NATO è un acronimo che sta per “Organizzazione del Trattato Nord Atlantico” e rappresenta una delle principali istituzioni internazionali al mondo. Ad oggi riunisce 30 paesi membri dell’Europa e dell’America del Nord e garantisce la sicurezza dei Paesi membri dell'organizzazione stessa.
Nelle ultime settimane si è sentito parlare spesso della Nato, l’organizzazione dei paesi occidentali al centro delle vicende insieme alla Russia di Putin. Andiamo ad analizzare nel dettaglio il suo funzionamento e che ruolo potrebbe svolgere nei prossimi giorni.
Nasce il 4 aprile del 1949 come risposta al sistema dittatoriale presente in Unione Sovietica, paese antidemocratico che imponeva un severo regime nei paesi sotto la sua influenza. Dopo la seconda guerra mondiale infatti, l’Europa si poteva definire spaccata in due, con gli stati appartenenti al blocco occidentale da un lato, e il blocco dell’ex URSS dall’altro. L'organizzazione viene per altro chiamata “Alleanza Atlantica” e si può definire come uno dei primi prodotti di quella che verrà successivamente definita dagli storici come “Guerra Fredda”, un lungo periodo di rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica caratterizzato da uno stato di continua tensione diplomatica fra le due potenze che causò tra l’altro una serie di guerre locali combattute solitamente in stati del Terzo Mondo.
Gli attuali stati membri sono 30 e tra i principali attori di questa alleanza rientrano Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Spagna. A loro si sono aggiunti numerosi paesi dell’est Europa, tra cui diverse repubbliche ex-sovietiche come l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, oltre a Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria, Romania e Slovacchia.
L’organo di punta è il cosiddetto Consiglio Atlantico (NAC) con sede a Bruxelles, formato da rappresentati permanenti dei paesi membri, tra cui figurano vari ministri. Nella struttura militare troviamo il Comitato Militare, formato dai Capi di Stato Maggiore della Difesa dei paesi membri. Da esso dipendono l’IMS (Stato maggiore militare internazionale), l’ACT (Comando alleato della trasformazione) con sede a Norfolk (USA), e l’ACO (Comando alleato delle operazioni) con sede a Mons (Belgio) e responsabile delle attività di comando NATO impiegate in operazioni. La zona atlantica è divisa in quattro aree geografiche (Europa, Atlantico, Canale della Manica e Canada-Usa). Alla guida vi è attualmente presente Jens Stoltenberg, un politico norvegese di 62 anni considerato da tempo un pacifista, oppositore all’epoca della guerra in Vietnam. Questa sua indole lo porta alla decisione di non voler spiegare truppe militari in Ucraina, bensì di attuare un piano di difesa.
A seguito della caduta del Muro di Berlino (1989) e il conseguente scioglimento del Patto di Varsavia, viene a meno lo scopo dell’intera organizzazione, fino ad ora in contrasto con il blocco sovietico. La NATO ha quindi deciso di porre le basi per un rapporto non conflittuale con gli avversari dell’ex-Urss riconfermando inoltre la necessità di un sistema difensivo generale anche in termini nucleari, per via dell’instabilità provocata dal cambiamento del quadro strategico europeo. Nello specifico, i nuovi obbiettivi sono virati verso la lotta al terrorismo internazionale e negli ultimi anni è intervenuta militarmente in diversi conflitti, fra cui si ricordano quello in ex-Jugoslavia, la guerra del Kosovo e in Afghanistan.
L'articolo 10 del Trattato del Nord Atlantico stabilisce che nuovi stati possano diventare membri dell’organizzazione tramite una sorta di invito previo “consenso unanime”.
Sono dunque possibili anche degli impedimenti da parte di altri stati. Un caso celebre è quello della Turchia, che bloccò l’ingresso di Cipro a causa delle continue dispute presenti fra le due nazioni. Per entrare a far parte dell’organizzazione si rende spesso necessario un periodo di dialogo, come nel caso di Bosnia Erzegovina, Georgia e Ucraina. Proprio nel caso di quest’ultima è in corso un meccanismo di preadesione iniziato nel 2005, definito MAP. La partecipazione a questa fase prevede la presentazione di un rapporto su base annua che contenga i progressi fatti per raggiungere i criteri stabiliti, affinché la NATO possa rispondere, dando suggerimenti e valutando la situazione di ogni singolo paese.
Come già detto l’Ucraina ha intrapreso un piano di preadesione per entrare nella Nato.
Come conseguenza a ciò, la Russia ha sempre dimostrato un atteggiamento ostile, essendo l’Ucraina uno stato strategico dal punto di vista geografico e politico. Seppur la parentesi con il leader Viktor Yanukovich abbia rappresentato uno stop al processo di adesione, a seguito dell’invasione militare russa del 2014, il nuovo governo instauratosi all’epoca ha ritenuto nuovamente prioritaria l’adesione alla NATO. Il consenso della popolazione, a seguito dell’invasione, si è innalzato notevolmente nei confronti di questa scelta, dimostrando un progressivo allontanamento dalla sfera di influenza russa.
In merito alla recente crisi, come già citato dal presidente dell’organizzazione, la NATO non ha intenzione di spiegare truppe sul territorio ucraino. La strategia prevede in realtà un supporto militare agli alleati, dimostrato dall’aumento delle truppe sul fronte orientale, per proteggere i paesi che si affacciano al mar Baltico e in questo momento temono ripercussioni da parte della Russia.
Ma la NATO potrebbe intervenire in Ucraina, nonostante quest’ultima non faccia ancora parte dell’alleanza?
A quanto pare no, a meno che non si faccia riferimento all’articolo 4 del Trattato, attestante che in caso venisse minacciata l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un paese membro l’organizzazione dovrebbe riunirsi in consultazione. Se si guarda quindi all’invasione dell’Ucraina non come unico obiettivo, ma come punto di inizio di un’azione di ricostruzione dell’ex blocco sovietico, la NATO potrebbe avere il pretesto per intervenire. La diplomazia internazionale è convinta infatti che l’obbiettivo del presidente russo sia quello di realizzare il grande sogno di una Russia unita, aggredendo, se necessario, gli stati vicini.
È bene ricordare inoltre come il segretario generale della NATO ha sottolineato che il governo russo non potrà impedire l’adesione dell’Ucraina, poiché non si sarebbe tornati all'era delle sfere di interesse, quando i grandi paesi decidono per quelli più piccoli.
Come abbiamo visto la NATO è un’importante organizzazione avente come principi la difesa collettiva degli stati membri, uniti da un legame transatlantico tra Europa e America del Nord e da un’alleanza politica e militare che ha il compito di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, attraverso l’impegno a risolvere in modo pacifico le controversie o, in caso di fallimento degli sforzi diplomatici, con la gestione militare della crisi, sempre in base alla clausola di difesa collettiva presente nell’Articolo 5 del Trattato di Washington.
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