Recedere da una contratto permette alle parti di liberarsi dagli impegni prima della naturale scadenza. Vediamo, dunque, come e quando si può recedere da un contratto stipulato.
Prima di spiegare il funzionamento del recesso cerchiamo di capire che cos'è il recesso. Il recesso è la possibilità che viene data alle parti di sciogliere un vincolo contrattuale prima della sua naturale scadenza. Questa possibilità è la legge a permetterla - per alcune tipologie di contratti - o dalle parti che possono inserire la possibilità di recedere dal contratto in un'apposita clausola del contratto stesso.
Vediamo, dunque, i casi in cui è possibile recedere dal contratto:
Dopo aver preventivamente verificato la possibilità di recedere dal contratto in oggetto della questione, la parte interessata al recesso dovrà dare comunicazione all'altra parte. La comunicazione deve contenere, ovviamente, la volontà di recedere dal contratto e di terminare, dunque, il rapporto.
Il recesso produce i suoi effetti solamente dal momento in cui la parte a cui è diretto lo riceve e non prima. Normalmente, la comunicazione avviene tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite invio di una mail su casella certificata (Pec).
Ovviamente per recedere da un contratto devono essere rispettati i termini del recesso così come previsti dalla legge o come pattuiti sul contratto stesso. Come detto prima, per riprendere l'esempio fatto, nel caso di un acquisto online si hanno 14 giorni di tempo.
Nei contratti, invece, ad esecuzione immediata come la compravendita, la parte può recedere fino a che non è iniziata l'esecuzione del contratto. Nel caso della compravendita, dunque, si può recedere dal contratto fino a che non è stato pagato il prezzo per l'acquisto del bene.
Nei contratti ad esecuzione continuata o periodica (come la fornitura periodica di beni o servizi) il diritto di recesso può essere esercitato anche ad esecuzione iniziata e, di conseguenza, il recesso non ha effetto sulle prestazioni già eseguite ma solamente su quelle che devono ancora addivenire.
Il diritto di recesso non si può applicare nei casi in cui, ad esempio, un acquisto venga fatto in un negozio o in un ufficio o nello studio di un professionista. Inoltre, ci sono dei casi in cui, anche se il contratto viene concluso al di fuori dei locali commerciali. Vediamoli insieme:
Comunemente disdetta e recesso vengono spesso associati e/o confusi. In entrambi i casi le parti decidono di interrompere il rapporto e dunque menttere fine al contratto ma ci sono delle differenze sostanziali.
La disdetta, infatti, è l'atto necessario per comunicare all'altra parte la volontà di non rinnovare un contratto che ha una durata (ad esempio l'abbonamento alla linea internet, all'abbonamento telefonico o alla pay tv o, ancora, la disdetta del contratto di locazione). La disdetta, dunque, serve ad impedire il rinnovo automatico del contratto alla sua naturale scadenza.
Normalmente le modalità ed i tempi per la comunicazione della disdetta sono previste all'interno del contratto (ad esempio: disdetta da comunicarsi entro e non oltre 30 giorni prima della scadenza del contratto tramite raccomandata con ricevuta di ritorno).
Mentre il recesso, dunque, interrompe il rapporto prima della sua naturale scadenza, la disdetta è invece la comunicazione e non voler far sì che il contratto si rinnovi automaticamente alla scadenza.
La risoluzione, così come il recesso, prevede l'interruzione anticipata del contratto. Le parti possono avvalersi della risoluzione in alcuni contesti specifici che è bene vedere insieme:
Come detto in precedenza, le parti possono decidere di inserire una clausola per il recesso del contratto direttamente sul contratto stesso. In questo caso, dunque, il contratto prevederà naturalmente che sia possibile il suo recesso in termini e modi stabiliti e scritti.
Facciamo, dunque, alcuni esempi di queste tipologie di accordi:
Come visto, dunque, il diritto di recesso ha molte sfaccettature e molte regole da seguire per poter essere applicato correttamente. E' bene, dunque, farsi sempre seguire da un professionista, un avvocato, che possa studiare il caso specifico e far eseguire i giusti passi per fare in modo che il recesso sia fatto con le modalità ed i tempi previsti per legge o scritti nel contratto che si vuole recedere.
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