Le carte di credito revolving sono molto utilizzate negli ultimi anni, ma sono in pochi a conoscere il loro reale funzionamento e i rischi connessi. Cosa dicono le norme di diritto bancario? Come è possibile difendersi?
Negli ultimi anni, a causa della crisi economica che ha colpito duramente il nostro Paese, sono aumentate le richieste di prestiti in banca, data l’impossibilità di molti soggetti di far fronte regolarmente ai propri pagamenti.
Per ottenere dei finanziamenti, tuttavia, è necessario fornire delle garanzie, per assicurare l’Istituto di credito in merito alla possibilità di potere restituire le cifre, anche attraverso lo strumento della fideiussione.
A volte, però, un soggetto non può agire in tal senso, e potrebbe intravedere delle possibilità per risolvere i propri problemi con pratiche spesso al limite della legalità, come quelle delle carte di credito revolving. Vediamo, quindi, di fornire in seguito una chiara delucidazione in merito a tali strumenti, per aiutare i cittadini a non cadere nella trappola.
Ad ogni modo sottolineiamo che, attraverso Avvocato360 è possibile entrare in contatto con validi avvocati esperti in Diritto Bancario, in grado di fornire una consulenza ad hoc per capire se determinati contratti possono essere considerati nulli, e come sia possibile agire per estinguere dei debiti, anche attraverso dilazioni o saldo e stralcio.
Prima di parlare in modo approfondito delle carte di credito revolving, è utile fare un premessa per illustrare brevemente come funziona e di cosa si occupa il diritto bancario.
Genericamente tale ambito del diritto contiene una serie di norme utili per disciplinare i rapporti tra le banche e i clienti, sia società che persone fisiche. Si tratta di questioni molto importanti dato che, quotidianamente, i soggetti intrattengono rapporti con gli istituti di credito.
In pratica vengono definite le norme per regolare l’apertura e il deposito di denaro in un conto corrente, per effettuare pagamenti online, per utilizzare carte di credito, per effettuare investimenti, ecc.
Il nostro consiglio è quello di conservare sempre con cura tutta la documentazione inerenti ad operazioni e contratti bancari, per avere delle prove scritte in caso di contestazioni.
Le banche devono seguire delle precise regole per operare in modo corretto, nel pieno rispetto dei diritti della clientela. Ad esempio non possono essere applicati tassi usurari o spese troppo elevate.
Ad ogni modo può accadere che un soggetto diventi vittima di pratiche scorrette o ingannevoli. In questi casi è possibile impugnare un contratto, chiedendone la nullità e il ristoro di eventuali pregiudizi economici.
Ma come deve agire la vittima esattamente?
L’opzione migliore è quella di scegliere un buon avvocato esperto in diritto bancario, dato che la materia non è sempre di facile comprensione.
In genere, comunque, se gli interessi del privato sono in conflitto con quelli della banca, è possibile intraprendere diverse azioni. Il primo passo da fare consiste nell’inviare un reclamo scritto direttamente all’istituto. Quest’ultimo deve rispondere entro 30 giorni.
Se, tuttavia, non è possibile risolvere la controversia nel suddetto modo, l’interessato può rivolgersi all’ABF, ovvero all’Arbitrato Bancario Finanziario, un sistema di risoluzione stragiudiziale delle liti.
Si tratta di un’alternativa più semplice e veloce rispetto alla causa in tribunale, che non richiede necessariamente la presenza di un legale, anche se consigliata.
E’ possibile rivolgersi all’ABF, soltanto per le controversie:
Tuttavia non è possibile intraprendere questa strada:
Va comunque detto che, il soggetto può sempre rivolgersi al giudice e procedere in giudizio se non ritiene soddisfacente la decisione dell’ABF.
La carta revolving oltre alle funzionalità di tutte le normali carte di credito ha un “prestito” incorporato . Spesso tale pattuizione è illegale ma deve essere contestato per essere dichiarato nullo il contratto .
