La mediazione tributaria è obbligatoria per chi decide di impugnare un accertamento fiscale che ritiene illegittimo, pari o inferiore a 50 mila euro. Prima di procedere in giudizio, si deve tentare una soluzione alternativa della controversia, provando a trovare un accordo con l’Agenzia delle Entrate.
In Italia, lo sappiamo tutti, i processi sono molto lunghi, a volte sono necessari anni per riuscire a concludere una causa. La conseguenza di tale situazione è un intasamento della macchina della Giustizia, che da un lato vede un continuo trascinamento di vecchie cause non ancora concluse, dall’altro deve fare i conti con le nuove iscrizioni a ruolo.
Per evitare un peggioramento continuo di tale scenario, il legislatore ha introdotto la possibilità, e in alcuni caso l’obbligo di effettuare una mediazione, per riuscire a trovare un accordo, senza la necessità di presentarsi in Tribunale.
In questo modo è possibile risparmiare energie, tempo e denaro riuscendo a risolvere una lite in modo pacifico e veloce. Infatti, ricorrendo al Giudice, oltre a dovere attendere anni per arrivare a una soluzione, non è detto che il verdetto finale sia quello sperato. Quindi soprattutto per quanto riguarda accertamenti fiscale, è meglio accettare un compromesso e risolvere subito la questione nel modo migliore possibile.
Nella giurisprudenza italiana, la mediazione rappresenta la procedura migliore per velocizzare le tempistiche di un processo civile o amministrativo. In questo modo si evita di rendere ancora più lenta la macchina della giustizia, tentando di risolvere alcune questioni in modo alternativo.
D’altronde essa rappresenta anche un’opportunità di potere trovare delle soluzioni pacifiche tra le parti, senza lo stress e le preoccupazioni di continue liti portate avanti negli anni.
L’accordo sottoscritto dalle parti ha, in ogni caso, lo stesso valore di una sentenza, ciò significa che, in caso di inadempimento l’altra parte può agire direttamente, senza la necessità di ulteriori cause.
La figura centrale è quella del mediatore, un soggetto terzo e imparziale, che aiuta le parti a trovare delle soluzioni amichevoli, proponendo delle proposte di conciliazione.
Il suo compito è di spingere le parti avversarie a cercare un confronto pacifico, rivedendo le proprie posizioni e analizzando da nuovi punti di vista la situazione.
In merito a tale concetto spesso vengono utilizzati erroneamente i termini mediazione e conciliazione, che rappresentano fasi diverse del procedimento. In particolare, nel primo caso si fa riferimento al procedimento per arrivare a un accordo, mentre la conciliazione è il risultato finale che si ottiene.
La mediazione può essere:
Ma, vediamo di seguito di analizzare una particolare tipologia, cioè la mediazione tributaria, relativa a ricorsi per accertamenti fiscali, che dal 2018 è obbligatoria per tutti gli atti pari o inferiori a 50 mila euro.
La mediazione tributaria è obbligatoria se un soggetto intende impugnare un accertamento fiscale dell’Agenzia delle Entrate, ma anche di enti locali. Il tentativo di accordo deve essere fatto per tutti gli importi uguali o inferiori a 50 mila euro. Ciò significa che, prima di ricorrere a una causa in Tribunale, è necessario tentare una via alternativa.
Si tratta di un procedimento obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2016, ma che ha subito delle modifiche negli ultimi anni. Infatti, ora è stato innalzato il limite massimo da 20 mila euro a 50 mila euro, per rendere il sistema ancora più snello e flessibile.
Abbiamo già sottolineato che la macchina della Giustizia è molto intasata nel nostro Paese, ci sono innumerevoli processi in attivo, e i tempi sono sempre molto lunghi.
L’innalzamento del valore degli atti per quanto riguarda la mediazione obbligatoria ha lo scopo di rendere il sistema più flessibile, cercando di risolvere le questioni più lievi con procedimenti alternativi.
Succede quindi, che chiunque voglia contestare un atto giudiziario di natura fiscale, debba prima tentare la via pacifica con l’ente che ha emesso l’accertamento, per evitare l’improcedibilità del ricorso.
Il limite di 50 mila euro va calcolato considerando solamente l’importo del tributo, quindi senza interesse e sanzioni. Ovviamente se la controversia è relativa solo a sanzioni, vanno sommate queste ultime.
Per essere valida l’istanza di mediazione tributaria deve essere notificata all’Ente che ha emesso l’atto, entro 60 giorni dalla notifica dello stesso. La prima conseguenza è l’interruzione del decorso del termine utile per potere effettuare una impugnazione in giudizio, per 90 giorni.
Ma, cosa può accadere a questo punto?
Se l’accordo si conclude in modo favorevole, il soggetto deve versare la cifra concordata entro 20 giorni, e le sanzioni saranno ridotte al 35% del minimo stabilito dalla legge in vigore.
Può anche accadere che, l’Agenzia delle Entrate o l’Ente di riferimento non accetti la proposta del contribuente, me ne formuli una propria. Si tratta, in ogni caso, di una possibilità da considerare, in quanto è possibile chiudere velocemente il contenzioso, spesso con vantaggi di tipo economico, considerando anche che è possibile evitare le spese legali.
La mediazione tributaria è obbligatoria per le controversie inerenti a:
Abbiamo visto che, per gli atti di natura tributaria prima di fare ricorso in giudizio, è obbligatorio procedere in modo pacifico, trovando degli accordi con l’Ente che li ha emessi. Rientrano in questa casistica contenziosi inerenti a imposte sui redditi, il bollo auto, la tassa rifiuti, iscrizioni di fermo amministrativo sul veicolo o di ipoteca su un immobile.
Il procedimento prevede la notifica del ricorso all’Ente impositore, allegando una istanza di mediazione, con una proposta per rideterminare l’ammontare della cifra richiesta.
La procedura deve essere conclusa entro 90 giorni dalla notifica dell’atto, e solo in seguito è possibile l’iscrizione a ruolo in giudizio.
In ogni caso, il destinatario dopo avere esaminato la proposta ricevuta, può prendere le seguenti decisioni:
Se la mediazione tributaria ha effetto positivo, si procede nei seguenti modi:
I pagamenti, comunque, sono sospesi fino alla scadenza del termine di 90 giorni, ma se la mediazione ha esito negativo, saranno applicati gli interessi dovuti.
Il ricorso può essere fatto in maniera autonoma dal contribuente o da un procuratore generale o speciale, quindi un avvocato in possesso di apposita procura.
La mediazione tributaria è utile per evitare un ulteriore intasamento della macchina della giustizia in italia, come abbiamo visto. Riuscendo a risolvere i contenziosi in modalità alternative al processo in Tribunale, si rende il sistema molto più snello, flessibile e veloce.
Oltre a ciò, ci sono evidenti vantaggi anche per il contribuente, in quanto ha la possibilità di risolvere la questione senza affrontare una causa di anni, molto costosa, non avendo alcuna certezza di vincere.
Inoltre va considerato che:
Quindi, cercare un accordo con l’Amministrazione Finanziaria rappresenta sicuramente un’occasione da non perdere.
Verrai contattato e riceverai i nostri preventivi entro 24 ore.
Scrivici il tuo caso: lo analizzeremo e ti metteremo in contatto con l'Avvocato più preparato nella tua zona.
A questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 50% ovvero 60€ + iva anziché 120€.
Scopri l'AcademyA questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 75% ovvero 90€ + iva anziché 360€.
Scopri il servizio Premium