Guida al reato di estorsione, vediamo quali sono gli elementi che lo costituiscono e le aggravanti.
Il reato di estorsione è disciplinato dal nostro codice penale dall'art. 629 che, come è possibile riscontrare dice testualmente:
Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a 4.000. La pena è della reclusione da sei a venti anni e della multa da 5.000 a 15.000 euro se concorre qualcuna delle circostanze indicate nell'ultimo capoverso dell'articolo precedente.
In sostanza, la minaccia o la violenza devono essere dirette a limitare la volontà della vittima per fare in modo che questa compia un atto di disposizione patrimoniale. E' reato a prescindere della modalità con le quali queste condotte vengono realizzate.
In modo specifico, dunque, si può affermare che la minaccia si può concretizzare anche nel comportamento che porta ad omissione. E' un esempio l'ipotesi nella quale il proprietario di un immobile rifiuta la conclusione di un contratto di affitto nel caso di mancato pagamento di un canone superiore a quello stabilito per legge.
La costrizione, dunque, può avere come oggetto il portare a compimento di un atto di disposizione patrimoniale positivo come, ad esempio, la donazione di una somma di denaro sia essa cospicua o meno, o anche una disposizione patrimoniale negativa come, ad esempio, la remissione di un debito, che possa anche essere annullato (l'attodi disposizione patrimoniale s'intende) ma che porti ad effetti giuridici - in questi casi non rientrano atti che siano radicalmente nulli.
Il profitto che si trae dall'estorsione non ha una rilevanza che è solo economica o patrimoniale. Infatti, si può anche trattare di un vantaggio mentre il danno che viene procurato per concretarsi il reato deve essere esclusivamente di natura patrimoniale.
Il reato può essere anche aggravato ovvero più grave quando:
Il reato si configura con precise regole che lo provocano. Si estorce, dunque, non con una qualunque forma generica di pressione sulla vittima del reato o semplicemente richiedendo somme di denaro cospicue o ingiustificate. Ci vuole, infatti, un comportamento violento, che deve essere posto in essere con la forza e deve essere tale da porre la vittima in condizione di dover accettare le richieste estorsive e questo perché diversamente la vittima si troverebbe costretta a subire un male maggiore di quello per il quale è stata minacciata. Questo configura il reato.
In questo scenario, dunque, il potere di autodeterminazione della vittima non è completamente annullato ma è limitato in maniera molto considerevole. In questo modo, dunque, la vittima si trova chiusa fra il far ottenere il vantaggio alla persona che sta compiendo il reato su di essa o subire il male per cui è stata minacciata la vittima stessa.
Chi estorce lo fa per un profitto. Lo fa, dunque, per ottenere un profitto di cui non ha diritto e, facendo questo, deve arrecare danno a qualcun altro nello stesso tempo.
Dunque lo scopo di chi commette il reato di estorsione è quello di conseguire un profitto e, seppur sapendo di non averne il diritto, nel reato di "ragion fattasi" colui che è l'autore del reato vuole conseguire un profitto nella convinzione di attuare un suo diritto e questo lo porta a cercare il modo di ottenere il suo scopo pur sapendo che probabilmente ciò che fa potrebbe formare oggetto di una vertenza giudiziaria.
Il concetto di profitto è ampio e comprende praticamente qualsiasi utilità, favore o qualsiasi guadagno e, quindi, anche non patrimoniale, che possa avvantaggiare l'estorsore o un soggetto terzo.
Per violenza, ovvero quella che deve essere usata dall'estorsore per cadere in reato di estorsione, s'intende qualsiasi utilizzo di energia fisica verso qualcuno o qualcosa.
Per minaccia, invece, basta che il male minacciato, con fatti o anche con parole, in modo palese o in modo tacito, e che siai n grado di provocare in condizioni normali un qualsiasi turbamento o un'alterazione negativa della libertà psichica e morale della vittima, senza che ci sia bisogno che questo necessariamente si verifichi.
Proprio per questo, la persona che può compiere il reato può essere chiunque e se il reato viene commesso da più persone insieme, allora la pena è maggiore perchè il giudice riterrà più alta la gravità del fatto.
Se a commettere il fatto è un pubblico ufficiale allora il reato cambia da estorsione a concussione.
Le pene previste per il reato di estorsione semplice sono rimaste invariate mentre sono aumentate se ci sono aggravanti. Nel primo caso la condanna oscilla da 5 anni a 10 anni di reclusione mentre per nel secondo la pena di reclusione aumenta fino ad arrivare ad un massimo di 20 anni.
L'estorsione è sempre procedibile d'ufficio. Questo significa che basta una denuncia da parte di un soggetto verso un altro per dare il via ad un procedimento penale a carico del colpevole e per stabilire se il reato si sia verificato o meno. Questo tipo di denuncia può essere fatta in qualsiasi momento, anche dopo molto tempo dall'accaduto o da quando si presume che si sia verificato il reato.
Quindi se la parte lesa, per paura o altro, non è riuscita a denunciare il colpevole, è bene sapere che può denunciare il fatto anche dopo molto tempo semplicemente facendo denuncia presso le autorità competenti. In quel caso, dunque, se le autorità riterranno sincera la denuncia e veritiera, verrà aperto un procedimento penale. Il reato di estorsione semplice si prescrive in 10 anni o 12 anni e mezzo se nel frattempo avvengono atti interruttivi.
Il reato di estorsione aggravato, invece, in 20 anni o 25 se vi sono nel mezzo atti interruttivi. Ciò significa che nel caso di estorsione semplice, se da quando è stato denunciato il fatto passano più di 12 anni e mezzo senza che si arrivi a sentenza, allora il colpevole non avrà nessuna pena e verrà assolto per intervenuta prescrizione. Stessa cosa nel caso di estorsione aggravata ma con un lasso di tempo molto più ampio: 25 anni come detto prima.
Va ricordato, inoltre, che con l'ultima riforma del codice di procedura penale, la prescrizione viene sospesa fra un grado di giudizio ed un altro per un massimo di 18 mesi: alle tempistiche di prima, dunque, vanno aggiunti questi 18 mesi di sospensione. Va da sè, seguendo queste tempistiche, che il reato di estorsione è difficilmente prescrivibile a meno che la denuncia non arrivi dopo diversi anni dal momento in cui è accaduto il fatto. Inoltre, in quel caso specifico, sarà anche più complicato ed oneroso dimostrare la colpevolezza dell'imputato.
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