La denuncia per stalking va fatta se una persona si sente particolarmente minacciata non riuscendo a vivere tranquillamente la propria vita. E’ possibile effettuare una querela alla Procura della Repubblica, oppure un ammonimento presso la Questura.
E’ necessario dirlo subito, lo stalking è un reato, quindi, se ci troviamo in una situazione particolarmente pesante e difficile da sopportare bisogna agire per fermare il colpevole, per non rischiare che il suo atteggiamento peggiori ulteriormente.
Nel corso della nostra vita viviamo spesso delle situazioni particolari che ci impediscono di svolgere le normali attività in modo tranquillo e sereno.
Il caso più frequente è quello della fine di una relazione amorosa, per la quale un componente della coppia non si rassegna e continua a perseguitare l’ex compagno. Se i limiti vengono superati è opportuno fare una denuncia per stalking, evitando di giustificare i comportamenti con mille sensi di colpa.
Uno stalker può inseguire la propria vittima, può telefonare molte volte sia di giorno che di notte, può minacciare e controllare, può davvero rovinare la vita di un’altra persona.
Vediamo allora quali sono le possibilità per un soggetto che intende sporgere denuncia.
Il termine stalking deriva dall’inglese to stalk che significa inseguire, infatti si riferisce a un comportamento persecutorio messo in atto da un individuo nei confronti di una vittima, in modo reiterato nel tempo.
Tale atteggiamento si può manifestare attraverso minacce, molestie e vari atti lesivi in grado di suscitare preoccupazione, paura e ansia nella vittima. Chi subisce una tale persecuzione può avere diversi problemi di natura sia psichica che fisica, che possono compromettere le normali attività quotidiane, come ad esempio il lavoro.
Sebbene sia difficile definire un profilo esaustivo di uno stalker, è possibile analizzare i dati statistici in merito alla questione, per avere un’idea della situazione. Nell’ 80% dei casi i responsabili sono di sesso maschile e si tratta quasi sempre di ex partner, vicini di casa, amici o colleghi di lavoro.
La particolarità sta nel fatto che alcuni non hanno precedenti penali, o dipendenze da alcol e droghe, e apparentemente sembrano delle persone innocue.
Proprio per questo motivo, a volte, non vengono denunciati, ma giustificati continuamente per il loro comportamento.
In realtà ci dobbiamo ricordare che si tratta di un reato, punibile penalmente grazie alla legge n. 38 del 2009.
Non è facile capire con certezza se stiamo subendo un reato di stalking, o semplicemente un corteggiamento particolarmente fastidioso. In generale se la situazione ci crea un grande disagio e non ci sentiamo più liberi di vivere in modo tranquillo, probabilmente è il caso di agire per fermare la persona.
Per comprendere meglio il concetto, proviamo a delineare alcuni tratti comuni di questo reato.
Il responsabile, solitamente, agisce nel seguente modo:
In ogni caso se non si tratta di un semplice fastidio per un atteggiamento un po’ fuori dalle righe, e ci sentiamo perseguitati o impauriti, è il caso di raccontare tutto a una autorità competente, per evitare di essere coinvolti in qualcosa di più grave.
Non dobbiamo farci prendere dal panico, ma soprattutto non bisogna vergognarsi di quanto sta succedendo. E’ necessario prendere in mano la situazione per denunciare chi ci sta rovinando la vita.
Per fare una denuncia per stalking le strade da percorrere sono due:
Si tratta di due procedimenti diversi che possono provare alcune conseguenze.
Scegliendo la via della querela è possibile fare un passo indietro nel caso in cui il persecutore blocchi il proprio comportamento dannoso, evitando così di proseguire con il procedimento penale. Tale scelta deve essere fatta, comunque, davanti al giudice in un processo.
Facendo un ammonimento, invece, il procedimento può continuare, d’ufficio, a prescindere dalla volontà della vittima. Ciò significa che il colpevole sarà punito anche se la persona che l’ha denunciata cambia idea.
Se vengono fatte minacce di morte, il reato è sempre procedibile d’ufficio, in quanto si tratta di un fatto particolarmente grave, per il quale non è possibile rimanere indifferenti.
Lo stesso discorso vale se le vittime sono dei minori o persone con disabilità, oppure se si tratta di un reato collegato a un altro delitto.
Dopo avere analizzato le diverse opzioni possibili per potere fare una denuncia per stalking, è utili chiarire il discorso inerente alle pene previste per un reato di questo tipo.
L’art. 612-bis della legge 38/2009, dice che:
salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d’ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
Quindi la pena prevista è la reclusione da sei mesi a cinque anni, in base alla gravità dei fatti. Ma, può aumentare se:
Esiste un particolare tipo di persecuzione, considerato dalla legge meno grave rispetto al reato di cui abbiamo discusso finora: lo stalking telefonico.
Si tratta di molestie, in grado di infastidire la vittima, come ad esempio continue telefonate o messaggi. Un reato di questo tipo viene perseguibile d’ufficio, quindi non è necessaria una querela per procedere nei confronti del responsabile.
In questo caso la pena prevista è l’arresto da 15 giorni a 6 mesi. L’indagato, però, può ricorrere alla cosiddetta oblazione, cioè la possibilità di pagare una somma corrispondente alla metà dell’ammenda massima, cioè 516 euro, per estinguere il reato senza macchiare il proprio casellario giudiziale. Ciò significa che la sua fedina penale non verrà sporcata.
Lo stalking vero e proprio, invece, è un delitto per il quale non è assolutamente possibile l’oblazione
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