Il crowdfunding rappresenta una modalità innovativa e molto interessante di finanziamento dal basso, ovvero basata su una molteplicità di persone che decidono di credere e quindi di investire in un determinato progetto.
Si tratta di una vera e propria opportunità soprattutto per giovani aziende e start up che non dispongono di molto capitale. I progetti vengono promossi e pubblicizzati tramite il web, in piattaforme dedicate per mettere in contatto potenziali investitori e imprenditori.
Ma come funziona esattamente? Quali sono i riferimenti normativi in Italia? Quante tipologie di crowdfunding esistono? Scopriamo insieme nelle prossime righe.
Crowdfunding è un termine che deriva dalle parole inglesi “crowd”, che significa folla e “funding” cioè finanziamento. Di tratta quindi di un’espressione volta ad indicare una modalità per “trovare fondi attraverso la folla”.
Attraverso l’aiuto di benefattori che scelgono di puntare e di investire liberamente in un progetto che considerano meritevole e valido, molti imprenditori riescono ad ottenere la liquidità necessaria per fare decollare il loro business. Si tratta di una forma alternativa di finanziamento, utile soprattutto per le start up. All’inizio, infatti, è difficile riuscire a convincere gli investitori, senza offrire molte garanzie di un ritorno economico.
Possiamo affermare che il crowdfunding rappresenta la raccolta fondi del nuovo millennio, derivante dalla sharing economy e reso efficiente grazie alle potenzialità del web. Online, infatti, le idee scorrono veloci, e le informazioni sono a portata di tutti, utilizzando i canali giusti gli imprenditori e i loro progetti possono pubblicizzarsi ed essere visibili a molti soggetti potenzialmente interessati ad investire.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento esponenziale di tale pratica, una crescita resa possibile proprio grazie al sempre maggiore utilizzo di internet e di ambienti virtuali per mettere in contatto persone e idee. I nuovi progetti imprenditoriali possono raggiungere rapidamente una platea sostanzialmente illimitata, quindi hanno molte chance per ottenere un sostegno economico.
Esistono diversi tipi di crowdfunding, con caratteristiche ed implicazioni differenti. Si tratta di modelli che si devono adattare alla specifica legislazione economica e fiscale dei vari Paesi.
In modo particolare si possono distinguere le seguenti tipologie:
L’unica tipologia disciplinata in Italia è l’equity, attraverso un regolamento Consob del 26 giugno 2013, con l’obiettivo di creare un ambiente affidabile.
Cosa prevede?
Per gestire piattaforme di Equity Crowdfunding è necessario possedere specifici requisiti ed ottenere l’autorizzazione dell’organo di vigilanza.
Gli offerenti, invece, possono appartenere soltanto alle seguenti categorie:
Le altre forme di crowdfunding sono ovviamente consentite anche in Italia e sono regolate in modo diverso, in funzione dello scopo della “raccolta”, sulla base delle norme applicabili in via analogica alla tipologia della raccolta stessa (prestito, donazione etc)
Il crowdfunding è uno strumento molto versatile, che può essere utilizzato per varie finalità e in momenti diversi dello sviluppo del progetto.
Occorre, quindi, esaminare lo stato del progetto (test dell’idea, sviluppo del prototipo, vendita sul mercato etc) e la tipologia di impresa (startup, ente no profit, associazione culturale, impresa tradizionale etc) che lo sta realizzando, per scegliere lo strumento corretto e per stabilire l’obiettivo della raccolta e l’impegno da sostenere.
Nel caso dell’equity crowdfunding, inoltre, occorre svolgere alcune verifiche e ad alcune operazioni societarie prima di presentare il progetto alla piattaforma.
E’ importante, quindi, programmare e studiare in modo dettagliato la campagna di crowdfunding: al fine non solo di raggiungere l’obiettivo di raccolta, ma soprattutto di ottenere feedback (sia positivi che negativi) dai potenziali utenti/clienti del servizio/prodotto che si intende portare sul mercato.
La programmazione della campagna consentirà, quindi, di scegliere la piattaforma di crowdfunding più adatta (tra le tante piattaforme di crowdfunding esistenti online) e il momento più opportuno per lanciare la raccolta.
Una volta definiti gli obiettivi economici, la tipologia di raccolta e l’impegno necessario per portarla avanti, l’impresa potrà pubblicare il progetto, stabilendo un obiettivo di raccolta: se questo viene raggiunto, o superato, l’interessato riceve i soldi e i finanziatori, in base al tipo di raccolta, ricevono quote della società, una ricompensa etc.
Nella prima fase (analisi iniziale, progettazione campagna) e durante il periodo di raccolta, oltre al supporto della piattaforma di crowdfunding, è utile affidarsi a professionisti qualificati ed esperti in questo specifico settore.
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