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Atto di divorzio giudiziale: cos'è e come presentare ricorso

L'atto di divorzio giudiziale è l'unica via possibile per poter divorziare, quando manca l'accordo di entrambi i coniugi. A volte può anche accadere, che un coniuge si opponga o sia irreperibile (in caso di fuga all'estero). In questo articolo spiegheremo cosa bisogna fare per chiedere l'atto di divorzio giudiziale, e quali sono i tempi e i costi per ottenerlo. Inoltre vedremo le sue differenze rispetto al divorzio congiunto.

Atto di divorzio giudiziale: cos'è

L'atto di divorzio giudiziale è quel procedimento giuridico che permette a un coniuge di richiedere il divorzio, anche se entrambi i coniugi non hanno trovato un accordo sulle condizioni riguardanti lo scioglimento del matrimonio.

Parliamo soprattutto di controversie che si riferiscono ai rapporti patrimoniali e all'affidamento dei figli. L' atto di divorzio giudiziale è previsto anche se l'altro coniuge si rifiuta di divorziare o fa perdere le proprie tracce.

Atto di divorzio giudiziale: come presentare ricorso

Il coniuge che vuole divorziare deve chiedere l'assistenza di un avvocato, e recarsi in Tribunale per comunicare la propria richiesta. Quest'ultimo dovrà anche spiegare le ragioni della sua richiesta e dimostrare le responsabilità dell'altro coniuge riguardo la fine del matrimonio, sempre se ve ne sono.

La richiesta di divorzio giudiziale viene anche chiamata ricorso, ad essa devono essere allegati alcuni documenti:

  • estratto integrale dell’atto di matrimonio;
  • certificato di residenza;
  • stato di famiglia;
  • dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni;
  • copia autentica della sentenza di separazione e omologa della separazione.
Il coniuge richiedente può dimostrare la veridicità delle proprie dichiarazioni, attraverso anche dei mezzi di prova come:
  • Resoconti spese;
  • Eventuale estratti conti correnti italiani o esteri;
  • Estratti conto titoli e documentazione riguardanti investimenti finanziari, azionari o obbligazionari;
  • Polizze assicurative sulla vita o a capitalizzazione;
  • Documenti riguardanti proprietà immobiliari anche all’estero o di altri beni fruibili;
  • Contratto di lavoro, buste paghe, benefits percepiti dall’azienda.
Nonostante la riforma sul divorzio breve abbia ridotto il tempo di attesa tra l'ottenimento della separazione e la richiesta di divorzio, i tempi per la conclusione dell'atto di divorzio giudiziale sono davvero lunghi.
Infatti sarebbe necessaria un'ulteriore riforma, che semplifichi il procedimento, attualmente molto ingarbugliato. Fare una causa non è spesso semplice, soprattutto se riguarda il tema del divorzio.

Atto di divorzio giudiziale: tempi e costi

Il divorzio cosiddetto ‘breve’ è un istituto giuridico, introdotto con la legge 55/2015 approvata in Parlamento il 22 aprile 2015, che permette di ottenere lo scioglimento del matrimonio civile o di quello concordatario dopo che siano trascorsi 6 mesi dalla dichiarazione di separazione consensuale oppure un anno da quello giudiziale.
Con l'introduzione della legge sul divorzio breve, occorre aspettare solo sei mesi, se due coniugi si sono separati in modo consensuale, e un anno, se  invece si sono separati senza un accordo.
Questo significa che sia l'atto di divorzio giudiziale, sia l'atto di divorzio congiunto, si potranno richiedere in breve tempo. Nonostante ciò, il problema rimane, se si procede con la richiesta del divorzio giudiziale.
Infatti, quest'ultimo si svolge in Tribunale e in mancanza di accordo tra le parti, di conseguenza, ciò comporterà un allungamento dei tempi difficilmente prevedibile. Inoltre anche i costi aumenteranno e saranno proporzionati all'importanza, alla complessità e alla durata della causa.
Si pensi che i costi possono arrivare fino a 15.000, se si considera il costo dell'assistenza ricevuta dal proprio avvocato, e quello dell'avvocato del coniuge rivale, in caso di perdita della causa.
Il divorzio congiunto invece si conclude in pochissimo tempo, e con dei costi contenuti che cambiano in base alla modalità scelta per il procedimento.
I coniugi possono scegliere di fare separate dichiarazioni in Comune davanti al Sindaco, senza l'assistenza di avvocati. In questo caso, questi ultimi pagheranno solo 16 euro, corrispondenti ai diritti da versare all’Ufficio di Stato Civile.
Altrimenti sarà possibile fare istanza al Tribunale, preferibilmente con l'assistenza di un avvocato, o procedere tramite negoziazione assistita di avvocati. In questi due casi, invece i costi si aggireranno sui 2.000-3.000 euro.
La differenza di costi e tempi, tra il divorzio congiunto e il divorzio giudiziale, è davvero notevole. Quindi è più opportuno scegliere l'atto di divorzio giudiziale, solo dopo che si è fatto tutto il possibile per trovare un accordo.

Conclusioni

L'atto di divorzio giudiziale rappresenta l'unica via da seguire quando vi è l'impossibilità, da parte dei coniugi, di trovare un accordo. Tale compromesso deve riguardare le condizioni previste dopo la fine del matrimonio, come i rapporti patrimoniali tra i coniugi e l'affidamento dei figli.
Invece ci sono altri casi, nei quali uno dei due coniugi vuole divorziare e l'altro si rifiuta o sparisce. Per richiedere l'atto del divorzio giudiziale, bisogna presentare ricorso presso il Tribunale, allegando ulteriori documenti e mezzi di prova, utili a dimostrare le proprie ragioni.
Nonostante l'altro coniuge non si presenti, il processo va avanti, ma subirà rallentamenti. Questi ultimi faranno aumentare le spese dovute  all'avvocato incaricato dal coniuge richiedente.
In caso di perdita della causa, i costi potrebbero superare i 15.000 euro, infatti il coniuge che la perde deve pagare anche la parcella dell'avvocato dell'altro coniuge.   
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