Il prestito incorporato nella carta revolving può essere utilizzato sia per il ritiro di contanti che per il pagamento di beni o servizi. Diversamente da un vero e proprio prestito però non si è obbligati a pagare ogni mese una rata fissa per rimborsare il saldo, si è invece liberi di rimborsare un pò per volta scegliendo anche l’entità della somma purché superiore ad una quota minima che normalmente si aggira attorno al 5%-10% dell’esposizione debitoria. Al pagamento delle rate si ricostituisce una disponibilità di spesa pari all’importo saldato.
Tutto questo potrebbe apparire comodo e vantaggioso se non fosse che gli interessi in realtà continuano a maturare anche sulle piccole somme già utilizzate con la conseguenza che diviene complicato se non impossibile capire quando effettivamente si è sanato l’intero finanziamento ottenuto e speso con la carta. Ecco perchè capita sempre più spesso imbattersi in persone che hanno difficoltà a rimborsare questo tipo di prestito. In alcuni casi la carta viene addirittura data in “omaggio” all’atto di stipula di un finanziamento poi, tentati dalla disponibilità, gli utenti la utilizzano fino a quando le rate divengono insostenibili e si ritrovano così insolventi. Ciò è illegale ! Ecco spiegato meglio in questo articolo come mai si afferma sia azione illegale .
E’ importante in questi casi non farsi prendere dal panico e non lasciarsi spaventare dalle minacce delle società di recupero crediti a cui queste finanziarie spesso si affidano. I metodi adottati dai recupero crediti sono frequentemente aggressivi se non addirittura violenti per convincere le loro “vittime” a pagare. Per riuscirci telefonano in continuazione, vanno a cercare il debitore a casa o sul posto di lavoro, minacciano e umiliano. Alla fine, molto spesso, la paura vince e il debitore stringe la cinghia rinunciando anche alle spese essenziali pur di pagare.
Ma, come è noto, la paura è sempre una cattiva consigliera e può impedire di riflettere su alcuni importanti dettagli:
Quindi è la finanziaria o la società di recupero crediti a dovere prima dimostrare di poter richiedere il pagamento, oltre a spiegare come e perché ha calcolato gli interessi e le spese e in forza di quale contratto ha diritto di cedere il credito a terzi.
I creditori poi minacciano anche la segnalazione come cattivo pagatore. Ma ricordiamo che “essere segnalato” non significa non poter mai più richiedere prestiti. Nel caso il problema venga sistemato allora è possibile farsi cancellare dalle banche dati. Cosa significa tutto questo? Significa che anche in questo caso come in molti altri già descritti ciò che conviene fare è contestare il contratto. Praticamente quando si dispone anche di una piccola quantità di denaro per chiudere una parte del debito, non è consigliabile usarla per dare un acconto alla finanziaria. Molto meglio fare una proposta di saldo e stralcio, dicendo al creditore che si ha una piccola cifra per pagare e che si è disposto a utilizzarla solo a condizione di potersi liberare di quella posizione debitoria.
La carta di credito revolving (detta anche rateale) è uno strumento emesso da una banca o istituto finanziario che permette di rateizzare il pagamento dei propri acquisti effettuati con la carta stessa.
L’utilizzo della carta revolving comporta però il pagamento degli interessi sugli importi finanziati, con percentuali spesso molto elevate. Questo tipo di carta si differenzia dalla carta di credito a saldo la quale comporta una semplice dilazione di pagamento, a fronte di un tasso d’interesse ben più contenuto se non nullo
Chi utilizza le carte revolving per i propri acquisti dovrà mantenere l’importo finanziato al di sotto del cosiddetto fido, un tetto massimo di esposizione verso la banca. Superato tale tetto, il cliente sarà costretto a pagare un ulteriore costo, pari alla commissione di massimo scoperto.
Questa tipologia di finanziamento risulta ben più accessibile rispetto ai normali prestiti e finanziamenti in quanto richiede meno garanzie da parte del cliente. D’altro canto, però, le carte revolving spesso nascondono numerosi svantaggi, legati soprattutto agli interessi elevati (secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia, i tassi effettivi si aggirano attorno al 17% su un importo di € 5.000, contro un normale 10% di un normale prestito di pari importo) e agli oneri di gestione sostenuti dal cliente.
