Il tutore amministrativo è una persona incaricata dalla legge, a proteggere un soggetto che non è in grado di badare i propri interessi in modo autonomo, per svariati motivi.
Lo Stato italiano, attraverso le sue normative, ha lo scopo di proteggere anche le persone più deboli, ad esempio coloro che, per qualche tipo di invalidità, non riescono da soli a fare valere i propri diritti.
Per questo motivo la figura del tutore riveste un ruolo davvero importante. Si tratta generalmente di un parente prossimo al soggetto interdetto o minore, che necessita di un aiuto esterno per amministrare i suoi interessi.
La nomina di tutore amministrativo viene fatta da un tribunale, e chi viene nominato non può sottrarsi al compito, se non in alcuni casi, come vedremo di seguito.
Ma iniziamo ad analizzare l’argomento, partendo dal concetto più importante, cioè quali sono le persone che necessitano di un tutore?
Un tutore ha l’importantissimo compito di aiutare un soggetto “incapace” ad amministrare i propri beni nel modo corretto.
Ma per quale motivo una persona ha bisogno tale aiuto? Chi ha bisogno di un tutore?
I casi sono i seguenti:
Per quanto riguarda un minore la questione risulta essere abbastanza chiara, ma per quanto riguarda l’interdizione giudiziale è il caso di fare alcune precisazioni
Una persona che non è in grado di ragionare lucidamente potrebbe causare, senza volerlo, dei danni a se stesso. Potrebbe infatti sprecare tutto il denaro a disposizione, oppure vendere proprietà di valore a prezzi non adeguati.
L’interdizione può essere richiesta nei confronti di una persona maggiorenne, di un minore emancipato, o di un minorenne nell’anno precedente alla maggiore età, se sono presenti alcuni presupposti:
Abbiamo detto che le persone “incapaci” hanno bisogno di un aiuto per tutelare i loro interessi nel migliore dei modi. Ma cosa si significa? Qual è il reale compito del tutore?
Innanzitutto il tutore deve avere cura del minore o dell’interdetto, rappresentandolo in tutti gli atti civili, amministrando i suoi beni procedendo alla creazione di un inventario, e tenendo una regolare contabilità da mostrare ogni anno al Giudice.
Ma non può svolgere qualsiasi attività al posto della persona che rappresenta, insomma non ha una totale libertà di azione.
Per alcuni particolari atti, è necessaria, infatti, l’autorizzazione del giudice tutelare, in particolare per quanto riguarda:
Il tutore, quindi, deve amministrare il patrimonio del soggetto interdetto o minore, senza superare alcuni limiti, e soprattutto con diligenza, evitando di arrecare danni.
Per questo motivo, per le questioni più delicate che abbiamo appena elencato, è necessario il controllo da parte di un’altra autorità: il giudice tutelare.
E’ opportuno chiarire la differenza che sussiste tra le due forme di tutela previste dalla legge italiana, in caso in cui un soggetto abbia dei problemi nella gestione autonoma dei propri diritti e interessi.
Come abbiamo visto, il tutore deve aiutare una persona interdetta, in presenza di uno stato di infermità permanente.
Nel caso in cui sia presente, invece, una menomazione fisica o psichica temporanea o parziale, un soggetto può richiedere l’assistenza di un amministratore di sostegno, in grado di affiancarlo per il periodo in cui non riesce ad essere totalmente autosufficiente.
Come indicato dal termine stesso, si tratta di un’operazione di sostegno, durante la quale l’amministratore svolge dei compiti o rappresenta il beneficiario, in normali questioni quotidiane.
Si tratta di una situazione temporanea, e utile solo mentre il soggetto interessato si trova nelle condizioni di non riuscire a badare da solo ai suoi interessi.
E’ compito del giudice tutelare scegliere la persona più adatta per amministrare gli interessi dell’incapace.
Solitamente si preferisce selezionare un soggetto dello stesso ambito familiare, ad esempio un coniuge non separato, una persona stabilmente convivente, il padre o la madre, il figlio, il fratello o la sorella, o in ogni caso un parente entro il quarto grado.
Solamente in assenza di parenti o in presenza di particolari conflitti, si opta per una persona estranea.
L’incaricato deve obbligatoriamente essere un maggiorenne e deve avere una condotta ineccepibile.
Se sono presenti particolari conflitti di interesse, può essere nominato anche un protutore, che può sostituirsi al tutore in caso di necessità.
Un soggetto non può rifiutare la nomina di tutore, se non nei seguenti casi:
In tutte le altre situazioni è obbligato a farsi carico del ruolo e delle responsabilità che ne derivano.
A volte, però, può chiedere al giudice di essere esonerato dall’incarico, se lo ritiene eccessivamente gravoso. In questo caso ci deve essere un altro soggetto disponibile a sostituirlo.
Ma l’incarico di tutore amministrativo può anche venire rimosso, se:
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