La registrazione degli atti giudiziari è necessaria per potere utilizzare i documenti prodotti in un determinato processo. Viene effettuato presso l’Agenzia delle Entrate attraverso il pagamento di una tassa, detta “imposta di registro”. L’importo viene calcolato in base al valore della causa.
Quando si affronta una causa in tribunale, le spese sono sempre molto elevate, tra le quali spiccano anche quelle relative alla registrazione degli atti giudiziari. In particolare l’imposta di registro è una tassa indiretta che grava sul trasferimento di ricchezza, che avviene in un processo sia civile che penale.
La tassazione viene calcolata in base al valore dell’atto giudiziario che deve essere registrato. Senza una corretta registrazione i documenti ufficiali di un processo non possono essere utilizzati e posti alla base di successivi provvedimenti.
Solitamente è un avvocato a occuparsi di controllare nel sito dell’Agenzia delle Entrate se l’atto trasmesso dalla Cancelleria del Tribunale prevede il pagamento di un’imposta o meno, ma anche il privato cittadino può verificare le informazioni nell’apposita sezione nel sito web dell’Ente.
La registrazione ha esito positivo nel momento in cui viene effettuato il pagamento, attraverso il modello F24, che ha recentemente sostituito il modello F23, nell’ottica di semplificare il pagamento di diversi tipi di imposte.
I documenti emessi da un giudice devono essere registrati per essere validi e per potere essere utilizzati
Quindi, dopo essere stati depositati presso la Cancelleria del Tribunale, i documenti vengono trasferiti all’Agenzia delle Entrate, e quest’ultima provvederà a tassare gli atti e inviare una specifica comunicazione in merito alle parti in causa.
Possiamo dire perciò che la registrazione degli atti giudiziari corrisponde alla loro tassazione, cioè al pagamento della relativa imposta di registro al Fisco.
L’imposta di registrazione è una tassa indiretta, nel senso che viene applicata sulla ricchezza, cioè sul valore di una determinata causa. In altre parole non colpisce il documento in quanto tale, ma i suoi effetti giuridici.
Lo scopo è quello di creare un’entrata fiscale a favore dello Stato, per il servizio che ha dato al privato cittadino, cioè l’annotazione degli atti per dare loro una valenza giuridica.
La registrazione di un atto giudiziario, infatti, ha una funzione probatoria, cioè ne attesta l’esistenza nei confronti di soggetti terzi.
E’ obbligatoria la registrazione degli atti giudiziari seguenti:
Il soggetto che ha il compito di trasferire l'atto giudiziario all’Agenzia delle Entrate territorialmente competente è il cancelliere o il segretario.
L’Ente, poi, provvede ad annotare gli estremi del documento in un apposito registro, applicando ad esso la tassazione prevista, e richiedendo il pagamento alle parti del processo entro 60 giorni.
Esistono, tuttavia, delle esenzioni fiscali per alcuni provvedimenti, ad esempio per:
Nella maggior parte dei casi l’avvocato controlla se un determinato atto richiede il pagamento di una tassa e fornisce tutti i dettagli al proprio cliente.
Il pagamento dell’imposta di registro grava su entrambe le parti in causa, che sono obbligate in solido ad assolvere a tale adempimento fiscale. L’ente incaricato alla riscossione non fa differenza tra i soggetti, ma si preoccupa solamente di verificare che la cifra venga saldata.
Analizzando invece i rapporti interni, chi perde la causa deve farsi carico di tutte le spese giudiziarie, quindi dovrà rimborsare la quota eventualmente anticipata dalla parte vincitrice.
Succede spesso che il soggetto che vince la causa, anticipi l’imposta di registro per velocizzare i tempi, e fare decorrere al più presto il termine utile per impugnare la sentenza emessa dal giudice di primo grado.
Per rendere la procedura di registrazione degli atti giudiziari più snella e veloce, l’avvocato può consultare il sito web dell’Agenzia delle Entrate per verificare l’importo da saldare, prima che il fisco invii la relativa comunicazione.
L’adempimento fiscale spontaneo, può essere fatto anche dal privato cittadino, inserendo i dati identificativi della sentenza, e verificando l’esatta cifra da saldare.
I passaggi da seguire sono i seguenti:
Il pagamento per rendere effettiva la registrazione di un atto giudiziario, fino a dicembre 2018 poteva essere fatto attraverso il modello F23, successivamente è stato sostituto dal modello F24 per rendere il sistema più snello.
Tale cambiamento è stato introdotto con l’obiettivo di rendere la gestione degli adempimenti fiscali più semplice e meno dispersiva agli occhi del contribuente, utilizzando un unico modulo per versare diverse tipologie di tasse al fisco.
Il versamento può essere effettuato direttamente online, compilando il modello F24, oppure presso intermediari della riscossione.
Il codice tributo è “AAGG”, definito come “Registrazione atti giudiziari - somme liquidate”.
Nei paragrafi precedenti abbiamo visto come può essere fatta la registrazione di un atto giudiziario e il relativo adempimento fiscale.
Ora, cerchiamo di capire cosa accade se tutto ciò non viene effettuato.
Un documento che non viene registrato:
Tali divieti, però non possono essere attuati se gli atti:
Secondo quanto stabilito dal Testo unico dell'imposta di registro (D.P.R. 131/86), i soggetti obbligati ad effettuare la richiesta di registrazione degli atti prima individuati (sentenze e documenti relativi a controversie civili, decreti ingiuntivi, provvedimenti esecutivi di lodi arbitrali) sono i cancellieri e i segretari degli organi giurisdizionali.
Per questi atti, la richiesta deve pervenire all'ufficio finanziario trascorsi 10 giorni ed entro 30 giorni da quando il provvedimento è stato emanato o pubblicato.
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