L’avviso di giacenza è caratterizzato da codici particolari, che rendono possibile capire il mittente e il contenuto della raccomandata, prima di ritirarla.
Ogni volta che troviamo il famoso cartoncino o scontrino, con un avviso di giacenza, nella cassetta delle lettere, subito ci chiediamo chi possa essere il mittente.
Proviamo a capire se abbiamo combinato qualcosa di grave, se siamo a posto con il pagamento delle tasse, se abbiamo violato il codice della strada, o altro. Ma, per la maggior parte delle volte ci aspettiamo qualcosa di negativo.
Abbiamo una forte curiosità di capire il contenuto della raccomandata, ma allo stesso tempo abbiamo paura di ritirarla, così facciamo passare il tempo.
In realtà, dobbiamo ricordarci che, gli effetti della raccomandata sono validi anche se la rifiutiamo. Qualsiasi informazione risulterà quindi notificata, anche se abbiamo deciso di non leggerla.
Prima di farci prendere dall’ansia, perciò, proviamo a capire come estrapolare tutte le informazioni possibili esaminando lo scontrino che abbiamo sotto mano.
Non tutti sanno, infatti, che contiene molti indizi relativi al mittente e al contenuto della raccomandata.
Se il postino ci deve consegnare una raccomandata, ma non siamo in casa, ci lascia una comunicazione, nella quale ci indica che dobbiamo ritirarla presso un determinato indirizzo, solitamente un ufficio postale.
Se qualcuno ci ha inviato una comunicazione scegliendo tale modalità significa che si tratta di qualcosa di importante, e che ha scelto di pagare un po’ di più per evitare che la lettera possa andare persa. Inoltre, viene utilizzata quando delle informazioni devono essere notificate con certezza al destinatario.
L’avviso di giacenza è quindi lo scontrino che troviamo nella cassetta delle lettere, con il quale ci viene comunicato che abbiamo ricevuto una raccomandata e dobbiamo andare a ritirarla.
Qualche anno fa veniva lasciato il classico cartoncino, che poteva avere colori diversi in base alla tipologia di notifica, in particolare:
Ora non è più possibile capire il contenuto dal colore, in quanto ci arriva uno scontrino bianco con le indicazioni per il ritiro. Ma, se leggiamo bene tutto ciò che c’è scritto, possiamo notare un codice, che può svelare qualche indizio, come vedremo tra poco.
In ogni caso, possiamo temporeggiare per un po’, ma senza esagerare, in quanto abbiamo 30 giorni di tempo, o 180 in caso di atti giudiziari, per ritirare la lettera prima che venga restituita al mittente per “compiuta giacenza”.
Quando troviamo nella nostra cassetta della posta un avviso di giacenza, se non abbiamo nulla da temere, possiamo tranquillamente andare a ritirare la raccomandata, a cuor leggero.
In alcuni casi, però, abbiamo paura di essere nel torto, magari perché sappiamo di avere superato i limiti di velocità più di una volta, o perché non abbiamo pagato sempre tutte le tasse dovute.
In realtà non abbiamo molte opzioni a disposizione, siamo costretti a ritirare la comunicazione, in quanto i relativi effetti ci sarebbero in ogni caso.
L’unica cosa che possiamo fare è cercare di capire quale potrebbe essere il contenuto, per evitare la brutta sorpresa.
Un riferimento importante è il codice riportato nello scontrino, cioè un indicatore univoco per identificare in modo preciso la raccomandata in questione. Ogni codice è diverso, ma le prime due o tre cifre vengono stabilite in base alla tipologia degli atti.
I principali codici identificativi che possiamo trovare in un avviso di giacenza sono:
La raccomandata 1, detta anche veloce, è il modo più veloce per spedire qualcosa. Una lettera, infatti può arrivare in un solo giorno.
Solitamente si tratta di disdette di contratti, domande di partecipazione a concorsi, o avvertimenti particolari.
Si tratta di una spedizione tracciabile, che consente al mittente di verificarne in ogni momento lo stato, attraverso il sito internet delle poste italiane o telefonando al numero dedicato.
Possono essere di due tipi:
La raccomandata semplice, è detta anche indescritta, cioè quella che arriva entro quattro o sei giorni lavorativi.
Può essere una comunicazione inviata da un avvocato, di una fattura, di un sollecito di pagamento, di una lettera del datore di lavoro, o di una diffida.
Possiamo stare tranquilli, non si tratta di Equitalia, ne di una citazione in giudizio, ma in ogni caso è una forma ufficiale, utilizzata per avere delle prove in merito.
Si tratta senza dubbio delle comunicazioni più temute, in quanto rappresentano le multe, gli atti giudiziari inviati da un tribunale e lettere dell’Agenzia delle Entrate, in merito a controlli sulla dichiarazione dei redditi.
Un ente pubblico, ad esempio il Comune potrebbe averci notificato una ordinanza sindacale, o qualche informazione elettorale
La raccomandata è una lettera proveniente dalla banca, con informazioni sul nostro conto corrente, su un mutuo o un finanziamento.
Ci vengono inviate delle informazioni dall’assicurazione in merito a incidenti stradali, ed eventuali danni a persone o veicoli
Si tratta probabilmente delle più temute in assoluto, sono le cartelle di equitalia e dell’Agenzia Entrate Riscossione, cioè quelle degli esattori dei tributi.
Sono probabilmente informazioni relative ai fini pensionistici, risultati di visite mediche per ottenere l’invalidità, o accertamenti
Con la Legge di Bilancio 2018 è stata cancellata la Comunicazione di Avvenuta Notifica, Can, cioè una seconda raccomandata per informare l’interessato che un atto giudiziario o una multa sono stati consegnati a conviventi o familiari, mentre lui non era in casa.
Si trattava di un ulteriore controllo per essere sicuri che l’interessato fosse a conoscenza delle informazioni inviate, solamente per quanto riguarda gli atti più delicati, attraverso i quali un soggetto può, ad esempio, esercitare il diritto alla difesa.
Un’ulteriore novità riguarda l’eliminazione del monopolio delle Poste Italiane per consegnare multe e atti giudiziari. Ciò significa che ora, anche corrieri o società privati sono legittimati a svolgere tale attività. Ovviamente devono rispettare particolari requisiti predisposti dal Ministero.
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