Malasanità: le conseguenze legali dell'errore medico

In ambito di malasanità e giurisprudenza. quando si parla di errore medico e si fa riferimento a un serie di fattori che concorrono a produrre un evento avverso, ovvero un danno alla salute del paziente. La colpa può essere del singolo professionista ma anche della struttura ospedaliera. Infatti non tutto dipende dalla prestazione medica, ma l’intera organizzazione è interessata.

L'errore, in ambito di malasanità, può avvenire involontariamente a causa di:

  • negligenza: se il danno è determinato da disattenzione;
  • imprudenza: se non viene utilizzata la dovuta cautela e non si adottano le misure necessarie per minimizzare i rischi;
  • imperizia: ovvero scarsa preparazione professionale, o il mancato rispetto dei protocolli standard.

Oppure l'errore può derivare da

  • diagnosi sbagliate;
  • interventi chirurgici scorretti;
  • altri fattori che causano un peggioramento delle condizioni di salute del malato;
  • malfunzionamenti nella struttura ospedaliera.

Se il danno è determinato da inesperienza o mancanza di competenze, un operatore non può essere accusato per malasanità e omicidio colposo o lesioni, se ha agito rispettando le linee guida previste dal protocollo. 

Volendo sintetizzare l’errore medico viene giudicato in sede penale, soltanto se non sono state rispettare le procedure previste dall’Istituto Superiore di Sanità.

Indipendentemente che si tratti di un reato o meno, la parte lesa può sempre chiedere un risarcimento danni per malasanità in sede civile.


Malasanità: come agire in caso di errore diagnostico
L'errore diagnostico, in ambito di malasanità, è quanto la Corte di Cassazione ha riammesso come termine in tema di malasanità e di responsabilità medica. In modo particolare, con la sentenza n. 47448/2018, la Suprema Corte ha precisato che l'errore diagnostico si definisce tale non solo quando il medico non è in grado di inquadrare il caso in una classe di patologie in base ai sintomi della malattia o se lo stesso medico effettua un errore di valutazione medica e dunque di inquadramento.

Viene definito errore diagnostico anche il caso in cui il medico non sottopone il paziente a controlli ed accertamenti che sarebbero utili per fornire una giusta diagnosi della malattia ed il suo conseguente inquadramento clinico in una delle classi conosciute alla scienza.
Inoltre, così come viene precisato dai giudici, se il medico si dovesse trovare davanti ad una sintomatologia idonea per formulare una precisa diagnosi, diversa da quella iniziale, ma non lo fa mantenendo ferma la sua posizione sulla formulazione - errata - iniziale, anche questo è errore diagnostico colposo, in ambito di malasanità.