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Riscatto laurea: come funziona e quali sono gli sconti 2019?

Il riscatto della laurea è un modo per conteggiare gli anni di studio universitari come contributi utili ai fini pensionistici. Posso fare domanda i lavoratori dipendenti iscritto all’AGO, l’assicurazione generale obbligatoria, e i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata. Dal 2019 il Governo ha introdotto uno sconto del 30% per i laureati under 45

Il periodo degli studi universitari è fondamentale per riuscire ad acquisire conoscenze utili da spendere poi nel mercato del lavoro. In un contesto competitivo sempre più forte, caratterizzato da una profonda crisi economica, essere preparati in materie specifiche può essere un vantaggio per riuscire a trovare lavoro più facilmente in quanto le aziende necessitano di lavoratori “di qualità”, in grado di fare la differenza.

E’ certamente vero che a volte è difficile farsi strada nonostante una laurea, ma con sacrificio e determinazioni chi è davvero preparato riesce a intraprendere un percorso lavorativo interessante.

In ogni caso, gli anni dedicati allo studio non devono mai essere considerati come “tempo perso”. Frequentare l’Università permette una maggiore apertura mentale, incoraggia il confronto tra idee diverse, aiuta a formare il carattere e prepara gli studenti ad affrontare il mondo con un occhio critico e consapevole.

Detto questo, anche per lo Stato italiano, gli anni di formazione accademica non devono essere dimenticati, nel senso che è possibile sfruttarli per riuscire ad andare in pensione un po’ prima del previsto. Ma, attenzione non è tutto oro ciò che luccica.

Il riscatto della laurea non è gratuito, anche se recentemente è stata introdotta dal Governo Lega M5S una possibilità per avere uno sconto, come vedremo a breve.

Come funziona il riscatto della laurea?

Il riscatto della laurea permette ai laureati di andare in pensione prima del previsto, conteggiando appunto anche gli anni trascorsi a studiare, per costruire le basi della propria carriera lavorativa.
Non si tratta di una modalità gratuita, anzi è particolarmente onerosa, ma è opportuno valutare le varie possibilità previste per capire se conviene in base al proprio caso specifico. Il costo, infatti, cambia in base ad alcuni parametri, come analizzeremo a breve.

Sappiamo che, andare in pensione a volte sembra un miraggio e il trend degli ultimi anni vede alzarsi sempre di più l’età utile per uscire dal mondo lavorativo. Per questo motivo, è bene soffermarsi un attimo a ragionare sul reale beneficio che potrebbe avere una conversione del periodo trascorso all’Università in termini di anni utili per andare in pensione prima del previsto.

Il concetto è molto semplice, chi è in possesso di una laurea, ha la possibilità di pagare una quota utile per trasformare gli anni di studio in conteggi utili ai fini pensionistici. 

A partire dal 2008 l’accesso a tale possibilità è stato agevolato, consentendo una rateizzazione del pagamento e consentendo tale diritto anche a chi non è iscritto a una delle forme di previdenza obbligatoria dell’Inps, come l’AGO o la Gestione Separata.
Quindi, anche chi non ha mai lavorato o è attualmente disoccupato può effettuare la domanda per il riscatto della laurea.

Ovviamente come requisito fondamentale deve esserci il conseguimento effettivo di un titolo di laurea, e non solo la frequentazione dell’Università per un certo periodo senza avere concluso il percorso di studi.

Per quali lauree è valido?

Finora abbiamo detto che gli anni trascorsi per portare a termine un percorso universitario possono essere convertiti, a pagamento, in anni utili per andare in pensione prima del previsto.

Vediamo ora, in particolare, per quali titoli è valida questa possibilità:

  • lauree triennali
  • lauree specialistiche o magistrali
  • lauree appartenenti al cosiddetto “vecchio ordinamento”
  • diplomi di specializzazione post laurea
  • dottorati di ricerca

Il riscatto non viene valutato per eventuali periodo di fuori corso, o per gli anni in cui uno studente è stato anche contemporaneamente un lavoratore, in quanto già previdenzialmente coperto. Lo scopo, infatti, è quello di conteggiare anni in cui non è stato possibile maturare dei contributi validi per la pensione.

