L’avviso di giacenza di atti giudiziari indica che un postino o un ufficiale giudiziario hanno cercato di consegnarci dei documenti importanti inerenti a una causa civile, penale o amministrativa, mentre non eravamo a casa.
Quando una persona torna dal lavoro, o rientra dopo avere fatto delle commissioni fuori casa e trova il famoso cartoncino o scontrino che comunica un avviso di giacenza, si preoccupa pensando al peggio.
Ciò avviene perché solitamente si tratta di multe da pagare, magari per eccesso di velocità o altre violazioni del Codice della Strada, di cartelle esattoriali, o atti giudiziari.
Ovviamente i più temuti sono proprio questi ultimi, in quanto possono essere notificare citazioni in giudizio.
In ogni caso, prima di allarmarsi è opportuno controllare i codici identificativi riportati nell’avviso, per cercare di capire di cosa si tratta, o almeno chi ha spedito il plico o la raccomandata.
Il postino o un ufficiale giudiziario, se non riescono a reperire il destinatario di un raccomandata o di un atto giudiziario, non possono lasciare la busta nella cassetta delle lettere, data l’importanza delle comunicazione. I documenti, infatti, devono essere notificati nel modo corretto all’interessato, per potere avere una valenza legale. Ciò significa che è necessaria l’effettiva prova della consegna, o almeno del suo tentativo.
Proprio per questo motivo viene lasciato il classico cartoncino colorato, o ultimamente uno scontrino bianco, indicante l’ufficio postale o il luogo nel quale è stata depositata la comunicazione in attesa di essere ritirata.
In passato era facile capire il mittente grazie ai cartoncini di colore diverso, in particolare:
Da un po’ di tempo, però, essi sono stati sostituiti da uno scontrino bianco, indicante solamente un codice identificativo e l’ufficio per il ritiro. Leggendo le informazioni con attenzione, comunque, è ancora possibile riuscire a capire di cosa si tratta.
Le prime cifre del codice identificativo possono contenere informazioni in merito al mittente e alla tipologia di comunicazione, ad esempio:
Se l’interessato non riesce ad attendere il giorno successivo per provvedere a ritirare la comunicazione, può cercare di analizzare il codice identificativo riportato per capire chi gli ha inviato la busta.
In ogni caso, va sottolineato che, è possibile temporeggiare per un po’, per timore o per capire cosa possa essere successo, ma senza superare i termini previsti dalla legge, cioè:
In caso contrario la lettera verrà restituita al mittente per “compiuta giacenza” e potranno essere avviate le azioni previste.
Dopo avere visto come verificare da subito il mittente della comunicazione, cerchiamo ora di capire cosa potrebbe essere successo, e che tipo di documenti potrebbe contenere la busta che si deve ritirare.
Innanzitutto bisogna considerare che solitamente il mittente è un giudice, una cancelleria o un avvocato, e che si tratta di informazioni particolarmente importanti. A volte tali documenti vengono consegnati direttamente da un ufficiale giudiziario.
Il loro contenuto riguarda procedimenti penali, civili o amministrativi, e si può trattare di:
Gli atti vengono notificati al destinatario per avvisarlo di alcune procedure in corso, e gli effetti si possono verificare anche se quest’ultimo decide di non ritirare il plico, sperando di non attivare i provvedimenti.
Si tratta di comunicazioni particolarmente importanti che possono essere consegnate in due diverse modalità:
Come abbiamo anticipato, se un individuo decide di non accettare o di non ritirare il plico, può rischiare davvero molto. Infatti gli effetti avranno comunque inizio, senza che egli si possa difendere adeguatamente.
La legge prevede infatti la cosiddetta “presunzione di conoscenza”, come stabilita dall’art. 1335 del Codice Civile:
La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia
Ciò significa che, se una comunicazione viene inviata al recapito indicato dal soggetto, si presume che egli possa conoscerne il contenuto. Ogni cittadino, infatti, è obbligato a indicare la propria residenza e domicilio proprio per questo motivo: per essere sempre rintracciabile.
Chi non ritira il plico, dopo avere ricevuto un avviso di giacenza, entro il termine previsto, viene considerato a tutti gli effetti come un individuo informato dei fatti.
Ad ogni modo si tratta di una presunzione juris tantum, in quanto può essere contestata dall’interessato dimostrando l’assenza di colpa, ad esempio per una assenza a causa di eventi particolari come un ricovero in ospedale, un viaggio o altro.
In merito all’avviso di giacenza degli atti, o meglio della loro notifica, sono state introdotte alcune novità con la Legge di Bilancio 2019.
Il cambiamento più significativo riguarda la CAN, la Comunicazione di Avvenuta Notifica, che era stata abolita nel 2018.
Ciò significa che, se la comunicazione viene consegnata a un soggetto diverso dal destinatario, quest’ultimo ha il diritto di ricevere una notifica in merito. In alcuni casi, infatti, può accadere che la persona che ha ritirato la busta si dimentichi di darne notizia al diretto interessato,
A partire dal 1 luglio 2019, inoltre, ci sarà la possibilità di ricevere un avviso in modo digitale
Non è inusuale che dal 2022 alcuni ricevano nella cassetta postale questi nuovi avvisi di giacenza, denominati MOF: l'oramai ex Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate Riscossione, ricorda al ricevente la presenza di atti ancora in giacenza.
Bisogna interpretare questi avvisi come un gesto di cortesia da parte delle Poste Italiane, in quanto ci ricorda che potremmo aver dimenticato di ritirare una cartella di pagamento oppure un atto giudiziario o di intimidazione.
Per riconoscere questo avviso ce lo dice la sigla identificativa con il codice T&T che va a sostituire l'identificativo 670 dell' Ex Equitalia.
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