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Mediazione familiare: cos'è e come funziona

La mediazione familiare è volontaria, oppure la legge introdurrà ipotesi di mediazione familiare obbligatorietà, come per la mediazione civile e commerciale?

La mediazione familiare nasce da un dato di realtà sociale: che un matrimonio su tre oggigiorno finisce in una separazione dei coniugi, ecco che si prospetta allora la figura del mediatore familiare; un professionista caratterizzato da multidisciplinarità che con competenze in ambito, giuridico, sociologico e psicologico svolge il ruolo di facilitatore tra i coniugi che hanno deciso di separarsi.

Il mediatore familiare permette agli stessi di riaprire, la dove li abbiano interrotti, i canali di comunicazione per poter addivenire attraverso una metodologia, caratterizzata da tecniche di negoziazione a degli accordi su singoli punti della separazione sia di natura finanziario e patrimoniale, sia soprattutto in relazione alla tutela dei figli che devono essere messi al centro del percorso di mediazione ai fini della salvaguardia dei loro interessi, soprattutto quando i figli sono ancora minorenni; per arrivare a un accordo complessivo che rappresenta le regole e le condizioni a cui la separazione avverrà con l’omologazione dell’accordo da parte del Tribunale e l’assistenza davanti al Giudice dei rispettivi avvocati.

Il percorso di mediazione familiare deve accompagnare la coppia a un accordo soddisfacente per entrambi per arrivare a un “separazione positiva”; le cattive separazioni sono quelle giudiziali dove si fa la guerra e scatta la faida tra gli ex coniugi, vivendo l’illusione che attraverso la vendetta si possa lenire il dolore e la frustrazione di un matrimonio non andato a buon fine.

Il mediatore familiare fa arrivare la coppia alla capacità di giungere a un possibile accordo che prima non era nelle loro corde e trasmette quella mentalità e quella serie di capacità che saranno indispensabili per la coppia nel periodo successivo alla separazione per poter gestire da soli quella che sarà comunque una relazione che in presenza di figli perdurerà per tutta la vita, perché la genitorialità non viene meno con la separazione, ecco che un accordo condiviso aiuta gli ex coniugi ad essere dei “genitori responsabili” verso i loro figli e spiana la strada alla cessazione degli effetti civili oppure allo scioglimento del matrimonio col conseguente divorzio, come ultima fase della crisi matrimoniale.

Nel momento in cui scrivo, la mediazione familiare è uno strumento giuridico di natura volontaria e anche la figura professionale del mediatore familiare non è, a differenza del mediatore civile e commerciale, regolamentata attraverso un apposito albo professionale; sono invece, sorte numerose associazioni professionali di mediazione familiare, che non rappresentano ne un albo ne un ordine, a cui ci si può associare previo superamento di un corso di formazione biennale riconosciuto dalle Regioni ed organizzato da scuole private accreditate e che rilasciano un attestato di qualifica professionale di “Esperto Mediatore Familiare”.

Tuttavia è stato presentato in data 3 agosto 2018 presso il Senato della Repubblica alla seconda Commissione Giustizia il Disegno di Legge n. 735, cd Pillon, dal nome di uno dei senatori firmatari, che andrà a regolamentare l’ampia materia dell’Affido Condiviso, e che contiene il riferimento alla Mediazione Familiare Obbligatoria.

La mediazione familiare obbligatoria riguarderà tutte le coppie in separazione con figli minori.

Mediazione familiare Obbligatoria, DdL Pillon

In un imminente prossimo futuro, probabilmente anche per le separazioni aventi ad oggetto figli minori, la legge prevederà come già avviene con il Dlgs 4 marzo 2010 n. 28 per alcune materie di diritto civile e commerciale, una condizione di procedibilità che richiederà un tentativo obbligatorio di mediazione prima di potersi rivolgere al Giudice.

Vedremo come questa strumento giuridico di giustizia, si integrerà e coordinerà con la normativa codicistica e con la legge speciale in materia di separazione dei coniugi.

