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Riforma pensioni: le possibili novità per 2020

Riforma pensioni 2020. Vediamo insieme che cosa è previsto nella Legge di Bilancio.

Nella nuova riforma delle pensioni 2020 il walfare torna al centro dell'attenzione, almeno questo è ciò che sembrerebbe secondo quanto previsto dal programma di governo messo insieme da Movimento 5 Stelle e PD attraverso il governo Conte bis. Nello specifico, andando a guardare più da vicino quello che potrebbe essere inserito nella riforma, all'interno della sezione dedicata al walfare troviamo argomenti come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti oltre al rafforzamento delle politiche di walfare per i giovani che hanno un basso reddito; pensione di garanzia e ancora agevolazioni per ì caregivers - ovvero coloro che assistono una persona disabile - o ancora la proroga dell'Opzione donna 2020.

Riforma pensioni: opzione donna

Scendendo nello specifico, l'opzione donna è un meccanismo che consente alle lavoratrici di andare in pensione con una età di 58 anni (per le dipendenti) ed a 59 anni per le lavoratrici autonome purché abbiano maturato almeno 35 anni di servizio ovvero di contributi previdenziali.

Accettare l'opzione donna e dunque il pre-pensionamento, però, ha anche un'altra faccia della medaglia. Infatti accettare l'opzione significa subire una riduzione anche forte dell'assegno pensionistico anche se, purtroppo, sempre più donne si trovano costrette nell'accettare questa condizione per meglio conciliare vita lavorativa e vita famigliare.

Nel 2020, dunque, l'opzione donna potrebbe essere estesa alle lavoratrici nate nel 1961 - se queste sono dipendenti - o nate nel 1960 se sono lavoratrici autonome.

Riforma pensioni: quota 100

Il programma del governo Conte bis, per quanto riguarda Quota 100 è stata molto chiara: tutto resterà come prima fino alla fine del periodo di sperimentazione e poi verrà cancellata. Detto ciò, dunque, nell'immeditato futuro non ci saranno novità e la pensione anticipata resterà alle stesse condizioni fino al 31 dicembre del 2021. Dal primo gennaio del 2022, poi, il governo formato dai giallorossi dovrà trovare una nuova strategia in quanto Quota 100 verrà cancellata e dovrà - eventualmente- essere rimpiazzata con altre manovre. Ovviamente è difficile capire, ad oggi, che cosa succederà nel 2022 ma se non ci saranno novità, il 31 dicembre del 2021 sarà l'ultimo giorno valido per questo strumento. Ultime notizie, inoltre,. confermano la tendenza a voler abbandonare Quota 100 visto che si pensa di toglierla per recuperare risorse utili da mettere a disposizione del taglio del cuneo fiscale.

Quattordicesima ai pensionati

In questo ultimo periodo, i sindacati hanno chiesto di poter inserire in riforma il pagamentodella quattordicesima mensilità alle pensioni che, ad oggi, hanno pagata la tredicesima ma non la quattordicesima mensilità annuale. Questa richiesta, se dovessere essere inserita in riforma, porterebbe ad un esborso notevole per le casse dell'INPS ma, dalla'altra parte, permetterebbe a tutti i pensioniati di ricevere una stipendio in più all'anno nei mesi estivi.

Ape e altri strumenti

Per ciò che riguarda l'Ape Social così come il reddito di cittadinanza e le pensioni di invalidità, il 2020 sarà un anno piuttosto fiacco perché non sono previste modifiche. Anche il reddito di cittadinanza, dunque, nonostante le polemiche, resta invariato così come le modalità per richiederla.

In molti, nel corso del 2019, si sono lamentati del fatto che il reddito di cittadinanza sia uno strumento che pochissime persone hanno utilizzato contrariamente a quella che fu la stima iniziale.

Stessa cosa per le pensioni di invalidità che non verranno modificate nel corso del 2020.

Ciò che, dunque, è la novità più importante che riguarda le pensioni 2020 e che farà quindi parte della prossima riforma delle pensioni è sicuramente la pensione a garanzia per i giovani, da molto ormai tanto cara al PD.

