Il panorama giuridico italiano è in costante evoluzione e, tra le recenti riforme che hanno scosso le fondamenta del sistema giudiziario, spicca la cosiddetta "riforma Cartabia".
Questa riforma, entrata in vigore il 30 giugno 2023, ha portato importanti cambiamenti nel settore legale italiano, tra cui l'abolizione dei documenti cartacei nei tribunali, e ha ampliato il campo di applicazione della mediazione obbligatoria in modo significativo.
Una delle innovazioni più eclatanti data dalla Riforma Cartabia riguarda l'ambito di applicazione della mediazione obbligatoria.
Prima della riforma, questa misura era limitata a:
Tuttavia, dalla Riforma Cartabia in poi, la mediazione obbligatoria si estenderà anche a controversie legate ad:
Un altro cambiamento cruciale riguarda l'opposizione a decreto ingiuntivo. Nel caso in cui una parte abbia presentato un ricorso monitorio, è ora sua responsabilità avviare il procedimento di mediazione.
Ciò sposta il peso dell'iniziativa sulla parte che ha cercato l'intervento giudiziario.
La riforma, poi, introduce anche limiti di durata massima per il procedimento di mediazione, che non possono superare i tre mesi, con la possibilità di prorogare di ulteriori tre mesi su accordo delle parti.
Inoltre, è stato eliminato il cosiddetto "primo incontro filtro", in cui le parti erano chiamate a valutare la sussistenza dei presupposti per l'inizio del tentativo di mediazione.
Ora, il primo appuntamento di mediazione deve essere fissato entro un periodo compreso tra 20 e 40 giorni dal deposito della domanda.
La Riforma Cartabia ha anche ridefinito la struttura delle spese di mediazione.
Le spese di avvio e le spese per il primo incontro sono ora a carico di ciascuna parte al momento della presentazione della domanda di mediazione o al momento dell'adesione.
Se la mediazione si conclude senza un accordo, non sono dovuti ulteriori pagamenti.
Le spese per la conclusione dell'accordo e per gli incontri successivi al primo saranno stabilite dal regolamento dell'organismo di mediazione, secondo i criteri stabiliti da un decreto ministeriale specifico.
Inoltre, la riforma prevede il patrocinio a spese dello Stato nella mediazione civile e commerciale obbligatoria e demandata, oltre a riconoscere alle parti i crediti di imposta sulle spese di mediazione e sui compensi dell'avvocato, nel rispetto dei limiti stabiliti (600 euro per procedura per le persone fisiche e 24 mila euro per le persone giuridiche).
Occorre, tuttavia, notare che manca ancora il decreto ministeriale che stabilirà le modalità di liquidazione e pagamento delle competenze dell'avvocato ammesso al gratuito patrocinio, compresa la possibilità di riconoscere al legale un credito di imposta o di compensazione delle somme determinate, così come le modalità di riconoscimento dei crediti di imposta alle parti.
A partire dal 1° luglio 2023, soggetti diversi dalle persone fisiche possono partecipare alla mediazione anche attraverso rappresentanti o delegati muniti dei poteri necessari per la composizione della controversia.
Le persone fisiche, invece, devono essere presenti personalmente, a meno che non ci siano giustificati motivi per delegare.
Inoltre, una delle novità più significative, data dalla Riforma Cartabia, riguarda la mediazione demandata dal giudice.
Ora, il giudice può disporre l'esperimento di un procedimento di mediazione anche in sede di giudizio di appello e fino al momento della precisazione delle conclusioni.
Questa mediazione demandata dal giudice diventa quindi una condizione di procedibilità, e se il tentativo non è stato effettuato entro la data di rinvio per la verifica dell'esito della mediazione, il giudice dichiarerà l'improcedibilità della domanda giudiziale. Queste ordinanze saranno oggetto di specifica rilevazione statistica.
Infine, il 30 giugno 2023 rappresenta anche la data limite per la formazione dell'elenco dei mediatori familiari. A partire dal 1° luglio, i giudici potranno rinviare le parti al mediatore familiare individuato dall'elenco per gestire il conflitto in sede extragiudiziale.
In conclusione, la riforma Cartabia è un passo importante nella modernizzazione e nell'efficienza del sistema giuridico italiano.
Essa promuove la mediazione come strumento fondamentale per la risoluzione delle controversie legali e segna la fine dell'era del processo cartaceo.
Le nuove disposizioni mirano a rendere il sistema giudiziario più accessibile, efficiente e orientato alla risoluzione pacifica delle dispute.
Questa riforma segna una chiara direzione verso un futuro giudiziario più moderno e adeguato alle esigenze della società contemporanea, promuovendo la giustizia collaborativa e il superamento delle lunghe e costose controversie legali.
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