. L'impugnazione può essere fatta entro 5 anni dal giorno in cui è cessata la violenza o è stato scoperto il raggiro che ha portato alla rinuncia.

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