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Cosa si intende per apologia di reato?

Talvolta si sente la notizia di qualcuno che ha commesso apologia al fascismo, essa fa parte dell'apologia di reato, vediamo insieme di cosa si tratta.

L'apologia di reato è un reato previsto dal Codice penale italiano all'articolo 414, articolo che ha lo scopo di criminalizzare la manifestazione pubblica di appoggio o ammirazione per atti criminali, indipendentemente dal contesto in cui sono stati commessi.

L’apologia di reato, infatti, consiste nell'elogiare o difendere pubblicamente un'azione che viene riconosciuta come reato dalla legge della nazione in cui si vive.

Come detto sopra, celebre è l’apologia al fascismo, la quale continua ad essere un tema attuale per via della minaccia, di alcuni, della volontà di ricostruire il partito fascista.

Il concetto di apologia di reato è spesso legato al fenomeno della discriminazione: frequentemente è utilizzato per difendere atti di violenza o discriminazione basati su razza, religione, orientamento sessuale o altri fattori. Lo scopo di questo reato è quello di prevenire la diffusione di ideologie dannose che possono incitare altri a commettere crimini simili.

Apologia di reato: cosa comprende

L'apologia di reato riguarda principalmente le espressioni verbali ma può essere associato anche a gesti e azioni, come mostrare simboli o bandiere che glorificano il delitto, o indossare una maglietta con una scritta esaltante un crimine commesso.

La magistratura ha cercato di chiarire il significato del concetto di "apologia di reato", essendo esso soggetto a mal interpretazioni, stabilendo che per configurare questo reato, non è sufficiente un'opinione o un'espressione generale, ma deve esserci una chiara volontà di promuovere o giustificare il reato. Inoltre, è importante considerare il pubblico a cui l'espressione è rivolta e l'effetto che può avere su di esso.

La magistratura ha precisato che non tutte le forme di espressione che possono essere considerate offensive o inappropriate rientrano nella categoria dell'apologia di reato e che è necessaria una valutazione caso per caso per determinare se un'espressione costituisce un reato.

In generale perché un’espressione venga considerata apologia di reato, richiede:

  • un ruolo attivo del parlante, ovvero l'intenzione di giustificare o esaltare il reato;​
  • che il reato sia stato commesso e esposto in un luogo pubblico in tutta la sua gravità con l'intenzione specifica di lodare l'atto criminale;
  • che non sia solo un'opinione o un'espressione generale ma una chiara volontà di promuovere il reato e che l’azione abbia la concreta possibilità di causare immediatamente la commissione di crimini o, almeno, la probabilità che questi vengano commessi in un futuro prossimo."
  • che l'espressione sia di manifesta gravità, tenendo conto delle circostanze e del contesto in cui è stata pronunciata;

Apologia di reato: sanzioni

In Italia, l'apologia di reato è sanzionata con la reclusione da uno a cinque anni e talvolta essa può essere associata anche con altri reati, come l'istigazione all'odio razziale o la diffamazione. In questi casi, la punizione può essere più severa.

Inoltre, è importante notare che l'apologia di reato non riguarda solo i crimini commessi in passato, ma anche quelli che sono stati commessi recentemente o che si stanno per commettere. Quindi, è possibile che una persona venga perseguita per aver esaltato un attacco terroristico che si è verificato di recente.

Specifichiamo che questo reato è considerato un reato autonomo, ovvero non è necessario che venga commesso un delitto perché si possa perseguire chi ne fa l'apologia, ma è sufficiente la diffusione di tale discorso.

L'apologia di reato può essere commessa anche attraverso la pubblicazione sui social media o su qualsiasi altro mezzo di comunicazione a distanza, e questo comporta sanzioni anche per chi diffonde o condivide tali contenuti.

Il fine di queste sanzioni è quello di punire coloro che utilizzano discorsi violenti o incitatori, e di prevenire la commissione di eventuali reati che potrebbero essere causati dalla diffusione di tali argomenti.

E' importante notare che le sanzioni per l'apologia di reato non sono limitate a quelle penali, ma anche all'ambito civile e al diritto del lavoro. ad esempio può essere licenziato un lavoratore che commette apologia di reato su un social network.

​Libertà di parola e apologia di reato

La libertà di parola è un diritto fondamentale garantito dalla maggior parte delle costituzioni e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. Esso protegge il diritto delle persone di esprimere le proprie opinioni senza temere la repressione da parte delle autorità.

Tuttavia, la libertà di parola non è assoluta e può essere limitata in determinate situazioni, ad esempio per proteggere gli interessi della sicurezza nazionale, la salute pubblica o i diritti degli altri.

La libertà di parola, infatti, non è solo un diritto ma anche una responsabilità, in quanto richiede di utilizzare tale facoltà in modo ragionevole, evitando di incitare alla violenza o alla commissione di reati.

L'apologia di reato è un esempio di come, in alcuni casi, la libertà di parola vada limitata.

Tuttavia, l'interpretazione dell'apologia di reato può essere oggetto di dibattito e controversia giuridica. La legge, infatti, non specifica esattamente cosa costituisca "giustificazione" o "esaltazione" pubblica di un reato, il che può causare confusione e potenziale abuso della legge. Ci sono stati alcuni casi, infatti, in cui le persone sono state accusate di apologia di reato soltanto per aver espresso opinioni che sono state considerate controverse o offensive, ma che non hanno effettivamente incitato alla violenza o alla discriminazione.

In generale si può dire che l'apologia di reato rappresenta un argomento complesso e delicato che richiede un'interpretazione attenta e ponderata da parte delle autorità giudiziarie, caso per caso. È, infatti, molto importante che queste abbiano la capacità di riconoscere e punire i comportamenti che incitano alla discriminazione e alla violenza, senza tuttavia limitare ingiustamente la libertà di espressione delle persone.


Fonti: articolo 414, Codice Penale





APOLOGIA DI REATO APOLOGIA AL FASCISMO LIBERTÀ DI PAROLA
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