Il testo contiene novità anche sul collocamento presso i genitori dei figli minori, i tempi andranno parificati con una permanenza minima di 12 giorni per ogni ex partner e sull'introduzione del cd mantenimento diretto e la progressiva scomparsa dell’assegno di mantenimento; nonché un riconoscimento professionale del mediatore familiare con l’istituzione dell’apposito albo.

Certamente la novità porterebbe al pieno riconoscimento della mediazione familiare, lo strumento più raffinato, e anche più economico per la risoluzione dei conflitti, soprattutto nel delicato ambito familiare.

Anche se in una materia così delicata, la nuova legge dovrà considerare le ipotesi non mediabili quando si tratti di relazioni familiari violente.

Manca la cultura della mediazione

a dire il vero, già la legge sulla “negoziazione assistita da avvocati”(altro strumento di risoluzione alternativa della controversia) D.L 12 settembre 2014 n.132 convertito con la L. n.162/2014 all’art 6, prevede che: i coniugi possono raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio (divorzio), nonché di modifica delle condizioni di separazione o divorzio precedentemente stabilite, attraverso la convenzione di negoziazione (accordo) assistita da almeno un avvocato per parte.

In questo caso sono attribuite agli avvocati funzioni proprie del negoziatore o facendo una similitudine del Giudice all'udienza presidenziale di separazione o divorzio.

Questo comporta nell'avvocato delle conoscenze di metodologie e tecniche di negoziazione, sia al di qua del tavolo di trattativa nel rapporto di mandato con il suo assistito, che al di la del tavolo di trattativa nella ricerca con la controparte di un valore aggiunto per un reciproco interesse condiviso in un ottica di problem solving.

Mentre in linea di massima gli avvocati sono ben preparati nella gestione della controversia con capacità di diritto processuale e sostanziale davanti al Giudice, non tutti riescono a gestire il conflitto prima ancora della controversia, con opportune tecniche negoziali.

Indubbiamente la mediazione familiare obbligatoria rappresenta uno strumento più raffinato della negoziazione assistita proprio per la presenza di un professionista, il mediatore familiare terzo e imparziale rispetto alle parti, e che svolge il compito di allentare la disputa tra i coniugi e li conduce a vivere costruttivamente la conflittualità; ciò è tanto più possibile, quanto più la parte e il proprio avvocato collaborino col mediatore familiare con capacità, impegno e buona fede nella ricerca della soluzione condivisa.

Nonostante che il legislatore negli ultimi anni stia moltiplicando gli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi al giudizio in varie materie del diritto con lo scopo di deflazionare il sistema giudiziario, tuttavia è necessario un cambio di passo nella cultura della mediazione diretta alla conciliazione della lite, sia da parte dei soggetti in conflitto, sia da parte degli operatori del diritto.

I clienti dovrebbero scegliere in modo maggiormente consapevole un avvocato che li assista con capacità e propensione già nella gestione del conflitto oltre che nella controversia; gli avvocati ancora oggi, nonostante l’ordinamento conosca da alcuni anni strumenti di mediazione obbligatoria, si dividono in gran parte tra: avvocati tradizionali per mentalità e/o opportunismo professionale, considerando i sistemi di risoluzione alternativa della controversia come il “Medioevo della Giustizia”, perché essa si caratterizza solamente nella sentenza del Giudice, e quegli avvocati che vedono nelle soluzioni negoziali e ”degiurisdizionali” delle controversie una evoluzione positiva del sistema giustizia e un cambiamento di ruolo che gli avvocati sono chiamati a svolgere in un prossimo futuro, nel rispetto della cornice della legge e di quelle garanzie consolidate nell'ordinamento giuridico, presenti soprattutto nella materia del diritto di famiglia.

La mediazione familiare che si appresta a diventare obbligatoria, dovrà essere testata dalla prova dei fatti nella sua capacità di incidere efficacemente nella soluzione dei conflitti familiari.

 




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