Un atto giudiziario 787 può riferirsi ad una semplice multa stradale, oppure può essere un provvedimento o atto di citazione emesso da un giudice, sia in ambito civile, che penale ed amministrativo. Vediamo entro quanto tempo va ritirato e quali sono le conseguenze di un mancato ritiro.
Tramite posta un soggetto può ricevere diversi tipi di comunicazioni, dalle più importanti, fino alle più frivole. Ad ogni modo solitamente il destinatario si preoccupa quando nella cassetta delle lettere trova il cartoncino o lo scontrino contenente un avviso di giacenza.
Ciò significa che il postino ha cercato di consegnare dei documenti rilevanti, e non ha avuto modo di farlo. Per questo motivo l’interessato deve recarsi presso l’ufficio indicato, personalmente, o delegando un’altra persona, entro la data indicata.
Solitamente il ritiro è possibile a partire dal giorno successivo, quindi il dubbio in merito al contenuto della busta può mettere ansia al destinatario.
Esiste, comunque, un metodo per riuscire ad ipotizzare almeno il mittente, e capire cosa possa essere successo. Nello scontrino è riportato un codice relativo alla giacenza. In genere se si tratta di un atto giudiziario 787 significa che è arrivata una comunicazione da un giudice o da un avvocato.
Quando un postino o un ufficiale giudiziario non riescono a consegnare comunicazione importante al destinatario, lasciano un avviso di giacenza nella cassetta delle lettere.
Per avere un valore legale, infatti, i documenti devono essere notificati correttamente al soggetto, perciò non possono essere semplicemente lasciati nella cassetta. Si tratta infatti di comunicazioni molto importanti, inviate da un giudice o da un avvocato.
E’ necessaria, quindi, una prova dell’avvenuta consegna, per dare vita ai procedimenti successivi.
Perciò, chi trova il classico scontino bianco con indicato il codice di un atto giudiziario 787, non deve sottovalutare la situazione, e soprattutto non deve fingere che non sia successo nulla, evitando di ritirare la comunicazione. Come vedremo in seguito, infatti, dopo un certo periodo di tempo avviene comunque la cosiddetta “compiuta giacenza”.
Un atto giudiziario 787 può contenere informazioni determinanti che il soggetto deve conoscere, per potersi difendere in giudizio, per portare a termine dei pagamenti, e per potere agire nel migliore dei modi.
Ignorando il tutto, invece, non ha la possibilità di difendersi, e rischia di trovarsi impreparato ad affrontare gli avvenimenti futuri.
Ad ogni modo è sempre necessario attendere almeno il giorno successivo, prima di recarsi presso l’ufficio indicato. Ma non si deve superare il termine indicato, ovvero:
Prima di farsi prendere dal panico, comunque, è possibile controllare il codice identificativo e capire il mittente, ad esempio:
Di seguito proveremo ad analizzare in modo particolare l’atto giudiziario 787.
Se i documenti da consegnare al destinatario sono particolarmente importanti, come gli atti giudiziari, le modalità di consegna e notifica sono particolari, dato che da tali azioni derivano delle conseguenze di tipo legale.
In modo particolare la questione è particolarmente delicata se si tratta di atti giudiziari 787, quindi se la comunicazione è inerente a:
La legge prevede che un cittadino debba essere sempre reperibile, presso l’indirizzo di residenza o domicilio, proprio perché in alcuni casi è necessario informarlo di certe situazioni.
Detto ciò se non è possibile rintracciarlo la notifica avverrà lo stesso, con la cosiddetta “compiuta giacenza”.
Ma vediamo quali sono le modalità per notificare una comunicazione a un destinatario:
In entrambi i casi, se non è possibile consegnare subito la comunicazione, viene lasciato un avviso, per permettere al soggetto di effettuare il ritiro presso il luogo indicato.
Come anticipato prima, le raccomandate possono rimanere in giacenza fino a 30 giorni, mentre gli atti giudiziari vengono considerati notificati dopo 10 giorni, anche se è possibile provvedere al loro ritiro entro 180 giorni. Ciò significa che all’undicesimo giorno potranno decorrere i termini utili per eventuali altri procedimenti giudiziari.
Va sottolineato, inoltre, che la ricezione della Can, abolita nel 2018, è stata introdotta nuovamente nel 2019 per informare l’interessato dell’avvenuta notifica, se il plico è stato ritirato da altri. A breve sarà anche possibile ricevere l’avviso in modo digitale.
Dopo avere visto cosa succede a grandi linee quando deve essere notificato un atto giudiziario 787, cerchiamo ora di capire quale potrebbe essere il suo contenuto.
Innanzitutto va precisato che, non è possibile determinare in modo certo la tipologia di atto a cui fa riferimento, anche se sappiamo per certo che non si tratta di una raccomandata semplice, ma di una comunicazione ufficiale inviata da un giudice o da un avvocato.
Potrebbe essere, quindi, un atto di citazione, un decreto ingiuntivo, un ricorso, una sentenza, ecc. Perciò l’interessato deve ragionare in merito a chi potrebbe averlo coinvolti in qualche procedimento legale.
Può essere un atto inerente ad un processo civile ma anche penale, quindi, un’informazione di garanzia, un avviso di conclusione delle indagini, ecc
Va però precisato che in alcuni casi può trattarsi anche di documenti diversi, come ad esempio:
La cosa certa è che si tratta di qualcosa di serio che non deve essere sottovalutato, quindi la cosa migliore da fare è procedere al ritiro il prima possibile, per evitare di fare congetture, e di perdere tempo se è necessario adottare una strategia difensiva.
Per concludere è utile ricordare che un atto giudiziario 787 si considera a tutti gli effetti notificato, quindi ricevuto dal destinatario, dopo 10 giorni, anche se quest’ultimo non ha ancora ritirato il plico presso l’ufficio competente.
La legge, infatti, per evitare che le comunicazioni importanti siano inefficaci, prevede che entro un preciso termine temporali vengano considerato come ricevute a tutti gli effetti. Tale situazione di definisce come compiuta giacenza.
Ogni persona deve obbligatoriamente fornire un indirizzo di residenza e domicilio, nel quale potere essere rintracciata, Se ciò non avviene la responsabilità è del destinatario e non del mittente.
Si tratta quindi di una “finzione di conoscenza” dato che le conseguenze sono le stesse previste in caso di ricezione del plico.
L’art. 1335 del codice civile afferma infatti che:
La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia
Chi riceve un atto giudiziario, qualunque cosa contenga e quindi anche quello che riporta il codice 787, bisogna fare attenzione affinchè sia stato consegnato in modo corretto. Il rischio è che la notifica, e di conseguenza la consegna, sia considerata nulla. Ecco alcuni esempi che possono invalidare una notifica:
Sarà quindi compito del destinatario procedere legalmente, ed in tempi brevi, per far sì che l'atto venga dichiarato nullo.
Possibile è recuperare l'atto tramite il codice, anche se non facilmente.
Un esempio solito a questa procedura capita se è l’Agenzia delle Entrate a inviarlo: si può procedere con una richiesta di accesso agli atti amministrativi, in questa casistica è indispensabile per capire se è stato notificato un accertamento fiscale o un atto con una richiesta di chiarimenti.
Ad ogni modo questo è il caso il cui la Pubblica Amministrazione è obbligata a rispondere al cittadino che ne fa richiesta.
Se parliamo invece di privati, non esiste alcun obbligo da parte loro, tanto meno di avvisare il destinatario o di effettuare un nuovo invio.
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