La sostituzione di persona in alcune circostanze è considerato un reato secondo la legge italiana. E’ previsto il carcere se il cambio di identità viene effettuato per ottenere dei vantaggi a discapito di altri. Scopriamo come funziona.
Non tutti sanno che “spacciarsi per qualcun altro” può determinare gravi conseguenze dal punto di vista legale. Si tratta di un comportamento da non compiere con leggerezza per evitare di essere puniti penalmente.
Ovviamente non stiamo parlando di atteggiamenti scherzosi, e di situazioni divertenti che si possono creare tra amici, ma di azioni che possono causare dei danni alla vittima, o un vantaggio illegittimo al responsabile.
Se l’obiettivo, infatti, è quello di ottenere dei benefici a discapito di altri, il legislatore ha previsto come pena la reclusione in carcere.
Non sempre, comunque, è facile capire a priori se si tratta o meno di reato. La linea di confine a volte non è del tutto netta, ed è necessario effettuare una analisi delle motivazioni che hanno spinto un soggetto ad agire in un determinato modo.
Inoltre, a volte tale reato si confonde con la truffa, che come vedremo ha delle implicazioni diverse.
Ma, procediamo con ordine cercando di capire nelle prossime righe in quali casi un individuo rischia di finire in prigione.
In alcune situazioni può accadere che un soggetto per gioco o per burla finga di essere un altro, ma se la questione diventa seria e tale comportamento viene intrapreso per ottenere dei vantaggi a discapito di altri, ci possono essere delle spiacevoli conseguenze legali.
Assumere il nome e il cognome di un altro, infatti, può indurre in errore gli interlocutori, e permettere all’interessato di ottenere dei benefici economici o di altro tipo, grazie allo status che finge di avere.
Un esempio utile per comprendere la tematica può essere quello di un individuo che si spaccia per qualcun altro durante una telefonata, per farsi dare informazioni. Oppure, al giorno d’oggi, un soggetto potrebbe iscriversi su un social network con l’identità di un altro con lo scopo di ledere la reputazione e la dignità di quest ultimo. Lo stesso discorso vale per i siti d’incontri.
Secondo la legge italiana, la sostituzione di persona è un reato quando viene realizzata con lo scopo di procurare un vantaggio per se stessi o per altri.
Tale comportamento può causare dei danni a terzi, innanzitutto al diretto interessato, ma anche ad altri individui che possono cadere in errore.
Si tratta di un reato descritto nell’art. 494 del codice penale:
Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno
Si tratta di un reato comune, ovvero di un comportamento che può essere intrapreso da chiunque.
Inoltre, non è necessario che tra la vittima e il colpevole ci sia un particolare rapporto, dato che l’autore del crimine può anche non essere minimamente legato alla persona offesa. Ad esempio la sostituzione di persona effettuata su internet da chi ha l’obiettivo di reperire dati per poi usarli a proprio piacimento, viene intrapresa a danno di sconosciuti.
Quindi, è punibile penalmente chi induce in errore altri, secondo quanto previsto dalla legge. Il fatto che il vantaggio non sia poi raggiunto effettivamente non è determinante, ciò che conta è la volontà di ottenere un beneficio, ovvero l’elemento psicologico del reato.
In realtà viene sempre considerato se il comportamento ha provocato danni a terzi, per capire in che modo deve essere punito il colpevole.
Il processo in questa occasione avviene presso il tribunale competente, in composizione monocratica, ovvero il giudizio verrà espresso da un unico giudice e non da un collegio di magistrati.
Per capire dettagliatamente in cosa consiste questa fattispecie di reato è necessario analizzare l’elemento oggettivo e soggettivo del reato.
In particolare la parte oggettiva è rappresentata dalla condotta del colpevole, che può concretizzarsi in diversi modi:
Tuttavia, sebbene vengano indicate delle situazioni probabili, si tratta di un delitto a forma libera, ciò significa che l’autore del crimine può mettere in atto qualsiasi stratagemma per portare in errore la vittima.
L’elemento soggettivo del reato, invece, si riferisce all’intenzione del soggetto, ovvero alla sua volontà di spacciarsi effettivamente per un altra persona.
Se la sostituzione è frutto di casualità o di equivoco, non ci sono gli estremi del delitto. La norma, infatti, indica esplicitamente che si deve essere la volontà di ottenere un vantaggio o di arrecare danno a terzi.
Con altre parole è necessario il dolo specifico e non solo quello generico. Ciò significa che non basta la consapevolezza di sostituirsi ad altri, ma ci deve essere anche il desiderio di causare danni od ottenere dei benefici.
Molto spesso, i non addetti ai lavori confondono la sostituzione di persona con la truffa, o meglio li considerano due sinonimi, ma non è così.
In particolare la sostituzione di persona può integrare la truffa in alcune ipotesi, ad esempio fingendosi un poliziotto, quindi violando un bene giuridico particolare e offendendo la pubblica fede.
Integra il reato di truffa e non quello di sostituzione la vendita di biglietti per un determinato evento, fingendo di devolvere il ricavato ad una associazione assistenziale.
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