Mini rivalutazione degli assegni

E' prevista una rivalutazione per gli assegni pensionistici fra 3 e 4 volte il minimo e cioé per gli assegni di cifre comprese fra 1522€ ed i 2029€ lordi al mese. Questo strumento interesserà, probabilmente, circa 2 milioni e mezzo di pensionati. Proprio questo tipo di trattamenti, infatti, ad oggi è rivalutato al 97% mentre dal 2020 torneranno ad essere rivalutati al 100%.

Restano invariate, invece, le percentuali di indicizzazione per gli assegni più alti:

  • 77% per assegni tra 2537€ e 3445€;
  • 47% per assegni fino a 4059€;
  • 45% per assegni fino a 4566€;
  • 40% per assegni oltre i 4566€.

Pensione di garanzia: come funziona?

La pensione di garanzia è uno strumento con cui il governo Conte bis cerca di aumentare il fondo previdenziale integrativo pubblico. Questo dovrebbe garantire ed assicurare ai giovani con carriere discontinue, una reale copertura previdenziale.

Ma come funziona esattamente questo tipo di pensione di garanzia? La misura - già da molto tempo molto cara al PD - è stata già affrontata dal governo Gentiloni e dal governo Renzi ma non si è mai giunti ad una conclusione.

In questi anni, dunque, la pensione di garanzia è rimasta nel cassetto ovvero una bozza di proposta che vuole portare a rendere cumulabile il traatamento - basso - che maturano e matureranno tra venti o trent'anni le generazioni degli anni '70 e questo attraverso l'uso di assegni di tipo sociale o con altri strumenti che sostengano il reddito per quelle che sono le fasce più deboli.

La misura, togliendo il vincolo dell'assegno INPS di 1,5 volte il minimo, permetterebbe a queste generazionidi andare in pensione prima e non obbligarle a posticipare il pensionamento molto dopo il compimento di 70 anni di età.

Pensione di vecchiaia

Per ciò che riguarda la pensione di vecchiaia, sono cambiati i requisiti di età: dal primo gennaio del 2019, infatti, e fino al 31 dicembre del 2020, le lavoratrici donna possonoandare in pensione alla stessa età dei lavoratori uomini ovvero con 20 anni di contributi versati e la seguente età:

  • ​67 anni di età nel 2020, 2021 e 2022;
  • 67 anni e 4 mesi di età nel 2023 e 2024;
  • 68 anni dal 2031 in poi.

Altra condizione da prendere in considerazione per soddisfare i requisiti per tutti coloro che hanno versato contributi prima del 1996 (e quindi lavoratori a cui viene applicato il solo calcolo della pensione su base retributiva) è che l'assegno pensionistico previsto deve essere superiore ad 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale. Se questa condizione non dovesse essere rispettata, il pensionamento potrà avvenire solamente attraverso il requisito contributivo di vecchiaia che, al momento, è convermato anche per il 2020.

L'età pensionabile per il 2020 è di 67 anni per gli uomini così come per le donne.

Pensione anticipata e Quota 41

Per la pensione anticipata, invece, non è prevista un'età specifica per potervi accedere poiché è sufficiente aver maturato il requisito contributivo:

  • ​42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41anni e 10 mesi perle donne.

Per ciò che riguarda, invece, la Quota 41 resta ovviamente a 41 anni contributivi versati per:

  • ​coloro iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • coloroche sono disoccupati e senza indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • coloro che all'età di 19 anni avevano già maturato 12 mesidi contributi;
  • gli invalidi dal 74% in su;
  • coloro che hanno svolto lavorti usuranti o gravosi;
  • coloro così detti caregivers da almeno 6 mesi di un famigliare convivente entro il secondo grado con un handicap grave.

Conclusioni

Si attende, dunque, quella che sarà la riforma definitiva per vedere se e quali soglie per ciascuno strumento verranno effettivamente confermate e/o modificate. La riforma delle pensioni 2020 è in dirittura d'arrivo e se ne sapranno meglio i dettagli nei mesi a venire.

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