Il fisco tassa la plusvalenza entro i 5 anni dall'acquisto con l'imposta sostitutiva del 20% o con la tassazione ordinaria
Tutti sappiamo quanto bisogna pagare di tasse per acquistare una casa, ma non tutti sanno che anche in caso di vendita ci sono dei casi in cui il fisco chiederà di pagare. La tassazione da parte del fisco avviene sulla plusvalenza. Vediamo, dunque, in quali casi bisogna pagarla e quanto bisogna pagare.
Che cosa è la plusvalenza?
La plusvalenza è la differenza positiva fra il costo di costruzione dell'immobile o il costo per acquistarla e l'incasso avuto dalla vendita.
Ad esempio, una casa venduta oggi a 150 mila euro e comprata meno di 5 anni fa a 130 mila euro genera una plusvalenza di 20 mila euro sulla quale lo Stato pretende delle tasse.
Il fatto di aver acquistato la casa venduta oggi meno di 5 anni fa è il fattore scatenante della generazione di plusvalenza. La legge, infatti, prevede che la plusvalenza sia calcolata solamente se l'immobile che viene venduto è stato acquistato o costruito meno di 5 anni prima; diversamente non c'è plusvalenza e non si dovrà nulla al fisco.
Come si paga la plusvalenza
Esistono due modi per pagare il dovuto: la tassazione ordinaria e l'imposta sostitutiva con aliquota fissa al 20%.
Nel primo caso, la plusvalenza andrà dichiarata nella dichiarazione dei redditi come “altro reddito”. Nel secondo caso, invece, il 20% fisso della plusvalenza andrà versato direttamente al notaio che segnerà nell'atto notarile che si è deciso di pagare con l'imposta sostitutiva. Provvederà poi il notaio a versare il dovuto all'Agenzia delle Entrate.
Gli immobili esenti dalla plusvalenza
Il fisco italiano non chiederà tasse per la plusvalenza di immobili:
· ottenuti tramite usucapione o successione;
· immobili avuti in donazione da persone che li avevano acquistati o costruiti più di 5 anni prima;
· abitazione principale del venditore o dei suoi famigliari per più della metà del tempo più un giorno dalla data di acquisto a quella di vendita (sempre all'interno dei 5 anni).
