I diritti degli animali rappresentano un sistema normativo complesso e frammentato. Si tratta di leggi in gradi di regolare la vita in condominio, ma anche la salute e la sicurezza. Vediamo quali sono i punti principali.
Quando di parla della convivenza tra uomo e animali non sempre ci sono le idee chiare, anche perchè non esiste un unico complesso normativo in grado di dare delle risposte. Da una parte infatti ci sono molti sostenitori del benessere e della salute degli animali, dall’altra invece si pensa al profitto e all’utilità economica che essi possono portare.
A tal proposito è utile citare le attività circensi, la trasformazione radicale dell’ecosistema e dell’allevamento, la vivisezione a scopo scientifico o la macellazione per vantaggi materiali.
Ma non solo, spesso nascono dei contenziosi tra condomini proprio a causa del rumore o dell’igiene stessa, legata al possesso di cani, gatti o altro.
Vediamo, quindi, di definire nelle prossime righe una valida guida per chiarire le idee in merito, e capire quando si stanno violando o meno i diritti degli animali.
I diritti degli animali stanno molto a cuore agli italiani, tanto che negli ultimi anni anche i legislatori hanno cercato di introdurre delle norme per cercare di migliorare le loro condizioni di vita, sia per la categoria dei randagi che per quelli da compagnia.
Va comunque detto che, la strada è ancora lunga visto che non è ancora stato fatto nulla in merito agli allevamenti, ai macelli, agli zoo, ai circhi, ovvero per quanto riguarda il maltrattamento degli animali in questi luoghi.
Ad ogni modo, i nostri amici a 4 zampe non sono più considerati come “cose”, ma come soggetti, infatti non è più possibile il loro pignoramento, considerando che la loro presenza nelle famiglie è molto importante e fondamentale quando sono impiegati a fini terapeutici o di assistenza.
Inoltre, con la storica sentenza n. 46291/2003 della Cassazione il maltrattamento è stato considerato anche psichico, oltre che fisico sottolineando l’intenzione di:
tutelare gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità
L’art. 544 ter del codice penale afferma invece che:
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale.
In modo specifico, in Italia esistono le seguenti leggi a tutela dei diritti degli animali:
In pratica le norme che abbiamo elencato rappresentano delle linee generali da seguire, ma la tutela dei diritti degli animali spetta poi a Regioni e Comuni che possono sviluppare e introdurre nuovi concetti negli statuti e ordinamenti.
La quasi totalità delle norme riguarda i diritti degli animali domestici, detti anche d’affezione. In particolare il Regolamento CE 998/2003 fa rientrare nella categoria:
In realtà, quando si parla dei loro diritti, si fa riferimento ai doveri dei proprietari o dei custodi, che sono i seguenti:
In particolare è necessario fare attenzione soprattutto su due punti:
Per quanto riguarda i diritti degli animali in condominio il riferimento normativo è dato dall’art. 1138 c.c:
Quando in un edificio il numero dei condomini è superiore a dieci, deve essere formato un regolamento (1) (2), il quale contenga le norme circa l'uso delle cose comuni [1117] e la ripartizione delle spese, secondo i diritti e gli obblighi spettanti a ciascun condomino, nonché le norme per la tutela del decoro dell'edificio e quelle relative all'amministrazione [68, 72 disp. att.].
Ciascun condomino può prendere l'iniziativa per la formazione del regolamento di condominio o per la revisione di quello esistente.
Il regolamento deve essere approvato dall'assemblea con la maggioranza stabilita dal secondo comma dell'articolo 1136 ed allegato al registro indicato dal numero 7) dell'articolo 1130. Esso può essere impugnato a norma dell'articolo 1107
In sostanza non è possibile vietare la presenza di animali nel condominio, ma i proprietari devono rispettare alcune regole, nel rispetto di tutti i condomini.
Ad esempio non si può lasciare tutti il giorno un cane abbaiare sul balcone, o lasciarlo libero di vagare negli spazi in comune disturbando gli altri soggetti.
Detto ciò va sottolineato che essi sono stati riconosciuti come esseri senzienti e non più come cose, dalla sentenza 20934/2017 della Cassazione, quindi sono da considerare come membri della famiglia.
I padroni in ogni caso devono:
In particolare nell’ultima ipotesi potrebbe scattare il reato di omessa custodia, previsto dall’art. 672 del codice penale.
In caso di rumori molesti o di odori sgradevoli è possibile contestare i fatti presso il Giudice di Pace.
A livello europeo, l'omogeneità della legislazione sul benessere degli animali è un traguardo ancora lontano, ma la normativa vigente si limita a stabilire i requisiti minimi che regolano il rapporto uomo-animale e la salvaguardia degli animali in libertà. Per il resto, l'attuazione concreta è lasciata agli Stati membri.
Un esempio fra tutti è la corrida spagnola: sebbene sia uno spettacolo crudele, la Spagna è di fatto libera di applicare o non applicare localmente i divieti di tenere le corride. Le Canarie l'hanno bandita nel 1991 e il parlamento catalano dal 2012, mentre altrove è ancora possibile praticarla. Da ricordare poi che l'Europa ha continuato a finanziare gli allevatori di tori da combattimento fino alle votazioni del Parlamento Europeo del 28 ottobre 2015.
La fonte principale per la tutela degli animali a livello europeo è la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, sulla quale ci siamo soffermati sopra.
Ad essa si affiancano diversi ulteriori provvedimenti, che, ad esempio, sanciscono il divieto di importazione e commercio di pelli e pellicce di cane e gatto e dettano le norme per il trasporto di animali vivi e per il passaporto per cani, gatti e furetti.
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