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Mediatore familiare: chi è e di cosa si occupa?

Il mediatore familiare è un soggetto terzo imparziale, con una formazione specifica per potere svolgere la cosiddetta mediazione familiare, cioè aiutare le coppie che intendono separarsi a trovare degli accordi in merito alle questioni inerenti all’affidamento dei figli e al mantenimento.

Non sempre è facile trovare degli accordi quando ci sono dei contrasti, si tra marito e moglie, sia tra fratelli o parenti in generale. Portare la questione in Tribunale, però, non rappresenta sempre la scelta migliore.

In Italia le cause civili sono molto lunghe, possono durare anche anni, e dispendiose. Detto ciò non c’è comunque nessuna garanzia di riuscire a vincere ed ottenere quanto sperato. La parte soccombente, tra l’altro deve pagare anche le spese legali di quella vincitrice.

Il mediatore familiare rappresenta invece una figura professionale in grado di aiutare le parti a comunicare meglio tra di loro. Quando ci sono dei conflitti, infatti, è difficile valutare la situazione in modo oggettivo, senza farsi travolgere dalle emozioni. 

Vediamo, quindi, di capire cosa si intende per mediazione, e perchè può essere utile anche nelle dispute tra marito e moglie o tra parenti.

Chi è il mediatore familiare?

Il mediatore familiare è una figura professionale, imparziale, con competenze specifiche per aiutare a risolvere dispute tra coniugi, o tra parenti. Va precisato, comunque, che l’accordo viene preso in maniera volontaria dagli interessati, senza influenze particolari. Con la mediazione vengono dati dei consigli per riuscire a riaprire il dialogo, e affrontare la situazione con maturità e responsabilità.

Soprattutto quanto si tratta di separazione o divorzio, è di fondamentale importanza che marito e moglie riescano a mantenere il rispetto reciproco, comunicando tra di loro, cercando di analizzare la situazione per stabilire insieme come procedere con:

  • l’assegno di mantenimento
  • l’affido condiviso
  • l’assegnazione della casa coniugale

Risulta ovvio che, tale approccio diventa indispensabile se ci sono dei figli, che non possono diventare dei motivi per litigare o per vendicarsi del partner. Mantenere un clima sereno è utile per tutti i soggetti coinvolti, oltre a rendere più snelle e veloci le procedure per potere separarsi.

Con la cosiddetta separazione consensuale, infatti, i coniugi possono evitare il processo in introdotto diverse novità, tra le quali la possibilità di divorziare dopo soli 6 mesi, se la coppia si è separata consensualmente.

In Italia esistono diverse associazioni di categoria, ed un apposito elenco ministeriale, quindi è relativamente facile individuare un mediatore.
D’altro canto anche alcuni avvocati divorzisti si sono specializzati nella mediazione e possono fornire indicazioni complete ai propri clienti, illustrando chiaramente le varie possibilità che la legge permette.

In genere il primo colloquio con il mediatore è informativo, mentre i successivi servono per portare avanti un percorso per trovare degli accordi tra le parti. Di norma sono necessari circa 10 o 12 incontri.

Di cosa si occupa il mediatore familiare?

Come abbiamo anticipato un mediatore familiare si occupa principalmente di coppie in procinto di separarsi o divorziare, ma l’obiettivo non è quello di riappacificare la coppia, quanto di aprire il dialogo per trovare degli accordi più favorevoli ad entrambi ed evitare una lunga causa in tribunale.

Perciò è importante non confondere tale figura professionale con quella del consulente matrimoniale, utile per tentare di risolvere i problemi e dare un’altra chance al matrimonio.
Le coppie che intendono ricorrere alla mediazione, hanno già deciso di separarsi ma intendono farlo nel modo migliore possibile, chiedendo volontariamente la consulenza di un esperto per riuscire a dialogare nel modo corretto.

Non si tratta nemmeno di uno psicologo in grado di impedire alle coppie di litigare, il mediatore semplicemente aiuta coloro che hanno già deciso di volere una soluzione pacifica dei problemi, per riuscire a trovare le modalità giuste per confrontarsi e per riattivare i canali comunicativi.

