La denuncia per minacce quando si può fare? E’ necessario avere delle prove in merito per procedere? In quali casi secondo la legge si verifica un reato di minaccia? Proviamo a scoprirlo insieme.
Nella vita di tutti i giorni può succedere che un soggetto sia vittima di frasi offensive e minacciose. Ma in quali casi la situazione è considerata grave, e consente all’interessato di procedere per fare valere i propri diritti?
Possiamo subito dire che c’è una grossa differenza tra insulti semplici ed espressioni minacciose. Nel primo caso, infatti, viene leso l’onore di una persona, nel secondo invece c’è il rischio che la vittima si senta in una situazione di imminente pericolo.
Le due ipotesi vengono trattate in modo molto diverso dalla giurisprudenza. L’ingiuria è stata depenalizzata da poco, quindi rappresenta un illecito civile per la quale un soggetto può agire per ottenere il risarcimento dei danni, se riesce a dimostrare la situazione.
Le minacce sono un vero e proprio reato, quindi è possibile denunciare i fatti alle forze dell’ordine.
Non tutti sono a conoscenza che minacciare qualcuno è un reato, secondo la legge del nostro Paese.
L’art. 612 del codice penale, infatti, afferma che:
Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.
Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno.
Si procede d’ufficio se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339
Da quanto possiamo leggere, il reato può avvenire in due modi diversi:
Non è importante valutare se la persona è più o meno suggestionabile rispetto ad altri, in quanto non è concessa nessuna forma di limitazione della libertà e tranquillità altrui.
Un frase minaccioso può fare sentire in pericolo un individuo, indipendente dalla reale volontà del responsabile di compiere i gesti indicati.
La preoccupazione e l’ansia trasmessi a un soggetto possono essere tali da impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane. Per questo motivo lo Stato non tollera che un cittadino debba vivere nella paura e con la sensazione di potere subire un imminente danno ingiusto.
Anche, se concretamente non è presente alcun danno, la sola probabilità che possa accadere è più che sufficiente per provocare una notevole preoccupazione nella vittima.
Possiamo dire quindi, che la legge ha l’intenzione di punire l’azione che ha determinato una lesione della libertà personale di una persona.
Un atteggiamento di questo tipo può verificarsi in modi diversi e con qualsiasi mezzo, in modo diretto o indiretto. Per la legge ciò che conta è il fatto di intimorire qualcuno.
Come abbiamo sottolineato non è necessario che venga minacciata l’integrità fisica di una persona, ma qualsiasi interesse giuridicamente rilevante.
Ovviamente la frase minacciosa si deve riferire a un comportamento contrario alla legge, ciò significa che dire ad esempio “Se non mi paghi, ti faccio causa”, non rientra nella fattispecie di reato.
In tal caso, infatti, ci sarebbe comunque un tribunale a giudicare e non ci sarebbe alcun pericolo effettivo per la vittima. In altre parole quest’ultima non è in balia del potere della controparte.
Ad ogni modo la vittima può sempre effettuare una denuncia per minacce, se pensa di avere subito tale reato.
Il codice penale considera più grave una minaccia se:
Nelle situazioni sopra citate le pene possono aumentare da un terzo fino alla metà se commessa da chi è sottoposto ad un provvedimento definitivo ad una misura di prevenzione personale.
Ovviamente ciò avviene perchè in tali contesti il pericolo è avvertito in modo più forte, e la persona offesa fa più fatica a continuare a vivere normalmente portando avanti le attività quotidiane di sempre.
Dopo avere visto in quali casi si può parlare di reato, vediamo ora come è possibile effettuare una denuncia per minacce.
A volte un individuo non si rivolge alle forze dell’ordine, in quanto pensa di non avere prove sufficienti per dimostrare quanto è successo. In modo particolare, non sempre è possibile fare affidamento su testimoni, dato che quasi sempre le frasi minacciose vengono comunicate quando i due soggetti coinvolti sono soli.
E’ importante sapere che, la denuncia per minacce è valida anche se non ci sono elementi oggettivi a supporto. Le indagini, infatti, proseguiranno ugualmente, visto che sono sufficienti le sole dichiarazioni della parte offesa per procedere, se non vengono contraddette da altri fattori esterni.
Inoltre, per effettuare una denuncia per minacce non è necessario avere paura, o meglio se la vittima si dimostra coraggiosa affermando “non mi fai paura”, non si preclude la possibilità di procedere. Tali affermazioni sono state pubblicate in una sentenza della Cassazione del 2018.
Ciò che viene valutato, invece, è l’ambiente circostante, ovvero viene analizzato se si tratta di un contesto conflittuale per natura, come ad esempio uno stadio.
Non tutti sanno che denuncia e querela non sono sinonimi, anche se erroneamente vengono utilizzati come tali molto spesso.
Si parla di querela quando i reati possono essere perseguiti soltanto se la vittima decide di farlo, infatti vengono detti appunto a querela di parte. Ciò significa che se il diretto interessato non manifesta la volontà di agire, non è possibile iniziare le indagini.
La denuncia, invece, può essere fatta da chiunque è a conoscenza dei fatti, anche dalle autorità, a prescindere dalla volontà della vittima.
Per quanto riguarda le minacce, si tratta di un reato perseguibile solo su querela di parte, perciò non sarebbe corretto parlare di denuncia per minacce, sebbene sia un’espressione utilizzata comunemente.
Per concludere ci teniamo a dire che, non si devono sottovalutare situazioni di questo tipo. A parte il fatto che, non è possibile avere la certezza che ciò che è stato “promesso” da un soggetto non si possa effettivamente realizzare, ma vivere in uno stato d’ansia e pericolo persistente può causare diversi danni.
Senza la tranquillità e la libertà che sono tutelati dalla nostra legge, sarebbe impossibile potere svolgere normalmente le attività quotidiane, senza contare che ci potrebbero essere ripercussioni anche nella vita privata e nei rapporti interpersonali, dato che viene a mancare progressivamente la fiducia nel prossimo.
La Cassazione, in tema di minacce e minacce aggravate, si è così recentemente pronunciata: la
Corte appello Taranto, nella sentenza numero 60 del 22/01/2020, si è espressa in merito alla valutazione della gravità della minaccia. A detta della sentenza, ciò che è rilevante è "l'entità del turbamento psichico all'atto intimidatorio sulla vittima" che andrebbe accertata, tenendo in considerazione non solo il tenore delle espressioni verbali dette, ma anche del contesto circostante in cui l'episodio di minaccia è accaduto. Altro aspetto evidenziato dalla sentenza, è di tenere conto della personalità del soggetto agente e passivo del reato: la minaccia avrà, a seconda del soggetto, un peso in termini di turbamento psichico differente.
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