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Decreto Flussi: come funziona e quali sono le novità 2023

Il Decreto Flussi è un documento che racchiude la programmazione delle quote in ingresso previste per lavoratori stranieri in Italia.

Decreto Flussi: cos'è

​Con il termine "Decreto Flussi" si fa riferimento al documento di programmazione transitoria dei flussi in ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro nel territorio italiano. In altre parole, esso sancisce periodicamente il numero massimo di cittadini non facenti parte dell'Unione Europea che possono fare ingresso nel nostro Paese a scopo lavorativo.

​Nascita del Decreto Flussi 

Il Decreto è stato introdotto per la prima volta dalla Legge n. 40/1998 (altresì nota come "Legge Turco-Napolitano"), contenente una serie di linee guida generali in tema di immigrazione, indicazioni poi consolidatesi nel D.L. 25 luglio 1998, n. 286, il cosiddetto "Testo unico sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero". Al suo interno è possibile ravvisare tre tematiche fondamentali: 

  1. la programmazione dei flussi in ingresso;
  2. la volontà di contrastare l'immigrazione clandestina;
  3. la definizione della concessione di diritti finalizzati a favorire l'integrazione degli stranieri con regolare permesso di soggiorno.​

Per quanto concerne il primo tema, nel nostro Paese la gestione dei flussi migratori avviene attraverso la definizione di quote programmatiche.

​Contenuto del Decreto Flussi

Trattasi di un testo che specifica in termini numerici il numero massimo annuale di stranieri che possono entrare nel Paese per ragioni di lavoro, distinguendo fra lavoratori stagionali, lavoratori autonomi e subordinati non stagionali.

Il documento prevede altresì delle quote per la conversione in permesso di lavoro:

- dei permessi di soggiorno inizialmente rilasciati agli stranieri per ragioni di studio;
- dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale, in permessi per lavoro subordinato non stagionale.


​Come fare domanda di ingresso in Italia

Giunti a questo punto verrebbe dunque da chiedersi secondo quali procedure il lavoratore straniero può beneficiare del Decreto per fare ingresso in Italia.

La procedura di domanda di ingresso è anzitutto telematica, ma deve partire dal datore di lavoro, italiano o straniero, regolarmente residente nel nostro Paese.

La procedura di avvio comincia con la presentazione della richiesta di nulla osta da parte del datore di lavoro che intenda assumere il lavoratore extracomunitario. Tale richiesta va formulata su apposita piattaforma online del Ministero dell'Interno, a partire dalla data stabilita proprio all'interno del Decreto Flussi.

Per l'esame delle domande pervenute, viene rispettato il criterio dell'ordine cronologico di presentazione. L'analisi vede coinvolti:

- l'Ispettorato Territoriale del Lavoro (il quale deve verificare che le condizioni stabilite dal contratto proposto ed inserito nella richiesta, risultino validi in base ai criteri di legge);

- l'Ufficio Immigrazione della Questura, al fine di verificare che sussistano le condizioni per l'ammissibilità dello straniero.

Dopodiché, vagliata la sussistenza dei requisiti necessari e l'assenza di questioni ostative, interverrà lo Sportello Unico per l'Immigrazione, il quale (entro un termine di legge di 60 giorni - poi nella prassi anche superato tale termine) convocherà il datore di lavoro, il quale dovrà presentare la documentazione necessaria richiesta nella domanda e potrà ottenere il rilascio del nulla osta (valido per sei mesi a partire dal rilascio), con sottoscrizione del contratto di soggiorno.

Si configurano dunque i presupposti per consentire al lavoratore straniero di richiedere il visto presso gli uffici consolari del proprio Paese. Al lavoratore viene comunicata la proposta di contratto e, salvo ulteriori ragioni ostative, entro 30 giorni si vedrà rilasciare un visto di ingresso ed assegnare un codice fiscale.

