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Stalking e cyberbullismo: come tutelarsi legalmente e ottenere protezione

Lo stalking e il cyberbullismo rappresentano fenomeni sempre più diffusi nella società contemporanea, amplificati dall'uso massiccio delle tecnologie digitali.

Questi comportamenti possono causare gravi danni psicologici e fisici alle vittime, rendendo fondamentale conoscere i propri diritti e gli strumenti legali disponibili per tutelarsi efficacemente. Prima di addentrarci nell’argomento, però, capiamo bene di che fenomeni si tratta.

Definizione legale di stalking e cyberbullismo

Lo stalking è disciplinato dall'articolo 612-bis del Codice Penale, che punisce chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta una persona in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona legata da relazione affettiva. Il reato si configura anche quando tali condotte costringono la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

Gli elementi costitutivi del reato sono la reiterazione delle condotte moleste, l'evento psicologico dannoso sulla vittima e il nesso causale tra comportamento e conseguenze. La pena prevista va da un anno a sei anni e sei mesi di reclusione, con aggravanti specifiche in caso di relazioni affettive pregresse o uso di strumenti informatici.

Cyberbullismo: definizione e caratteristiche

Il cyberbullismo è definito dalla Legge 29 maggio 2017, n. 71 come "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica". Include anche la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Suddetta Legge, però, non è estesa ai maggiorenni, ma si applica esclusivamente alla tutela dei minori. Nel caso di soggetti maggiorenni coinvolti, non si può configurare il reato di cyberbullismo come definito da questa normativa.

Tuttavia, questo non significa che esista un vuoto di tutela: quando un maggiorenne subisce comportamenti molesti, offensivi o persecutori online, questi vengono inquadrati attraverso le fattispecie penali ordinarie del Codice Penale, come stalking (art. 612-bis), diffamazione aggravata (art. 595), minacce (art. 612), molestie (art. 660), o altri reati specifici a seconda del comportamento (revenge porn, estorsione, ecc.).

La differenza principale è che i maggiorenni non possono beneficiare degli strumenti processuali specifici previsti dalla Legge 71/2017, come la procedura di rimozione rapida dei contenuti entro 48 ore, dovendo ricorrere agli strumenti processuali ordinari.

Riconoscere i segnali di stalking e cyberbullismo

Le condotte tipiche dello stalking includono pedinamenti, telefonate, messaggi, e-mail o lettere indesiderate e ripetute, invio di regali non graditi, minacce dirette o indirette, danneggiamento di beni personali, e comportamenti intrusivi sui luoghi di lavoro, studio o abitazione. È importante riconoscere che anche comportamenti apparentemente innocui, se reiterati e non graditi, possono configurare stalking quando generano nella vittima uno stato di ansia, paura o alterazione delle abitudini di vita.

Nel cyberbullismo, i segnali includono messaggi offensivi, minacciosi o ricattatori attraverso social media, chat o e-mail, diffusione non autorizzata di immagini o video privati, creazione di profili falsi per danneggiare la reputazione, esclusione deliberata da gruppi online, e diffusione di informazioni false o private. La natura pervasiva del digitale rende questi comportamenti particolarmente dannosi, poiché raggiungono la vittima in ogni momento e luogo.

Strumenti di tutela immediata

La documentazione accurata degli episodi è fondamentale per qualunque azione legale. È necessario conservare tutti i messaggi, e-mail, screenshot di post sui social media, registrazioni di chiamate (dove legalmente permesso), testimonianze di persone che hanno assistito agli episodi, e qualunque altra evidenza del comportamento molesto. Ogni prova deve essere datata e, possibilmente, autenticata attraverso procedure informatiche specifiche.

Misure di autoprotezione digitale

Sul piano della sicurezza informatica, è consigliabile modificare immediatamente tutte le password degli account personali, attivare l'autenticazione a due fattori, rivedere le impostazioni di privacy sui social media, bloccare i profili dell'aggressore su tutte le piattaforme, e considerare la temporanea disattivazione di alcuni account social. È inoltre importante informare familiari, amici e colleghi della situazione per creare una rete di supporto e protezione.

Procedure legali e denuncia

La denuncia può essere presentata presso qualunque stazione dei Carabinieri, Commissariato di Polizia o direttamente in Procura. Per il cyberbullismo ai danni di minori, la Legge 71/2017 prevede anche la possibilità di richiedere al gestore del sito internet o del social media la rimozione dei contenuti lesivi prima di procedere con la denuncia. Questa istanza deve essere presentata dal minore ultraquattordicenne o dai genitori se il minore ha meno di quattordici anni.

Al momento della denuncia è necessario presentare un'esposizione dettagliata dei fatti in ordine cronologico, tutte le prove raccolte (messaggi, e-mail, screenshot), eventuali certificati medici che attestino le conseguenze psicofisiche subite, e l'indicazione di testimoni. È consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato che possa guidare nella corretta formulazione della denuncia e nella valutazione delle prove.