Vengono, invece, valutati eventuali titoli conseguiti all’estero, ma solamente se hanno un valore legale nel nostro Paese. 

In ogni caso è possibile riscattare anche più diplomi ottenuti. 

Chi può chiederlo?

Il requisito fondamentale, come abbiamo già detto è l’avere conseguito una laurea. Quindi non è sufficiente avere frequentato l’Università per qualche anno, bisogna avere completato il percorso di studi.

La domanda può essere fatta da tutti i laureati, che attualmente sono:

  • lavoratori dipendenti, quindi iscritti all’AGO, l’assicurazione generale obbligatoria 
  • liberi professionisti, iscritti alla Gestione Separata Inps
  • disoccupati
  • persone che non hanno mai lavorato

Non è possibile, però, chiedere un riscatto per eventuali anni di studio durante i quali si è svolto anche un lavoro, versando quindi i relativi contributi. L’obiettivo è quello di trasformare anni in cui non è stato possibile maturare fondi pensionistici in anni utili per andare prima in pensione.

Quanto costa e come si paga?

Abbiamo già accennato che chiedere il riscatto della laurea ha un costo, anche molto sostenuto. Il calcolo, però è diverso in base ad alcuni specifici parametri.

In modo particolare la differenza più sostanziale riguarda:

  • richiedenti che non hanno mai lavorato
  • richiedenti che hanno avuto o hanno un lavoro.

Nella prima situazione, le norme prevedono la necessità di prendere come riferimento:

  • l’imponibile minimo annuale, di artigiani ed esercenti di attività commerciali, cioè 15.710 euro nel 2018 
  • e l’aliquota per le prestazioni pensionistiche obbligatorie. 

L’importo ottenuto va moltiplicato per gli anni di studio che si desidera convertire.

Per chi ha già lavorato il calcolo è un po’ più complicato

  • se gli anni da convertire sono antecedenti al 31 dicembre 1995 si utilizza il metodo retributivo
  • se si tratta di anni di studio successivi al 1 gennaio 1996 si applica il metodo contributivo.

Per capire l’effettivo importo che si deve pagare, è utile chiedere assistenza a un Caf gratuito.

La cifra da pagare può essere versata in una soluzione unica, oppure frazionata fino a un massimo di 120 rate mensili. Bisogna considerare che, il mancato pagamento della prima rata viene considerato dall’Inps come una rinuncia della domanda, che verrà sospesa e non sarà più possibile farne richiesta nuovamente. Per le rate successiva è ammesso un ritardo massimo di 30 giorni, ma non più di 5 volte.

Nel caso di sospensione della domanda verranno accreditati solamente i contributi già versati, e non sarà possibile chiedere la restituzione della cifra.

Oltre al vantaggio di potere uscire dal lavoro qualche anno prima del previsto, ci sono ulteriori benefici di natura fiscale:

  • i lavoratori possono dedurre tutto il costo
  • i disoccupati possono detrarre il 19% di quanto pagato, o meglio chi ha a carico il soggetto, ad esempio i genitori

Gli sconti del 2019

Per quanto riguarda il 2019, il Governo ha introdotto alcune novità interessanti.

Nel decreto Quota 100 e reddito di cittadinanza, infatti, è presente anche il cosiddetto “riscatto della laurea light”, cioè la possibilità di avere uno sconto per convertire anni di studio in anni utili ai fini pensionistici.

Lo sconto previsto è del 30% ma è valido solamente per gli under 45, quindi non utilizzabile per la famosa quanto discussa Quota 100.

Inoltre, si sta ipotizzando un riscatto di laurea gratuito per tutti coloro che sono nati tra il 1980 e il 2000 che sono attualmente iscritti a un corso di laurea, perciò un incoraggiamento per chi sta affrontando in questo momento il proprio percorso accademico, e non per chi ha già conseguito un titolo.

Come si presenta la domanda?

La domanda per il riscatto della laurea deve essere inoltrata all’Inps, attraverso le seguenti modalità:

  • per via telematica, accedendo all’area riservata con il PIN
  • presso un Caf

Non sono previste particolari scadenza, ma ovviamente chi ha intenzione di fare la richiesta non deve attendere troppo, in quanto le norme potrebbero cambiare ulteriormente.

PENSIONE RISCATTO LAUREA
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