All'arrivo in Italia, il lavoratore dovrà presentarsi presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione che, verificati i documenti, certifica l'attribuzione del codice fiscale. A sua volta, il lavoratore potrà finalmente sottoscrivere il contratto, depositato poi presso lo Sportello. Contestualmente, egli dovrà sottoscrivere un modulo di richiesta del permesso di soggiorno, destinato alla Questura di competenza.


​Decreto Flussi 2023: contenuti e novità introdotte

Il DPCM 29.12.22 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio 2023), stabilisce le nuove quote in ingresso di lavoratori non comunitari per il triennio 2023-2025. Vediamo nel dettaglio i contenuti.

Lavoratori subordinati non stagionali e lavoratori autonomi

La quota massima è di 38.705 lavoratori.
Di costoro, la quota più ingente (30105) rientra in questo bacino, ed è riservata a cittadini provenienti da Paesi che hanno sottoscritto - o sono in procinto di sottoscrivere - accordi di cooperazione in tema di immigrazione e che sono destinati ad un impiego subordinato non stagionale nei seguenti ambiti: autotrasporto merci per conto di terzi, settore turistico, settore alimentare, telecomunicazioni, edilizia, meccanica e cantieri navali
Al netto di queste categorie di lavoratori, sono inoltre previsti 1000 stranieri che abbiano portato a compimento programmi di formazione ed istruzione presso il Paese di origine, stante il D.L. 25 Luglio 1998, n. 286
Infine, 100 ingressi per ragioni di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, destinati a stranieri con origini italiane residenti in Venezuela (almeno un genitore italiano sino al terzo grado in linea diretta di ascendenza).

Conversione di permessi studio e permessi per lavoro stagionale in permessi lavoro subordinato 



Sono preventivate le conversioni in permesso di soggiorno per lavoro subordinato e non stagionale di: a) 4000 permessi stagionali; b) 2000 permessi studio (o tirocinio o formazione professionale); c) 200 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Inoltre, per quanto concerne la conversione in permesso di soggiorno per lavoro autonomo, è prevista la conversione di 370 permessi studio / tirocinio / formazione professionale, e di 30 permessi di lungo periodo.

​Quote per professionisti, start-up ed imprenditori

Per quanto concerne le quote relative a profili qualificati, il Decreto Flussi prevede l'ingresso di 500 lavoratori stranieri, fra: 

  1. imprenditori che intendono effettuare investimenti ritenuti di interesse per l'economia del Paese (in possesso di risorse proprie ammontanti ad almeno 500.000 euro ed intenzionati alla creazione di almeno tre posti di lavoro);
  2.  liberi professionisti;
  3. amministratori di società o comunque titolari di cariche di controllo e/o amministrazione societaria, come previsto da Decreto interministeriale n. 850 dell'11.05.2011;
  4. artisti di fama ingaggiati da enti pubblici o privati, stante il già citato Decreto 850;
  5. stranieri intenzionati a costituire start-up innovative (Legge 17.12.2012 n. 221).

Novità del Decreto Flussi 2023

La novità più importante introdotta dal Decreto consiste nell'onere, da parte del datore di lavoro che intenda avvalersi di personale straniero, di verificare dapprima, presso il Centro per l'Impiego competente territorialmente, dell'effettiva indisponibilità di lavoratori già presenti in Italia per la mansione da ricoprire (art. 9 comma 2). Si fa eccezione per le richieste relative ai lavoratori stagionali ed ai lavoratori che hanno ultimato percorsi formativi all'estero.

Oltre dunque alla procedura precedentemente descritta per richiedere il nulla osta, per tutti i casi previsti il datore di lavoro dovrà presentare la domanda di richiesta personale presso l'ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) ed allegare alla richiesta di nulla osta il modello di autocerificazione che trova in allegato alla Circolare del 30 gennaio, a titolo di dichiarazione sostitutiva.

DECRETO FLUSSI LAVORATORI STRANIERI PERMESSO DI LAVORO
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