Il Reddito di cittadinanza è stato riconfermato come misura di sostegno economico per le famiglie che si trovano in difficoltà anche per il 2022. Il Rdc ha aiutato moltissime famiglie italiane con l’arrivo della pandemia, soprattutto per coprire le spese di prima necessità e per i costi relativi a mutui o affitti.
Secondo i dati forniti dal Sole24Ore, per il 2022 il Reddito di cittadinanza è stato finanziato con 1 miliardo aggiuntivo, per dare un aiuto economico a 1,37 milioni di nuclei familiari, rispetto ai 1,23 milioni del 2020.
Per il prossimo anno però ci saranno alcune modifiche. In particolare, ci saranno maggiori controlli per evitare situazioni di ricezione indebita della misura. Questo perché, molte persone hanno preferito “adagiarsi” sulla percezione del sussidio piuttosto che intraprendere i percorsi di reinserimento nel mercato del lavoro.
Da qui nasce l’esigenza di una “stretta”, che il Governo ha inserito nel testo della Legge di Bilancio. Gli aggiornamenti, proposti da un comitato scientifico nominato appositamente per studiare il tema, sono già stati confermati alla presenza del premier Draghi e dei Ministri Orlando, Patuanelli e Brunetta.
Il cambiamento più importante riguarda proprio le politiche attive e il reinserimento nel mondo del lavoro. Al primo rifiuto di un’offerta di lavoro, infatti, l’importo del reddito di cittadinanza verrà decurtato. Se dovesse arrivare un “no” anche alla seconda offerta di lavoro al beneficiario verrà tolto il sostegno economico.
Per quanto riguarda i nuclei, le famiglie numerose, soprattutto quelle con figli minorenni a carico, riceveranno un assegno più alto. Viceversa, alle famiglie più piccole e ai single verranno dati importi minori.
Il contributo per l’affitto non sarà più lo stesso per tutte le famiglie ma verrà calcolato in base al numero di componenti del nucleo.
Per quanto riguarda l’assegno per stranieri, qui la proposta è di ridurre da 10 anni a 5 il periodo di residenza in Italia necessario per ricevere il reddito di cittadinanza. Il comitato scientifico sostiene che si tratterebbe di un compromesso ragionevole e in linea con l’UE sul tema sostegni alla povertà.
Altro cambiamento riguarda il calcolo dell’importo: secondo gli esperti, per il calcolo dell’importo dell’assegno il reddito da lavoro andrebbe considerato per il 60% e non per l’80%.
Affinché un’offerta di lavoro possa essere considerata congrua da un percettore del reddito di cittadinanza, dal punto di vista temporale, il contratto proposto dovrebbe superare il mese e per quanto riguarda la distanza dal domicilio del beneficiario al posto di lavoro, non dovrebbe superare gli 80 km o comunque la sede di lavoro dovrebbe essere raggiungibile in massimo 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici, se si tratta di prima offerta. Più rigido è invece l’approccio per la seconda offerta, che può essere collocata nell’intero territorio nazionale.
Per quanto concerne i controlli fatti dall’Inps e dai comuni, con il nuovo anno saranno, infatti, più frequenti. Saranno potenziate fin da subito le verifiche dei requisiti di residenza e patrimoniali. I controlli saranno fatti a campione al momento della ricezione della domanda, relativamente alle caratteristiche del nucleo (composizione, cittadinanza, residenza etc…) e saranno facilitati dalla condivisione delle banche dati tra Inps e comuni.
Per incentivare maggiormente i beneficiari alla ricerca attiva del lavoro verrà attuata una riduzione progressiva dell’importo del Rdc: a partire dal sesto mese diminuisce di 5 euro al mese. La norma, però, non è applicabile ai nuclei familiari con bambini sotto i 3 anni di età o con disabili gravi o non autosufficienti, o per tutte le famiglie in cui tutti i componenti non sono tenuti agli obblighi di attivazione previsti in generale per il Rdc. La riduzione si applica anche in caso di rinnovo e solo se il beneficio mensile è superiore a 300 euro al mese, moltiplicati per la scala di equivalenza. Inoltre, viene sospesa se un membro del nucleo familiare inizia un lavoro dipendente o autonomo.
Infine, gli sconti contributivi per i datori di lavoro che assumono beneficiari del Rdc, prima riservati solo alle assunzioni a tempo pieno e indeterminato, verranno estesi anche ai contratti di lavoro a tempo parziale e determinato, ampliando notevolmente gli spazi di inserimento lavorativo dei percettori di Rdc.
In questo modo c’è il rischio che si riduca la qualità degli sbocchi lavorativi e che le aziende incrementino il numero di assunzioni a tempo determinato a sfavore dell’indeterminato. Gli effetti sull’occupazione nel breve periodo sarebbero assolutamente positivi, nel lungo periodo però i beneficiari potrebbero aver bisogno di ricorrere nuovamente al Rdc e a interventi pubblici per il reinserimento.
A questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 50% ovvero 60€ + iva anziché 120€.
Scopri l'AcademyA questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 75% ovvero 90€ + iva anziché 360€.
Scopri il servizio Premium