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Ammonimento del Questore: cos’è e come funziona?

L’ammonimento del questore è una forma di tutela riconosciuta alle vittime di stalking. Lo scopo è quello di dissuadere il colpevole a compiere ulteriori atti persecutori. Si tratta, quindi, di una specie di ultimatum. Vediamo come funziona.

Non sempre le vittime di atti persecutori hanno intenzione di avviare procedimenti penali e processi che potrebbero essere emotivamente pesanti, d’altro lato però hanno l’esigenza di essere protette, per evitare che la situazioni degeneri e diventi ancora più pericolosa.

Per questo motivo il legislatore ha previsto un forma alternativa di tutela, ovvero l’ammonimento del Questore. L’intervento di quest’ultimo serve per dissuadere lo stalker a compiere ulteriori azioni negative.

Vediamo quindi di capire, nelle prossime righe di cosa si tratta esattamente e come funziona tale strumento giuridico.

Cos’è l’ammonimento del Questore?

Si tratta di una tutela prevista dalla giurisprudenza italiana per le vittime di stalking.

Ma prima di soffermarci ad analizzare gli strumenti messi a disposizione per la difesa di chi subisce tale illecito, è utile capire esattamente di cosa si tratta.

Il reato in questione si realizza quando un soggetto viene perseguitato, e matura un grave e continuo stato di ansia e di paura, tale da ingenerare un fondato timore per la propria incolumità e quella delle persone ad esso vicine. Una condotta di questo tipo può determinare un cambiamento nelle abitudini di vita e seri danni.

Il riferimento normativo è dato dall’art. 612 bis del codice penale, che descrive i cosiddetti atti persecutori:

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

La parte lesa ha la possibilità di difendersi in due modi:

  • sporgendo una querela alle forze dell’ordine, quindi carabinieri, polizia, ecc
  • chiedendo un ammonimento del Questore, ovvero un provvedimento per costringere lo stalker a cessare la propria condotta negativa

Ovviamente le conseguenze sono diverse in base alla scelta che viene effettuata.
Nel primo caso, si avvia un procedimento penale, quindi ci saranno le indagini preliminari e se vengono riscontrati elementi a supporto dell’accusa l’indagato verrà rinviato a giudizio.

Nel secondo caso, invece, viene inviato una specie di ultimatum al colpevole, cioè un avvertimento con il quale si intima di interrompere la condotta molesta, per evitare di rispondere del reato di stalking aggravato.

Come vedremo, infatti, un soggetto ammonito che in seguito viene denunciato rischia una pena più severa.

Si tratta, quindi, di uno strumento diverso a disposizione della parte lesa, per trovare una soluzione più veloce ed agile. La sua presenza è relativamente recente, dato che è stato introdotto con la legge n.38/2009. 

Come funziona l’ammonimento del Questore?

Nel paragrafo precedente abbiamo visto come può difendersi chi subisce degli atti persecutori. Vediamo ora come funziona esattamente questo strumento giuridico

Dal momento in cui è stato introdotto tale strumento, gli operatori di polizia hanno acquisito un modo efficace per potere fare la differenza per quanto riguarda il preoccupante fenomeno dello stalking.

Con il Decreto Legge n.93/2013 l’ammonimento al Questore è previsto anche per il reato di violenza domestica, e in quelli che possono essere allarmanti come ad esempio le percosse e le lesioni.

Non sono ammesse, però, segnalazioni anonime, ma viene garantita la segretezza delle generalità di chi segnala la situazione.

Ad ogni modo l’istanza che viene presentata deve essere compilata in modo accurato, per fare in modo che i fatti risultino essere fondati.

La vittima deve, quindi, descrivere quanto è accaduto in uno o più fogli, in modo chiaro e raccontando i fatti con una successione logica, mettendo in risalto anche eventuali relazioni affettive con il colpevole.

Si possono citare eventuali testimoni, ed è importante documentare lo stato d’ansia e di paura, magari attraverso un certificato medico.

Per potere procedere con l’ammonimento del questore, infatti, è necessario proseguire con una piccola indagine, dato che tale strumento deve basarsi comunque sulla convinzione che si siano davvero verificati atti persecutori.

L’ammonimento è uno strumento amministrativo, quindi non presuppone la prova certa di quanto è accaduto, ma la sussistenza di indizi che possano rendere verosimile il tutto.

Il Questore provvederà ad inviare un avvertimento formale allo stalker soltanto se ritiene fondata la segnalazione. Ad ogni modo, prima di prendere una decisione, egli è tenuto a sentire anche la versione del presunto colpevole.

Ci sarà quindi una convocazione, durante la quale quest’ultimo potrà esprimere le proprie ragioni e difendersi, anche senza un avvocato.

Non sono ammessi i testimoni dato che si tratta di una istruttoria molto semplice e limitata a sentire le versione direttamente dalle persone coinvolte.

I soggetti che partecipano alla procedura possono:

Le limitazioni alla difesa sono giustificate dal fatto che non è necessario accertare i fatti con prove valide, ma sono sufficienti elementi attendibili e coerenti per attivare il provvedimento.

Quali sono le conseguenze?

L’ammonimento del Questore ha delle conseguenze tutt’altro che piacevoli per il colpevole.

Infatti la legge prevede:

  • una pena aumentata nel caso in cui il soggetto ammonito, subisca poi una condanna in un processo. 
  • può essere sospesa o revocata la licenza di porto d’armi, dato che vengono meno i requisiti di buona condotta
  • nel caso di altri comportamenti persecutori, il reato diventa perseguibile d’ufficio, quindi chiunque può denunciare il fatto, attivando il procedimento penale.

Va detto che l’ammonimento del questore è previsto anche per altri reati, tra i quali:

  • violenza domestica, legge n.119/2013
  • cyberbullismo, legge n.71/2017

L'ammonito può fare ricorso?

Una volta ricevuto l’ammonimento del questore, il colpevole può fare ricorso?

Trattandosi di un procedimento amministrativo, è possibile impugnare il provvedimento, facendo ricorso al Prefetto. Ciò è possibile, soltanto se la persona offesa non decida di proporre una querela.

Ad ogni modo se il provvedimento del questore non evidenzia in modo ragionevole o verosimile la presunta condotta negativa, l’interessato può rivolgersi in sede gerarchica al prefetto.

Contro il rigetto di quest’ultimo è possibile fare ricorso al Tar, che può decidere di sospendere il provvedimento, riaprendo di fatto l’istruttoria convocando le parti per un’audizione.

Sebbene non sia necessaria la presenza di un legale, il nostro consiglio è quello di affidarsi sempre a un professionista esperto, per evitare di commettere errori. Su Avvocato360 è possibile trovare diversi avvocati penalista competenti e preparati anche in materia di stalking. E’ possibile effettuare una ricerca filtrando per località di interesse.

Fonti normative

  • ​Legge n.119/2013
  • Legge n.71/2017
  • Decreto Legge n.93/2013
  • Art. 612 bis del codice penale

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