La tutela dei consumatori ha come riferimento normativo il Codice del Consumo, che prevede diversi diritti e dovere delle parti coinvolte in un contratto. In caso di pratiche scorrette il cittadino può rivolgersi ad un avvocato o alle associazioni.
Il consumatore è considerato come il soggetto debole del mondo dell’economia, dato che subisce i maggiori pregiudizi a causa dei comportamenti illeciti di alcune aziende.
Per questo motivo sono state introdotte leggi ad hoc per difendere i diritti di chi acquista beni e servizi, molto spesso senza avere completa conoscenza delle norme che regolano il mercato.
In genere la prima regola per evitare di essere truffati è proprio quella di conoscere i propri diritti, ma non è sempre possibile conoscere tutto. Per questo motivo è possibile rivolgersi a particolari associazioni che hanno l’obiettivo di aiutare i soggetti. Ad ogni modo, in caso di problemi e contenziosi, è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato esperto.
Quando si parla di tutela dei consumatori, si fa riferimento al Codice del Consumo, emanato con il decreto legislativo n. 206 del 6 settembre 2005 e aggiornato diverse volte in seguito. In esso sono raccolte anche la maggior parte delle disposizioni UE emanate nel corso degli ultimi 25 anni, con lo scopo di proteggere il consumatore.
In particolare vengono trattati i seguenti argomenti:
E’ molto importante conoscere le regole per evitare di subire fregature da parte di imprenditori “furbi” che cercano di sfruttare proprio l’ignoranza del compratore, per mettere in atto azioni illecite.
Ad ogni modo, è impossibile avere una ampia e completa conoscenza, per questo il cittadino può rivolgersi a diverse associazioni, oppure può chiedere una consulenza mirata ad un avvocato,per difendere i propri diritti.
Ci sono, comunque, altri specifici testi da consultare in base al tipo di problema che si presenta, ad esempio:
Le leggi a tutela dei consumatori hanno l’obiettivo di fornire delle linee guida valide per evitare o per risolvere controversie con i venditori.
In particolare vengono disciplinate situazioni complesse, come l’inserimento di clausole vessatorie nei contratti.
L’art. 33 del CdC, infatti afferma:
Nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto
E’ significativa l’espressione “malgrado buona fede” , che ha l’obiettivo di sottolineare che le clausole vessatorie sono da considerare abusive anche se inserite senza l’obiettivo di creare un pregiudizio, in quanto creano un significativo squilibrio contrattuale.
Lo squilibrio non è tanto economico ma normativo, dato che avviene un vero e proprio abuso di potere da parte del venditore, con l’inserimento di clausole che gravano la posizione del consumatore.
Si possono verificare anche pratiche commerciali sleali che hanno l’obiettivo di falsare il comportamento del consumatore medio. A questo scopo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato controlla la situazione applicando le legge antitrust e la disciplina inerente alla pubblicità ingannevole.
Si possono distinguere:
La tutela dei consumatori pone molta attenzione anche ai contratti stipulati a distanza, attraverso la televendita o il web. In questi casi, infatti, gli abusi sono più facili.
Nella vendita fuori dai locali commerciali non c’è la presenza fisica e simultanea delle parti, quindi viene accentuata la posizione di debolezza del compratore, che non ha la possibilità di vedere il bene in oggetto e di valutare le caratteristiche e la qualità.
Per questo motivo come tutela dei consumatori è previsto il diritto di recesso, da esercitare entro 14 giorni anche senza fornire motivazioni. Ad ogni modo se l’utente non viene informato adeguatamente di questa possibilità ha il diritto di recedere entro 12 mesi.
In caso di prodotti difettosi, che non offrono la sicurezza adeguata, è possibile chiedere il risarcimento danni, anche se il danneggiato non è l’acquirente.
Il miglior modo per ottenere giustizia e fare rispettare i propri diritti è senza dubbio la consulenza di un avvocato esperto in tutela dei consumatori.
Attraverso le vie legali, infatti, è possibile fare causa all’azienda, chiedendo anche un risarcimento dei danni.
Quindi il cittadino può ottenere una consulenza personalizzata nel caso sia vittima di pratiche scorrette e ingannevoli in merito ad un determinato acquisto, soprattutto se il bene non è conforme a quanto promesso.
Spesso il consumatore non sa bene entro quanto può procedere con il recesso dal contratto, o quando può chiedere la sostituzione di un prodotto non conforme. In tutti i casi in cui un soggetto ha il dubbio di essere stato ingannato dal venditore, perciò, può contattare un professionista per ottenere chiarimenti.
Sono presenti diverse associazioni senza fini di lucro che hanno l’obiettivo di aiutare i consumatori, senza ottenere un profitto per il loro operato. Si tratta di gruppi formati da professionisti esperti in diversi settori, ad esempio nell’ambito legale, fiscale, amministrativo, finanziario e bancario. Le loro conoscenze sono messe a disposizione di chi necessita chiarimenti e una difesa.
Le associazioni possono legittimamente chiamare in causa un’azienda o promuovere azioni collettive, le cosiddette class action, per chiedere risarcimenti a diversi soggetti che hanno lo stesso problema.
La maggior parte degli enti sono rappresentati dal CNCU, ovvero dal Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, creato all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico.
Nel mercato ci sono tantissime associazioni specializzate in diversi ambiti, che prevedono modalità di contatto di diverso tipo. In particolare è possibile inviare una raccomandata A/R, telefonare a un numero verde, inviare una email direttamente ai professionisti, compilare un form online. In alcuni casi viene chiesta l’iscrizione o una donazione libera.
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