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Quote Rosa: cosa prevede la legge

Nel nostro Paese il sistema di quotazione di genere, all’interno delle Aziende, è regolamentato da un’apposita legge. Questa norma prevede che il genere meno rappresentato nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate in borsa e delle società a controllo pubblico, ottenga almeno il 30% dei membri eletti.

La Legge n. 120/2011 serve a stabilire una percentuale obbligatoria di presenza di entrambi i generi nelle attività lavorative, per garantire una rappresentazione paritaria.

In Italia è il genere femminile ad essere penalizzato, da qui il modo comune di chiamare le quote di genere, “rosa”. Questa mancanza di parità è una situazione molto comune nell’ambito lavorativo. Nella maggior parte dei casi le donne sono in minoranza per ciò che riguarda la presenza di ruoli importanti, rispetto agli uomini.


Oggi, a dieci anni dalla prima approvazione della Legge sulle Quote Rosa, possiamo tirare delle conclusioni. Questa legge che sembrava essenziale per ridurre il gap di genere, non ha dato i risultati tanto attesi. E’ dunque importante individuare quali siano le ulteriori azioni necessarie affinché si possa veramente parlare di inclusione e poter realisticamente compiere ulteriori passaggi volti ad abbattere il divario di genere.

Cosa prevede la legge

Le legge Golfo Mosca sulle Quote Rosa, approvata il 12 luglio 2011, prevede che i C.D.A. (Consiglio di Amministrazione) dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo dal 2015. Dal 2012 i Consigli di Amministrazione e gli organi di controllo delle Società quotate e delle controllate pubbliche non quotate, dovranno adeguarsi alle nuove norme sulle Quote Rosa. I C.D.A. dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato).

Le regole della legge sulle Quote Rosa, sono entrate a pieno regime nel triennio del mandato 2015-2018. La decisione sull’approssimazione per eccesso o per difetto spetta alle singole società. Il provvedimento delle Quote Rosa imposte per legge, prevede che il criterio si applichi soltanto per tre mandati consecutivi. In caso di inadempienza da parte delle società ci sarà una diffida da parte della Consob a reintegrare il C.D.A. o i collegi entro quattro mesi. Se le Società non si adeguano scatterà una diffida di tre mesi e sanzioni pecuniarie da 100mila a un milione di euro per i Consigli di Amministrazione e da 20mila a 200mila euro per i collegi sindacali. 

Se le Società dovessero continuare a non adeguarsi nonostante la diffida di sette mesi e le sanzioni allora scatta la decadenza del consiglio di amministrazione e degli organi di controllo. E’ la Consob per le spa,  a dover vigilare per una corretta applicazione delle quote, mentre per le Società Pubbliche, sarà la Civit (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) l'Autorità di vigilanza.

​In principio

Il 12 luglio 2011 è stato approvato il Disegno di legge Golfo Mosca, che ha introdotto le Quote Rosa nei Consigli di Amministrazione delle Società quotate in Borsa e delle Società a partecipazione pubblica.
Il Provvedimento venne approvato dalla Camera dei Deputati, con una schiacciante maggioranza (438 voti favorevoli, 64 astenuti, 27 contrari), diventa legge. La firmatarie dell'iter furono Lella Golfo del Pdl e Alessia Mosca del PD. Il provvedimento partito dalla Camera, venne poi licenziato dal Senato in meno di un mese.

​Legge 210/2011

Alla sua entrata in vigore la Legge sulle Quote Rosa, fissava la quota al 20%, portata poi a 30% nel 2015. A dicembre 2019, un emendamento alla legge di bilancio 2020 ha prorogato le disposizioni previste dalla norma, che sarebbe altrimenti scaduta nel 2022, e innalzato la quota di genere al 40% per i C.D.A. e i collegi sindacali delle società quotate. 

La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), è chiamata a vigilare sull’attuazione del sistema di Quote Rosa e pubblica le analisi svolte in merito nel report annuale sulle Società Italiane quotate in Borsa. Se una Società non rispetta i criteri stabiliti per la composizione del C.D.A. o del Collegio Sindacale, la Consob procede alla diffida. In caso di continuo inadempimento, segue una sanzione e un’ulteriore diffida e, nel caso in cui la società non rimedi, si procede al decadimento dei membri eletti.

I dati

L’Osservatorio Cerved-Fondazione Bellisario in collaborazione con Inps ha pubblicato un rapporto a febbraio 2020 in cui valuta gli effetti della legge sulle Quote Rosa in riferimento alla effettiva presenza di donne nelle Aziende.
Ciò che ne emerge  è che negli anni il sistema Quote Rose ha prodotto i risultati prestabiliti, ma non ha portato alla diffusione di pratiche e situazioni che andassero oltre gli obblighi previsti legalmente. 

