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In caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie?

In caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie? La legge prevede che il coniuge più forte, a livello di reddito, debba versare un assegno di divorzio a quello considerato più debole, e quindi non in grado di provvedere da solo alla sua indipendenza economica.

Può succedere che, con il tempo, il sentimento e il rispetto reciproco che avevano unito due persone, culminando nel matrimonio, possano lesionarsi in modo definitivo. Ciò accade come conseguenza di continui litigi, per priorità diverse, per incompatibilità caratteriali scoperte troppo tardi, o perché uno dei partner si è innamorato di un’altra persona.

Qualunque sia il motivo di base, alcuni rapporti si rovinano in maniera tale che non è più possibile fare qualcosa per rimediare. In seguito alle repentine incomprensioni, l’amore è svanito, e l’unico problema da risolvere sembra quello di chiudere il matrimonio nel migliore modo possibile per entrambi.

Cosa accade se l'unica opzione è il divorzio?

Il matrimonio, essendo un contratto con valore giuridico, quindi non legato solo ai sentimento, prevede che in alcuni casi un coniuge debba mantenere l’altro, in caso di divorzio.

In caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie?, è quindi una domanda che non trova una risposta univoca. E’ necessario ragionare sul senso di mantenere o meno l’ex compagna, anche se il rapporto tra i due è definitivamente rotto.

Si tratta di una questione delicata, che ultimamente ha subito delle modifiche normative, per essere più adatta di nostri tempi. Come sappiamo, infatti, il matrimonio non ha più lo stesso valore di qualche decennio fa.

Differenza tra assegno di mantenimento e di divorzio

Con il divorzio si pone definitivamente fine a ogni tipo di legame tra i due coniugi, cessano quindi l’obbligo di convivenza e di fedeltà. Per quanto riguarda l’assistenza reciproca, invece, i due soggetti potrebbero essere ancora collegati, grazie all’assegno di divorzio.

Perciò, in caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie? Una quota mensile per aiutarla a vivere il meglio possibile, definito dalla legge assegno di divorzio. Ma non in tutti i casi.

Separazione o divorzio?

Se parliamo di separazione,  il coniuge più forte, supponiamo il marito, deve versare alla moglie un assegno di mantenimento, affinché lei possa provvedere a se stessa, con lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio

In caso di divorzio, invece, il marito deve dare alla moglie un assegno di divorzio per garantire che possa avere almeno l’autosufficienza economica.

L’assegno di divorzio garantisce alla moglie di potere vivere in modo considerato dignitoso, il che non significa necessariamente essere benestante se il marito è ricco, ma semplicemente poter badare a sé stessa.

In un recente passato, anche con il divorzio il marito doveva assicurare alla moglie lo stesso tenore di vita, che aveva mentre era ancora sposata. Recentemente, invece, è stata modificata questa clausola considerando che i legami tra i due cessano in modo definitivo ed entrambi devono iniziare una nuova vita, pensando al loro futuro e al loro benessere anche economico, se sono in grado di farlo, come analizzeremo a breve.

In quali casi si deve versare un assegno alla ex moglie?

Tornando alla nostra domanda iniziale: in caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie? La risposta potrebbe anche essere: niente.

Sono necessarie infatti alcune condizioni per chiedere al coniuge un aiuto economico. Il sopra citato assegno di divorzio non è qualcosa di dovuto a prescindere, ma una tutela che lo stato ha previsto se la moglie si trova in una situazione di difficoltà.

Per difficoltà si intende:

  • non avere redditi o cespiti patrimoniali
  • non trovare lavoro per incapacità o impossibilità
  • non avere una casa

Ovviamente la moglie, o il coniuge più debole, deve dimostrare la propria condizione di non indipendenza economica per avere il diritto a percepire un aiuto dall’ex partner. Se la moglie non ha una invalidità, e ha la possibilità di lavorare, deve dimostrare di avere cercate lavoro, e avere avuto solamente esiti negativi.

L'importanza dell'ambito territoriale

Una volta verificato se la richiesta è legittima o meno, per stabilire l’ammontare della cifra che il marito, o il coniuge forte, deve versare, vengono considerati diversi fattori tra i quali: l’ambito territoriale e il reddito medio necessario per vivere.

Facciamo un esempio per chiarire. Se l’ex moglie vive in una città, per la quale i giudici ritengono che siano sufficienti mille euro per essere autosufficienti, e la moglie ha un lavoro con uno stipendio di 500 euro mensili, l’ex marito dovrà versare un assegno di divorzio pari ai 500 euro mancanti, per poter vivere dignitosamente.

Risulta quasi scontato, sottolineare che il coniuge forte, deve avere le possibilità economica per provvedere a versare la cifra richiesta.

Età della ex moglie e durata del matrimonio

Per stabilire il diritto o meno di ricevere l’assegno di divorzio, di recente, viene analizzata anche la durata del matrimonio stesso. 

Solitamente tale diritto viene riconosciuto alle donne che hanno superato i 50 anni di età, che nella loro vita hanno quasi sempre fatto le casalinghe, badando alla casa e alle faccende domestiche. In questo caso, infatti, la donna ha perso le capacità lavorative e non potrà facilmente inserirsi nel mondo del lavoro.

In ogni caso, il coniuge debole deve fornire prove sufficienti per dimostrare di non essere economicamente indipendente.

Cosa si intende per indipendenza economica dell’ex moglie?

Ancora una volta, cerchiamo di rispondere alla nostra domanda generale. In caso di divorzio cosa spetta alla ex moglie? Dipende dalla situazione economica della moglie.

Con il termine indipendenza economica si intende la capacità di un adulto sano di provvedere al proprio sostentamento, di avere quindi le risorse per potere fare fronte alle spese essenziali per vitto, alloggio, ed esercizio di diritti fondamentali.

Come si determina tale capacità? Analizzando alcuni parametri, come:

  • la soglia per accedere al patrocinio a spese dello Stato: 1000 euro al mese circa
  • reddito medio nella zona in cui vive chi chiede l’assegno.
  • il possesso di redditi patrimoniali
  • il possesso di una casa

Valutare il possedimento di beni o redditi non pone problemi particolari nella valutazione. E’ molto più difficile dimostrare che il coniuge debole non sta lavorando per cause non imputabile direttamente a lui. 

In questo caso bisogna conservare tutti i documenti utili per dimostrare la buona volontà, come ad esempio, domande di lavoro, pubblicazione di annunci, iscrizione presso agenzie interinali, ecc.

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