Ma, la mediazione familiare è utile anche quando si verificano contrasti tra fratelli, ad esempio quando devono prendere decisioni difficili in merito all’organizzazione di vita dei genitori anziani.

I benefici di una procedura di questo tipo sono notevoli, e possiamo elencarli di seguito:

  • opportunità di trovare accordi condivisi, invece di accettare la decisione di un giudice
  • tempistiche molto più brevi rispetto a quella giudiziaria
  • costo inferiore
  • intraprendere il percorso in modo più sereno

Il ruolo del mediatore familiare nella separazione

Nelle righe precedenti abbiamo detto che la mediazione può essere particolarmente utile per risolvere in modo pacifico dispute tra parenti, ma anche tra coniugi.

Se marito e moglie hanno capito di non volere portare avanti il loro matrimonio, per la legge, possono intraprendere 3 strade:

  • non fare nulla, quindi essere separati di fatto, e risultare ancora sposati secondo la legge, anche se vivono in case separate
  • intraprendere una causa in tribunale
  • separarsi consensualmente, cioè cercando un accordo attraverso la mediazione di un soggetto imparziale

La separazione consensuale rappresenta la soluzione più conveniente e veloce per ufficializzare la rottura e fare decorrere il termine utile per poter chiedere il divorzio.

In particolare con la legge n.162 del 2014, il legislatore ha introdotto alcune modalità totalmente nuove per i coniugi che decidono di mantenere dei rapporti civili anche durante la loro crisi matrimoniale. 

Oltre al classico processo civile, infatti, ora è possibile separarsi:

  • attraverso la negoziazione assistita degli avvocati, un concetto molto simile a quello della mediazione, nel quale il legale diventa un vero e proprio negoziatore per aiutare le parti a sottoscrivere un accordo
  • procedura in Comune, di fronte a un ufficiale di stato civile

Risulta evidente, che entrambe le alternative, siano davvero molto flessibili e più convenienti della causa ordinaria. Va sottolineato però, che in presenza di figli minori o maggiorenni non autosufficienti, è obbligatoria la presenza di un legale per garantire che vengano tutelati i diritti dei figli. Perciò la procedura in comune non è sempre possibile.

Quando la mediazione è obbligatoria?

Per concludere l’argomento è utile evidenziare che la mediazione è una particolare procedura prevista dal nostro sistema giuridico, per risolvere le controversie in modo più semplice, e può essere di tre tipologie:

  • facoltativa: scelta in modo volontario dalle parti
  • delegata: quando il Giudice invita le parti a un tentativo di conciliazione obbligatoria
  • obbligatoria: per determinate materie la mediazione rappresenta la condizione di procedibilità della domanda giudiziale, in altre parole se non c’è stato un tentativo di conciliazione non è possibile procedere con la causa in tribunale.

L’obbligatorietà deriva dal fatto di volere alleggerire la macchina della Giustizia, prevedendo delle soluzioni stragiudiziali per quanto riguarda le problematiche più semplici da risolvere.

In particolare il diritto italiano prevede la mediazione obbligatoria per le seguenti materie:

  • conflitti condominiali tra condomini ma anche con l’amministrazione
  • diritti reali, quindi controversie sulla proprietà di terreni, usufrutto, usucapione etc
  • successioni ereditarie
  • locazioni e comodati
  • risarcimento per responsabilità medica
  • risarcimento per diffamazione sia a mezzo stampa o con altri mezzi di comunicazione
  • contratti bancari, assicurativi e finanziari

Ma, nei seguenti casi, non è necessaria:

  • decreti ingiuntivi
  • convalida di sfratto
  • procedimenti possessori
  • opposizione all’esecuzione forzata
  • procedimenti in camera di consiglio
  • azione civile esercitata nel processo penale​
MEDIAZIONE FAMILIARE MEDIAZIONE OBBLIGATORIA MEDIATORE FAMILIARE
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