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Collocamento obbligatorio: chi ne ha diritto?

Il collocamento obbligatorio è previsto dallo Stato per eliminare le disuguaglianze che impediscono ai cittadini di avere le medesime opportunità lavorative. Ogni azienda deve assumere una quota di lavoratori appartenenti alle categorie protette, in base al numero di dipendenti.

Gli Stati moderni pongono una particolare attenzione alla tutela dei soggetti più deboli, per evitare disparità evidenti tra i cittadini. Risulta ovvio, infatti, che un individuo con dei problemi fisici o psichici non abbia le stesse opportunità degli altri. 

Essere totalmente esclusi dal mondo lavorativo potrebbe essere un ulteriore elemento di emarginazione sociale e sconforto per tutti quei soggetti che hanno una forma di disabilità più o meno grave.

Per questo motivo il legislatore ha imposto alle aziende, l’obbligo di assumere un determinato numero di soggetti appartenenti alle categorie protette. Ma in quali casi avviene?

In particolare quali sono le persone che hanno diritto al collocamento obbligatorio? Scopriamolo insieme nelle prossime righe.

Cos’è il collocamento obbligatorio?

Lo Stato ha il dovere di garantire ai cittadini le stesse opportunità. Per fare ciò, è necessario rimuovere le diseguaglianze, anche per quanto riguarda l’accesso al mondo del lavoro. Tale aspetto è una caratteristica comune a molti stati moderni, che si impegnano a garantire gli stessi diritti a tutti.

Da un lato è innegabile che per quanto riguarda il mondo del lavoro non tutti possano avere le stesse opportunità. La carriera lavorativa dipende da molti fattori, e ovviamente alcuni soggetti sono più portati, più preparati, più competitivi e più determinati di altri. Ma, a parte ciò, ci sono alcuni aspetti che non dipendono direttamente dalla volontà di una persona. 

Ad esempio chi ha una menomazione fisica o psichica, oggettivamente ha meno possibilità di altri, ma anche chi appartiene a una famiglia povera non può studiare ed accedere alla conoscenza come le persone più abbienti.

Le assunzioni obbligatorie servono proprio a questo, ovvero a colmare le disparità più evidenti e a dare delle chance a individui che altrimenti verrebbero scartati, con il rischio di rimanere ai margini della società.

L’art. 3 della Costituzione infatti afferma che:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese

Quindi, da quanto possiamo leggere il legislatore deve prendere per mano chi rischia di rimanere indietro e quindi escluso dalla vita sociale a causa di alcune problematiche legate alle salute, come malattie o menomazioni fisiche o psichiche.

Individui con disabilità, infatti, hanno molte difficoltà, tra le quali anche quelle inerenti all’accesso al mercato del lavoro

Il collocamento obbligatorio rappresenta perciò una modalità per minimizzare i disagi dei soggetti con delle disabilità. L’obbligo riguarda sia le aziende pubbliche che private con un certo numero di dipendenti. Queste devono assumere una quota di soggetti appartenenti a categorie esposte al rischio di esclusione sociale.

In particolare il collocamento mirato obbliga le azienda con almeno 15 dipendenti ad assumere un certo numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette. 

Come funziona il collocamento obbligatorio?

Le leggi che disciplinano il collocamento obbligatorio hanno subito varie modifiche negli ultimi anni. In particolare recentemente sono cambiati i criteri per calcolare il numero di soggetti che un’azienda deve necessariamente assumere.

Ad ogni modo l’obbligo di assumere soggetti appartenenti alle categorie protette deve essere inteso come un percorso di inserimento con lo scopo di garantire la crescita professionale per in un determinato contesto lavorativo. 

Esistono, infatti diversi strumenti tecnici di supporto per riuscire a individuare adeguatamente le persone più indicate a ricoprire determinati ruoli in azienda, in base alle effettive capacità lavorative.
In altre parole vengono analizzati i posti di lavoro disponibili, gli ambienti, le relazioni interpersonali sul luogo di lavoro per riuscire a dare un vero sostegno ai soggetti più deboli.

Va sottolineato che esistono delle sanzioni per le aziende che non rispettano il collocamento obbligatorio. In particolare la legge punisce gli inadempienti nei seguenti modi:

  • 516 euro se viene inviato in ritardo il prospetto informativo sui lavoratori assunti, oltre a 25 euro in più per ogni giorno di ritardo
  • 51 euro per ogni lavoratore non assunto, che scatta dopo 60 giorni dal termine obbligatorio per l’assunzione

L’importo ricavato a causa delle sanzioni viene versato al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili.

Ad ogni modo per rientrare nelle cosiddette categorie protette un soggetto deve ottenere l’invalidità civile, ovvero le commissioni Asl dovranno verificare se ci sono i requisiti. In caso positivo l’interessato può iscriversi alle liste provinciali del collocamento presso i Centri per l’Impiego.

Chi ha diritto al collocamento obbligatorio?

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto perchè il legislatore ha previsto il collocamento obbligatorio per i soggetti appartenenti alle categorie protette, vediamo ora di capire esattamente chi ha tale diritto.

I datori di lavoro devono necessariamente assumere un certo numero di dipendenti con disabilità, in base al numero totale dei lavoratori in azienda, come vedremo.

Hanno diritto al collocamento obbligatorio:

  • persone disoccupate
  • che vogliono trovare un’occupazione adeguata alle proprie capacità
  • immediatamente disponibili
  • cittadini italiani, o stranieri regolarmente presenti in Italia
  • in età lavorativa, quindi con più di 16 anni 

Oltre alle suddette caratteristiche, comunque, si parla di categorie protette se i soggetti sono:

  • portatori di handicap fisico o psichico, con una riduzione della capacità lavorativa superiore del 45%, 
  • invalidi del lavoro con invalidità superiore al 33%
  • non vedenti o con un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi 
  • sordi 
  • invalidi di guerra o civili e di servizio

Fino ad ora abbiamo elencato solo persone con disabilità, tuttavia anche altre categorie sono a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.

In particolare:

  • gli orfani e i coniugi di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio
  • coniugi superstiti e figli di grandi invalidi per causa di guerra, di servizio o di lavoro o di profughi di italiani rimpatriati
  • vittime del terrorismo o della criminalità organizzata

Quali sono gli obblighi delle aziende?

Come abbiamo anticipato nelle righe precedenti i datori di lavoro sia del settore pubblico che privato devono assumere un certo numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette, ovvero:

  • 7% dei lavoratori, se ci sono più di 50 dipendenti
  • 2 lavoratori disabili, se ci sono da 36 a 50 dipendenti;
  • 1 lavoratore disabile, se ci sono da 15 a 35 dipendenti.

Con il Jobs Act sono leggermente cambiate le regole, infatti i datori di lavoro privati devono attuare il collocamento obbligatorio al raggiungimento di 15 dipendenti. Prima invece si doveva procedere dopo avere raggiunto un organico di 16 dipendenti.

DIRITTO DEL LAVORO COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO INVALIDITÀ
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