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Straordinari non pagati: come comportarsi?

Il lavoro straordinario non pagato può essere considerato uno dei motivi per cui ci si rivolge ad un avvocato per intentare una causa di lavoro. Che siano poche o tante ore è sempre necessario rivolgersi a chi di competenza per ricevere quanto dovuto.

Dopo tanti mesi di ricerca, e tanti colloqui, abbiamo finalmente trovato un lavoro che ci soddisfa sia dal punto di vista personale che economico. Il nostro contratto full time prevede una prestazione di 40 ore a settimana, ma spesso il nostro capo chiede di fermarci in ufficio qualche ora in più. Ci rendiamo disponibili a qualche extra settimanale, purché sia retribuito. 

Ma cosa accade, invece, quando proprio lui non rispetta gli impegni presi e non ci eroga quando previsto? Cosa succede se gli straordinari non vengono pagati e magari svolti anche "in nero"?

​Straordinari non pagati: quando si verifica?

Per capire come bisogna comportarsi in caso di lavoro straordinario non pagato è necessario prima di tutto spiegare che cosa sono gli straordinari e come vengono regolamentati dalla legge italiana. 

Il lavoro straordinario si verifica quando l'attività lavorativa viene svolte oltre l'orario di lavoro stabilito all'interno del contratto lavorativo. Solitamente, la legge e tutti i contratti prevedono che le ore da svolgere in una settimana ammontino a 40: se si supera questa soglia si parla di lavoro straordinario. Come tale, deve essere pagato. Gli straordinari non pagati sono un illecito.

Anche in questo caso, la normativa italiana prevede che anche le ore svolte in più a settimana non superino il tetto massimo delle otto ore. In sostanza, l'orario di lavoro, comprensivo degli extra, non dovrebbe superare le 48 ore o comunque dovrebbe rispettare quanto sancito dal contratto di lavoro e dal contratto collettivo di lavoro.

Il lavoro straordinario non è obbligatorio e il datore di lavoro può richiederlo se esistono delle comprovate necessità:

  •  di tipo produttivo;
  • di tipo organizzativo;
  • di tipo aziendale. 

Detto questo, il lavoratore può rifiutarsi di svolgere del lavoro in più senza subire conseguenze.

​Come vengono pagati gli straordinari?

Innanzitutto, come abbiamo già detto, bisogna specificare che il pagamento degli straordinari è un obbligo previsto dalla legge: il datore di lavoro che non paga gli straordinari commette un illecito e pertanto può essere perseguito dalla legge. 

Gli straordinari rientrano a tutti gli effetti nell'orario di lavoro, pertanto le ore devono essere indicate in busta paga e pagate con le maggiorazioni previste dal contratto. In alcuni contratti non sono previste maggiorazioni, ma riposi compensativi. In ogni caso, gli straordinari non possono non essere pagati in qualche modo.

L'articolo 2108 del Codice civile prevede infatti che:

"In caso di prolungamento dell'orario normale, il prestatore di lavoro deve essere compensato per le ore straordinarie con un aumento di retribuzione rispetto a quella dovuta per il lavoro ordinario".

Purtroppo, oggi, complici anche le difficoltà economiche, esistono molte situazioni di straordinari non pagati: le aziende chiedono ai propri dipendenti di svolgere il lavoro in più in nero, cioè senza metterle in busta paga. Questo può comportare:

  • ​Minori contributi versati per il lavoratore;
  • In caso di infortunio, il dipendente non è coperto dall'assicurazione Inail;
  • Il mancato pagamento degli straordinari. In questa situazione, in sede di giudizio, diventa anche difficile dimostrare di aver lavorato.

​Straordinari non pagati: cosa fare?

Nel caso in cui ci si venga a trovare nella situazione di lavoro straordinario non pagato, il lavoratore può decidere di muoversi in diversi modi. Innanzitutto può scegliere di recidere il contratto e licenziarsi. 

Per cercare di ottenere il versamento degli straordinari non pagati, può avvalersi dell'aiuto di:

  • ​un sindacato, che si occuperà del conteggio delle ore e delle somme da versare. Una volta fatto, manderà una lettera al datore di lavoro chiedendo il pagamento della cifra dovuta per gli straordinari non pagati;
  • un avvocato: se nonostante l'intervento dei sindacati non riesce ad ottenere il versamento degli straordinari non pagati, ci si può rivolgere ad un legale che dopo aver valutato la situazione deciderà come procedere.
  • un ispettorato del lavoro della città in cui si presta l'attività lavorativa. A lui bisogna fornire tutta la documentazione necessaria per il conteggio delle somme dovute e quanto serve per dimostrare di aver lavorato senza essere pagati. A questo punto verrà redatto un verbale che darà inizio ad accertamenti sull'operato dell'azienda.

Nel caso in cui gli straordinari siano stati inseriti in busta paga, il percorso sarà più semplice e veloce perchè si potrà dimostrare l'esistenza di ore non pagate. L'avvocato può quindi utilizzare il documento come "prova" per chiedere, in sede di giudizio, un decreto ingiuntivo nei confronti dell'azienda. 
Se nonostante il provvedimento, gli straordinari non vengono pagati, si può procedere con il pignoramento delle beni del datore di lavoro.

​La causa di lavoro: quando si fa?

La situazione si complica quando le ore extra non vengono segnate in busta paga. Ci si trova in una situazione di lavoro in nero, che deve essere dimostrato. In questa situazione, l'unica soluzione è quella di procedere con una causa di lavoro in cui sarà necessario dimostrare di aver svolto un lavoro straordinario.

Servono, quindi, delle prove:

  • ​Ci si può rivolgere a colleghi o fornitori in grado di sostenere che il soggetto interessato ha effettivamente lavorato in un determinato orario. Devono sostenere di aver visto il dipendente lavorare fuori dall'orario di lavoro;
  • Possono essere usati documenti come ricevute firmate dal dipendente recanti la data e l'orario dello straordinario ;
  • Documentazione fotografica come chat, messaggi, mail scambiati il datore di lavoro;
  • Inoltre, davanti al giudice si può anche sottoporre il titolare dell'azienda ad interrogatorio in modo tale da farlo confessare.

​Fonti

  • Articolo 2107 del Codice Civile;
  • ​Articolo 2108 del Codice Civile;
  • Decreto Legislativo 66/2003
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