Osservando le Società singolarmente, il rapporto sottolinea che sono poche quelle dove la presenza femminile è cresciuta oltre la quota stabilita. Solo il 14% delle Società ha superato di almeno un'unità il minimo di donne richiesto nei C.D.A. Per quanto riguarda invece le Società non soggette all'obbligo delle quote, non si registra alcuna influenza positiva della legge. La presenza femminile nei C.D.A. è infatti aumentata in misura molto limitata negli anni, raggiungendo solo il 17,7% nel 2019.

Come è cambiata la Governance

Nel 2010 la presenza delle donne nei C.D.A. arrivava al 7% e soltanto il 44% delle aziende aveva almeno una donna nel Consiglio. Grazie all'applicazione della Legge, a partire dal 2012 sono arrivate al 100% delle Società quotate con almeno una donna nel board e una rappresentanza femminile del 36%". Grazie a questo provvedimento l'Italia si è adeguata ai Paesi più avanzati nell'Unione Europea.

​Obbiettivi

Grazie all'introduzione delle Quote Rosa, ci si aspetta ancora maggior integrazione di genere, sicuramente ci vuole altro tempo; necessarie anche delle politiche di inclusione, misurabili che aiutino realmente il cambiamento. Fondamentali sono ad esempio interventi di sistema, dalle infrastrutture per il welfare fino ai meccanismi di promozione all'interno delle aziende e una radicale lotta agli stereotipi.

Raggiungere la consapevolezza che l'equilibrio di genere è un valore per le Imprese, premiando con incentivi le Aziende più inclusive. E' importante mantenere alta l'attenzione sulla parità di genere ed è necessario un continuo dibattito per poter cambiare realmente tutti gli aspetti culturali, i valori ed i comportamenti, per riuscire così ad annullare del tutto i pregiudizi.

Criticità da risolvere

Se da un lato le Quote Rosa introdotte dal Decreto hanno efficacemente raggiunto i risultati previsti, dall'altro restano diverse criticità da risolvere:

  • l'esclusione di molte società dalla normativa;
  • minore crescita della presenza, nelle aziende non soggette alle quote;
  • mancanza di donne nelle posizioni di maggiore rilievo.

Dagli studi è risultato evidente che le donne occupino di rado ruoli strategici nei C.D.A. delle Quotate e delle Controllate. Inoltre è maggiore la concentrazione di diversi incarichi, nelle mani di poche donne. Le donne nei Consigli di Amministrazione, ricoprono molto più spesso anche incarichi in altre società quotate, rispetto agli uomini.
Questi dati dimostrano quanto siano di minore rilevanza le cariche assegnate alle presenze femminili e di conseguenza una scarsa inclusività nei confronti delle donne.
Le donne che riescono ad accedere e ad essere accettate tra i vertici di diverse società sono poche e costituiscono più che altro delle eccezioni.

Cambiamenti attesi

Nella Legge di bilancio del 2020, la maggioranza ha più volte ribadito che Quota 100 ha una scadenza, perciò tutti coloro che raggiungono i requisiti per beneficiarne, potranno andare in pensione anticipata entro il 2021. I Sindacati stanno pensando a nuove soluzioni per riformare il sistema previdenziale che possano favorire i contribuenti ed in particolare le donne che sono penalizzate sia da quota 100 che dall’Opzione donna. 

La proposta riguardava quota 100 rosa, con una riduzione del requisito contributivo per la pensione in favore delle lavoratriciI Sindacati hanno così proposto una nuova misura che a partire dal 2020 potrebbe andare a sostituire Quota 100. Si tratta di Quota 100 rosa, che avrebbe l’obiettivo di abbassare il requisito contributivo a 36 anni, invece che a 38 come prevede attualmente Quota 100.

In alternativa, si sta pensando alla riduzione del requisito contributivo per la pensione pari ad un intero anno per ogni figlioL’adozione di questa proposta dei Sindacati, sembrava irrealizzabile, a causa delle scarse risorse finanziare a disposizione del Governo. Le organizzazioni sindacali vorrebbero riuscire a favorire le lavoratrici sempre più penalizzate per ciò che riguarda l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, a causa delle misure attualmente a disposizione.

​Conclusioni

Complessivamente, possiamo dire che il sistema delle Quote Rosa non ha raggiunto gli obbiettivi aspettati; il miglioramento della presenza femminile nel nostro Paese, del c’è stata solo negli ambiti imposti per legge. Ci si auspica che in futuro si favorisca il cambiamento sociale e culturale dell'immagine della donna, sia in ambito lavorativo, sia nella società.


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