Misure cautelari e di protezione

Per i reati di stalking, prima della denuncia è possibile richiedere l'ammonimento del Questore, una misura amministrativa che consiste in un formale avvertimento rivolto all'autore delle condotte moleste. L'ammonimento ha efficacia deterrente e, se violato, comporta l'aggravamento delle pene in caso di successivo processo penale. La richiesta può essere presentata direttamente dalla vittima presso la Questura competente per territorio.

Nei casi più gravi, il Giudice può disporre la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, eventualmente accompagnata dall'applicazione del braccialetto elettronico per il controllo a distanza. Questa misura può essere richiesta dal Pubblico Ministero o dal difensore della vittima e viene concessa quando sussiste il pericolo di reiterazione del reato.

Parallelamente al procedimento penale, è possibile richiedere al Tribunale Civile l'emissione di un ordine di protezione contro gli abusi familiari (art. 342-bis e ter del Codice Civile). Questo strumento è particolarmente utile quando lo stalking avviene nell'ambito di relazioni familiari o affettive e consente di ottenere rapidamente misure di protezione come l'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento.

Risarcimento del danno da stalking e cyberbullismo

Le vittime di stalking e cyberbullismo hanno diritto al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale. Il danno patrimoniale include le spese mediche, psicologiche, legali e qualunque altra spesa sostenuta a causa delle condotte subite. Il danno non patrimoniale comprende il danno biologico per le lesioni psicofisiche, il danno morale per la sofferenza patita, e il danno esistenziale per l'alterazione delle abitudini di vita.

Nel processo penale, la vittima può costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento del danno. Questa costituzione deve avvenire entro i termini stabiliti dal Codice di Procedura Penale e richiede l'assistenza di un avvocato. In alternativa, è possibile avviare un'azione civile separata, che ha il vantaggio di non dipendere dai tempi del processo penale ma richiede di provare autonomamente i fatti e i danni subiti.

Tutela dei minori nel cyberbullismo

La Legge 71/2017 attribuisce un ruolo centrale alla scuola nella prevenzione e nel contrasto del cyberbullismo. Ogni istituto deve individuare un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo, elaborare un regolamento disciplinare che preveda sanzioni specifiche, e attivare percorsi educativi. Le famiglie hanno il dovere di vigilare sull'uso delle tecnologie da parte dei figli e di intervenire tempestivamente in caso di situazioni problematiche.

Per i minori vittime di cyberbullismo sono previsti strumenti specifici come la procedura di rimozione dei contenuti lesivi entro 48 ore dalla segnalazione, l'ammonimento del Questore anche nei confronti di minori ultraquattordicenni, e programmi di recupero educativo per i responsabili. È inoltre possibile richiedere l'oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti diffusi nella rete internet.

Supporto psicologico e sociale

Le conseguenze psicologiche di stalking e cyberbullismo possono essere devastanti e durature. È fondamentale rivolgersi a professionisti qualificati come psicologi e psicoterapeuti specializzati in traumi. Molte ASL offrono servizi gratuiti di supporto psicologico per le vittime di reati, ed esistono centri specializzati e associazioni che forniscono assistenza specifica.

I centri antiviolenza rappresentano un altro punto di riferimento fondamentale, soprattutto nei casi di stalking nell'ambito di relazioni affettive. Questi centri offrono supporto psicologico, assistenza legale, e in alcuni casi anche accoglienza in strutture protette. Il numero verde 1522, attivo 24 ore su 24, fornisce informazioni e supporto alle vittime di violenza e stalking.

Prevenzione e sicurezza digitale

La prevenzione del cyberbullismo passa attraverso l'educazione digitale. È importante conoscere le impostazioni di privacy dei social media, evitare di condividere informazioni personali sensibili, essere consapevoli delle conseguenze legali dei propri comportamenti online, e sviluppare senso critico nei confronti dei contenuti digitali. Le scuole dovrebbero integrare nei programmi educativi moduli specifici sulla cittadinanza digitale.

Un uso consapevole delle tecnologie è consigliato e include la regolamentazione del tempo trascorso online, la creazione di spazi e momenti liberi da dispositivi digitali, la supervisione genitoriale per i minori, e la promozione di relazioni sociali anche offline. È importante ricordare che la tecnologia deve rimanere uno strumento al servizio del benessere personale e sociale.

In conclusione, è fondamentale non sottovalutare mai segnali di disagio e rivolgersi tempestivamente alle autorità competenti e ai professionisti specializzati.

La prevenzione rimane l'arma più efficace: promuovere una cultura del rispetto, educare all'uso consapevole delle tecnologie e creare reti di supporto solide sono elementi essenziali per costruire una società più sicura per tutti. In caso di vittimizzazione, è importante ricordare che esistono strumenti legali efficaci e che nessuno deve affrontare queste situazioni da solo.

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