La denuncia per ingiuria non è più possibile, in quanto il reato è stato depenalizzato. La vittima, quindi, può solamente avviare un procedimento civile per ottenere il risarcimento danni, fornendo delle prove certe in merito ai fatti avvenuti.
Recentemente il legislatore ha eliminato una tipologia di reato dalla giurisprudenza italiana, di fatto considerandolo meno grave rispetto al passato. Stiamo parlando dell’ingiuria, che ora non è più punibile da un punto di vista penale.
Ciò significa che la vittima non potrà più accusare il colpevole, attraverso una denuncia presso i carabinieri, ma avrà solamente la possibilità di intraprendere una causa civile per avere un risarcimento danni. Quindi, è necessaria la consulenza di un avvocato civilista esperto in materia.
Tale cambiamento normativo rende impossibile punire qualcuno per offese fatte direttamente a un altro soggetto, ma non dobbiamo dimenticarci che se si tratta di azioni lesive della reputazione, fatte in assenza dell’interessato, si parla di diffamazione, che ancora oggi è un reato a tutti gli effetti.
Nella vita di tutti i giorni può succedere che, in preda alla rabbia del momento, o durante delle litigate possano scappare delle parole offensive, con lo scopo di sminuire l’interlocutore. Si tratta di atteggiamenti che ci riguardano tutti, in quanto non sempre riusciamo a mantenere la calma se qualcosa urta i nostri sentimenti.
Le vittime di offese sono quasi sempre persone molto vicine a noi, che a volte subiscono i nostri sbalzi d’umore e crolli psicologici legati a stress eccessivo o eventi particolari. In casi di questo tipo spesso è sufficiente porgere delle scuse, se la situazione non diventa troppo pesante o ripetuta nel tempo.Ma cosa accade se, offendiamo un estraneo utilizzando parole molto pesanti?
Non tutti sono disposti a ignorare i fatti e fare finta di nulla, soprattutto se le parolacce o la mancanza di rispetto è davvero notevole, e messe in atto di fronte a un pubblico.
Tutto ciò diventa ancora più significativo, e di portata maggiore se l’insulto viene scritto nei social network, ad esempio Facebook o Instagram. Attraverso tali piattaforme, infatti, le informazioni possono essere lette da molti e diventare velocemente virali.
A tal proposito è utile sottolineare che, se viene lesa la reputazione di una persona, mentre questa non è presente per difendersi, si tratta di diffamazione, un reato considerato in modo totalmente diverso dalla giurisprudenza italiana, anche se presenta diversi punti in comune con l’ingiuria.
Il reato di diffamazione, infatti, è ancora punibile penalmente, depositando una querela di parte presso le autorità giudiziarie.
La denuncia per ingiuria non è più possibile dal 2016, anno in cui il reato è stato depenalizzato, abrogando l’art. 594 del c.p. che dichiarava:
Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a cinquecentosedici euro.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a milletrentadue euro, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone.
Da quanto possiamo leggere risulta evidente che la pena massima fosse la reclusione in carcere per un massimo di sei mesi, o per un periodo superiore in presenza di aggravanti, ad esempio per fatti avvenuti di fronte a un pubblico o sui social network, che per loro natura coinvolgono molti utenti.
In ogni caso l’articolo sopra descritto oggi non è più in vigore, pertanto le conseguenze e i procedimenti sono di tipo diverso.
Innanzitutto la vittima non ha più la possibilità di sporgere una denuncia per ingiuria presso i carabinieri o altre autorità giudiziarie, ma può avvalersi di un avvocato civilista per iniziare una causa civile per un risarcimento danni.
Il primo passo da compiere, in ogni caso, è quello di tentare un approccio pacifico, chiedendo un indennizzo tramite lettera di diffida, anche se è molto difficile avere delle risposte positive, dopo un violento litigio.
In seguito ai cambiamenti normativi, perciò, non esiste più un forte deterrente per impedire comportamenti offensivi. Per ottenere il pagamento di danni subiti è necessario fornire prove certe, in quanto la sola dichiarazione della vittima non è più sufficiente, e raramente è possibile trovare testimoni disposti a presentarsi in Tribunale o dati oggettivi in grado di supportare la tesi.
Abbiamo detto che una vittima di offese personali non può recarsi dai carabinieri per fare una denuncia per ingiuria, ma può considerare l’opportunità di intentare una causa civile per ottenere il pagamento dei danni ricevuti.
Detto ciò, risulta ovvio che per iniziare un procedimento in tribunale sia obbligatoria la consulenza di un avvocato civilista. In altre parole difendersi da una offesa non è più gratuito, perchè non si avvia in automatico una indagine come previsto, invece, per i reati penali.
Per procedere, quindi, è necessario un atto di parte, che deve essere sottoscritto da un avvocato e per il quale si deve pagare un contributo unificato come tassa di avvio del giudizio.
Intraprendere una strada di questo tipo, potrebbe essere molto costoso, visto che tutte le spese sono sostenute inizialmente dalla parte offesa, che in caso di perdita dovrà accollarsi anche quelle relative al legale del proprio avversario.
Chi si trova in particolari difficoltà economiche può richiedere il gratuito patrocinio, ovvero la consulenza gratuita legale, se possiede tutti i requisiti previsti dalla legge.
Il problema più significativo è la durata di un processo civile, che spesso è davvero lunga e servono anni per arrivare a una conclusione. Perciò la vittima deve ragionare bene e considerare tutti gli aspetti prima di prendere una decisione.
Dopo l’abrogazione dell’art. 594 c.p. è stata eliminata la facoltà di fare una denuncia per ingiuria, che ora essendo depenalizzata, prevede sanzioni diverse rispetto al passato.
Chi offende un’altra persona non rischia più il carcere, ma in ogni caso potrebbe essere accusato di un illecito civile, per il quale sono previste le seguenti sanzioni pecuniarie da 100 a 12.000 euro.
Il valore della multa da pagare viene calcolato considerando:
In ogni caso, oltre alla multa, come abbiamo anticipato, il colpevole rischia di dovere pagare un risarcimento danni dalla vittima.
Durante il processo, però, la parte lesa deve fornire delle prove certe per dimostrare i fatti, e dichiarare di avere subito dei danni a seguito di tale avvenimento. Questo avviene in quanto in un processo civile una parte non può essere testimone di sé stessa, servono soggetti terzi o altre dimostrazioni.
Intentare una causa senza avere delle prove è molto rischioso, perché chi perde il processo deve sostenere le spese legali anche dell’avversario.
D’altra parte, anche in caso di vittoria, non sempre è possibile ricevere le somme pattuite per coprire i danni subiti. Nei confronti di un individuo nullatenente è impossibile agire con il pignoramento di beni, in caso di inadempienza.
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