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Licenziamento illegittimo: come difendersi e ottenere il risarcimento

Il licenziamento illegittimo rappresenta una delle problematiche più delicate nel diritto del lavoro italiano. Quando un datore di lavoro interrompe il rapporto lavorativo senza giusta causa o senza rispettare le procedure previste dalla legge, il lavoratore ha il diritto di difendersi e ottenere un risarcimento adeguato.

La comprensione dei propri diritti e delle procedure da seguire è fondamentale per tutelare efficacemente i propri interessi.

Cosa si intende per licenziamento illegittimo

Si configura quando il datore di lavoro risolve il contratto di lavoro senza una giusta causa o un giustificato motivo, oppure quando non vengono rispettate le forme e le procedure previste dalla normativa vigente. Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l'insussistenza del fatto a te contestato.

Le principali cause di illegittimità includono il licenziamento discriminatorio (basato su razza, sesso, religione, opinioni politiche o sindacali), il licenziamento intimato in forma orale anziché scritta, il licenziamento nullo per violazione di norme imperative, e il licenziamento per motivi insussistenti o non provati dal datore di lavoro.

Il sistema delle tutele crescenti: cosa prevede il Jobs Act

Con l'entrata in vigore del Jobs Act nel 2015, il sistema italiano ha introdotto il contratto a tutele crescenti per tutti i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015. In caso di licenziamento illegittimo, è privilegiata la tutela indennitaria rispetto a quella reintegratoria; è prevista una correlazione tra la misura dell'indennizzo economico e l'anzianità aziendale.

Il principio fondamentale delle tutele crescenti prevede che la protezione del lavoratore aumenti progressivamente con l'anzianità di servizio. Questo sistema ha sostanzialmente eliminato la reintegrazione per la maggior parte dei casi di licenziamento illegittimo, sostituendola con un indennizzo economico che cresce in base agli anni di servizio.

Quando è prevista la reintegrazione nel posto di lavoro

Nonostante il sistema delle tutele crescenti privilegi l'indennizzo economico, esistono ancora casi specifici in cui il lavoratore può ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro. Questi casi riguardano principalmente i licenziamenti discriminatori, quelli intimati in forma orale, i licenziamenti nulli e le situazioni in cui il lavoratore dimostra l'assoluta insussistenza del fatto contestatogli.

La Corte Costituzionale – con la sentenza 16 luglio 2024, n. 128 – ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 3, co. 2, del D.Lgs. 4 marzo 2015, n. 23 nella parte in cui non prevede che esso si applichi anche nelle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo in cui sia direttamente dimostrata in giudizio l'insussistenza del fatto materiale allegato dal datore. Questa sentenza ha ampliato i casi in cui è possibile ottenere la reintegrazione.

L'indennizzo economico in caso di licenziamento illegittimo

Nella maggior parte dei casi, il lavoratore ha diritto a un indennizzo economico la cui entità dipende dall'anzianità di servizio, ed è generalmente calcolato in un numero di mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.

Per le aziende con più di 15 dipendenti, l'indennizzo varia da un minimo di 4 mensilità a un massimo di 24 mensilità, in relazione all'anzianità del lavoratore. Per le aziende più piccole, si applica invece la disciplina prevista dalla legge 604/1966, che prevede il solo diritto a percepire un indennizzo economico con importi generalmente inferiori.

Come impugnare il licenziamento: tempi e procedure

Il primo passo per difendersi da un licenziamento illegittimo è l'impugnazione tempestiva. Qualora il lavoratore ritenga il licenziamento illegittimo può impugnarlo – in forma scritta – entro 60 giorni dalla sua comunicazione o dalla comunicazione dei motivi, se avvenuta posteriormente.

L'impugnazione deve essere effettuata per iscritto e può assumere diverse forme: dalla semplice lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, alla citazione diretta in tribunale. È fondamentale rispettare il termine di 60 giorni, poiché il suo superamento comporta la decadenza dal diritto di impugnare il licenziamento.

Le procedure conciliative e giudiziali

Prima di ricorrere al tribunale, la legge prevede la possibilità di tentare una conciliazione presso gli organismi competenti. Questo passaggio, pur non essendo sempre obbligatorio, può rappresentare un'opportunità per raggiungere un accordo vantaggioso in tempi più brevi rispetto al processo giudiziario.

Se la conciliazione non dovesse andare a buon fine o se il lavoratore preferisce procedere direttamente per via giudiziale, sarà necessario citare il datore di lavoro davanti al Tribunale del Lavoro. Il processo del lavoro ha procedure semplificate e tempi più rapidi rispetto al processo civile ordinario, con un'udienza di discussione che generalmente si svolge entro alcuni mesi dalla citazione.

Il ruolo dell'avvocato e l'assistenza legale

L'assistenza di un avvocato specializzato in diritto del lavoro è fortemente consigliabile in tutti i casi di licenziamento, compreso quello illegittimo. Il professionista sarà in grado di valutare la fondatezza dell'impugnazione, quantificare correttamente l'eventuale risarcimento e assistere il lavoratore in tutte le fasi del procedimento.

È importante sapere che per i lavoratori con reddito limitato è possibile accedere al patrocinio a spese dello Stato, che consente di avere assistenza legale gratuita. Inoltre, molti sindacati offrono assistenza legale ai propri iscritti, rappresentando un'ulteriore risorsa per la tutela dei diritti dei lavoratori.

Come abbiamo detto, il licenziamento illegittimo rappresenta una violazione grave dei diritti del lavoratore, ma l'ordinamento italiano offre strumenti efficaci di tutela. La conoscenza dei propri diritti, il rispetto dei termini di impugnazione e l'assistenza di professionisti qualificati sono elementi chiave per ottenere la piena tutela dei propri interessi e il giusto risarcimento del danno subito. È fondamentale agire tempestivamente e con la consulenza appropriata per massimizzare le possibilità di successo della propria difesa.

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