La continua disponibilità di denaro spinge spesso i clienti a sovra-indebitarsi, non riuscendo più a sostenere gli interessi di mora e le commissioni di massimo scoperto. In un periodo segnato dalla diminuzione dei prestiti ai privati e alle famiglie, l’utilizzo delle carte revolving risulta in costante ascesa, anche tra i più giovani. E’ bene però prestare molta attenzione ai contratti che si sottoscrivono con la propria banca, indagando approfonditamente sui vincoli e sui costi che tali finanziamenti comportano.
I principali elementi da valutare sul lato dei costi sono i seguenti:
Anche i contratti per carte di credito revolving vanno dunque sottoscritti in modo attento e consapevole, avendo ben chiare tutte le condizioni applicate e valutandone bene le implicazioni nel breve come nel medio e lungo periodo.
Vale inoltre la pena di ricordare la regola aurea per quanto riguarda le spese: fare sempre il passo (vale a dire l’acquisto) proporzionato alla propria gamba (cioè alle proprie entrate economiche).
A prima vista, una carta di credito revolving è perfettamente identica a qualsiasi altra carta di credito in circolazione e, in fin dei conti potrebbe anche essere così, se non fosse per alcune particolarità del suo funzionamento, che la rendono una sorta di vera e propria trappola di plastica.
Al di la delle normali funzionalità infatti, la carta di credito revolving presenta “un prestito incorporato”, che può essere utilizzato sia per il pagamento che per il ritiro di contanti. Tale prestito, diversamente da uno qualunque non presenta l’obbligo di pagamento mensile delle rate, permettendo all’intestatario di scegliere l’importo da versare in data libera, purchè, questa sia superiore ad una somma minima che va dal 5 al 10% del debito complessivo.
Una vera e propria pacchia, se non fosse per gli interessi e le spese, che continuano a maturare anche su alcune somme già utilizzate. Ed è questo, il motivo del perchè sempre più intestatari delle carte revolving diventano insolventi.
Pur essendo nata con la finalità di sostenere gli acquisti di beni durevoli, negli ultimi anni la carta di credito (anche revolving) è di fatto sempre più utilizzata presso rivenditori di beni prima necessità (supermercati). La spesa per le esigenze ordinarie di casa si fa praticamente a tassi di interesse pesanti, sostanzialmente usurai che non vengono rilevati dall’indice dei prezzi al consumo.
Contrariamente a quanto si crede, il pagamento di una rata per la carta revolving andrà, solo il parte a rimpinguare il vostro debito mentre, l’altra parte, sarà destinata al pagamento degli interessi e di tutte le altre spese elencante in precedenza. Ergo, versare le rate non serve a nulla. L’estinzione di un debito revolving può avvenire realmente soltanto con un versamento effettuato in un unica soluzione, che in genere richiede l’apertura di un nuovo finanziamento per essere affrontato.
Praticamente, ci si trova di fronte ad una spirale discendente senza fine
Se, e di certo non ve lo auguro, doveste esservi accorti che la situazione descritta nelle righe precedenti corrisponda alla vostra, la prima cosa che vi consiglio di fare è di restare calmi, e di non prendere decisioni affrettate, che possano peggiorare la vostra situazione.
Dopodiché, a seconda della situazione in cui vi trovate, ecco come sarebbe meglio agire:
Se vi rendete conto di non riuscire ad estinguere il vostro debito, richiedete alla banca o alla finanziaria in questione il conteggio estintivo: un documento che attesta l’ammontare esatto del debito e, le modalità con le quali è possibile procedere al rimborso.
Ci potrebbero essere delle irregolarità a monte, e in questo caso, potreste addirittura riuscire a non pagare il debito dovuto alla carta revolving.
Se invece, credete che gli interessi applicati al vostro debito siano troppo alti – cosa che potrebbe essere vera si può valutare l’eventualità di un’azione legale, in caso ci si trovi di fronte ad anatocismo o usura.
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