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Il Diritto bancario di cosa si occupa?

Il diritto bancario è rappresentato da un complesso di regolamenti che hanno lo scopo di disciplinare le attività delle banche. Le normative di riferimento riguardano sia il diritto privato che quello pubblico.

Le attività bancarie non sono importanti solamente per i clienti che hanno affidato all’Istituto i loro risparmi, ma anche per lo sviluppo economico della nazione, per questo motivo i regolamenti che ne determinano il funzionamento hanno anche una rilevanza pubblicistica.

In particolare vengono effettuati dei controlli specifici per tutelare il risparmio, la stabilità e la liquidità del sistema bancario, dagli organi di vigilanza statale.

Ovviamente il diritto bancario tutela anche gli interessi della clientela, cioè persone fisiche o società, che si affidano a una banca.

Tutti noi abbiamo rapporti quasi quotidiani con la nostra banca, facciamo molte operazioni tutti i giorni, da un pagamento online, a un deposito di denaro in un conto corrente, ed è utile sapere che esiste una normativa in grado tutelare i nostri interessi.

Chi è la banca secondo il diritto?

La Banca viene definita come un’impresa commerciale che svolge prevalentemente due attività: raccolta del risparmio ed esercizio del credito,

Oltre a queste ci sono altre funzioni considerate accessorie. In modo particolare negli ultimi anni il potere degli istituti di credito è diventato più ampio, ad esempio con il leasing e il factoring. 

Il sistema bancario è sorretto da due principi costituzionali di riferimento:

  • principio della libera iniziativa economica
  • principio di tutela del risparmio e accesso all’investimento.

Per potere operare correttamente l’impresa deve essere iscritta all’Albo, dopo avere avuto l’autorizzazione dalla Banca d’Italia. Inoltre, deve avere una struttura giuridica fissa, optando per la forma della società per azioni o cooperativa per azioni.

Per riuscire ad avere un quadro completo dell’argomento è utile analizzare la normativa di riferimento, per capire in che modo la legge italiana abbia delineato le linee guida del diritto bancario.

Le fonti del diritto bancario

Possiamo trovare dei riferimenti direttamente nella Costituzione italiana, dove viene chiaramente espressa la volontà di tutelare la società dall’attività d’impresa e incoraggiare la tutela al risparmio, rispettivamente attraverso gli art. 41 e 47, come vediamo di seguito:

L'iniziativa economica privata è libera.​Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali


La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.​Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese

Esiste, quindi, un chiaro riferimento al desiderio di controllare l’attività bancaria per tutelare i risparmiatori e per consentire un corretto sviluppo economico del Paese.

Per quanto riguarda la legislazione ordinaria, la legge fondamentale è rappresentata dal Testo Unico Bancario, detto anche TUB, entrato in vigore nel 1994, al quale però deve essere aggiunto il decreto legislativo del 24 giugno 1998 con il quale è stato regolato il passaggio alla moneta unica europea, infatti è conosciuto proprio come il “decreto euro”.

I contratti bancari sono, invece, disciplinati dalle norme presenti nel codice civile, in particolare dagli articoli dal 1834 al 1860. 

Diritto bancario: le attività della banca

Per comprendere davvero come può operare una banca è utile soffermarsi ad analizzare quali sono le attività che svolge principalmente, che potremmo suddividere in attive e passive.

Le operazioni passive

Si tratta di tutte le attività inerenti alla raccolta del risparmio, che possono essere svolte anche da imprese che non sono inserite nell’albo tenuto dalla Banca d’italia secondo i limiti imposti dal CICR, cioè dal Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio.

In ogni caso i depositi bancari sono disciplinati dall’art 1782 del codice civile, che sottolinea come la banca, attraverso un contratto possa acquistare direttamente la proprietà di una somma di denaro per poi doverla restituire obbligatoriamente al cliente, pagando degli interessi.

Le operazioni attive

L’apertura di credito è un’altra attività tipica della banche, attraverso la quale l’istituto si impegna a tenere a disposizione del cliente una certa somma di denaro per tutto il periodo determinato o anche indeterminato. 

In questo caso il cliente riceve dei soldi e in cambio deve pagare degli interessi alla propria banca. L’utilizzo di tale cifra è a discrezione del soggetto, può anche decidere di tenere i soldi come liquidità.

Il credito, come sappiamo, deve essere coperto da garanzia, che la banca può chiedere di modificare nel tempo se perdono di valore e non sono sufficienti a coprire il credito che risulta ancora aperto.

Diritto bancario: conflitti tra cliente e banca

A volte succede che gli interessi si un correntista privato vadano in conflitto con quelli della propria banca.

Una situazione di questo tipo può verificarsi, ad esempio, quando l’istituto di credito non riconosce un indennizzo nel caso in cui siano vengano rubati dei soldi, durante il prelievo di contanti presso uno sportello ATM.

Come previsto per tutte le tipologie di controversie, la prima cosa da fare è quella di cercare di risolvere il problema scrivendo un reclamo alla banca, che ha il dovere di rispondere entro 30 giorni.

Se risulta impossibile risolvere il contrasto il cliente si può rivolgere all’Arbitrato Bancario Finanziario, ABF, un sistema stragiudiziale per regolare le liti tra utenti e banche.

Si tratta di un’alternativa più semplice ed economica rispetto al processo in tribunale, e non necessita dell’assistenza di un legale rappresentante.

Ovviamente le decisioni in questo caso non sono vincolanti per la banca come nel caso di una sentenza del giudice, ma l’inadempimento può essere reso pubblico, ledendo l’immagine dell’istituto.

Ma vediamo in quali casi un cliente può rivolgersi all’ABF:

  • se l’importo richiesto non supera i 100 mila euro
  • senza limiti di importo se viene chiesto solamente un accertamento sui diritti e doveri reciproci

L’Arbitrato Bancario Finanziario non può prendere decisioni se:

  • le operazioni in merito sono precedenti al 1 gennaio 2009
  • i fatti sono inerenti ad investimenti come la compravendita di azioni e obbligazioni o per strumenti derivati
  • la richiesta riguarda beni o servizi diversi da quelli bancari o finanziari, come ad esempio un bene avuto tramite il leasing
  • l’autorità giudiziaria sta già esaminando il caso
DIRITTO BANCARIO CONTROVERSIE CON LE BANCHE
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