Cos'è l'atto di notorietà, a cosa serve e quali forme bisogna rispettare? Vediamolo in questa breve guida
Per poter provare fatti e circostanze, eventi e altro, l'ordinamento del nostro Paese ci mette a disposizione alcuni strumenti che vengono normalmente ritenuti molto affidabili. L'esempio più classico che si può fare in questi casi è quello degli atti pubblici ovvero quegli atti che vengono redatti da pubblici ufficiali quali, ad esempio, cancellieri, notai, eccetera. Proprio l'essere redatti da pubblici ufficiali rende questi documenti veritieri in quanto sono proprio gli ufficiali che redigono i documenti a far fede fino a querela di falso.
In questo elenco di documenti si posiziona anche l'atto di notorietà (Art. 21 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445) che non è semplicemente una dichiarazione, ma è una dichiarazione che ha una credibilità molto più alta perché è rafforzata dal ricorrere di alcuni elementi: elementi determinati. Ma, dunque, che cos'è l'atto di notorietà?
L'atto notorio o anche detto di notorietà, è uno strumento che ci viene fornito dal nostro ordinamento e con il quale la legge ci permette di attestare in modo valido determinati eventi, fatti, accadimenti, stati o qualità personali e serve quindi a conferire prova legale ai fatti giuridici dichiarati. Per fare un esempio, l'atto di notorietà è utilizzato per certificare la morte o la nascita di una persona, oppure l'atto notorio comune, che viene redatto per attestare la veridicità della residenza di una persona presso un determinato comune.
In sostanza, dunque, l'atto di notorietà non è altro che un documento o meglio una dichiarazione che viene resa rispettando determinate formalità. Scendendo nel dettaglio, l'atto di notorietà è - appunto - una dichiarazione che viene fornita in presenza di due testimoni che devono essere maggiorenni e con un documento di riconoscimento valido, senza la necessità di recarsi presso la pubblica amministrazione. Come detto prima, la dichiarazione deve avere per oggetto degli stati, delle qualità personali o dei fatti dei quali il dichiarante è a conoscenza e che sono noti pubblicamente. Questo tipo di dichiarazione viene rilasciata sotto giuramento e deve essere resa, oltre che alla presenza dei due testimoni menzionati prima, anche e per forza davanti ad un pubblico ufficiale.
Come abbiamo detto prima, la formalizzazione della dichiarazione dell'atto di notorietà deve essere rilasciata in presenza di due testimoni che devono avere dei requisiti ben precisi. I testimoni sono detti anche attestanti poiché assistono alla dichiarazione resa da un'altra persona - cioè il dichiarante ovvero detto deponente. Vediamo, dunque, quali sono i requisiti che i testimoni devono avere per poter ritenere la dichiarazione formalmente valida:
Se questi requisiti vengono rispettati, allora la dichiarazione raccolta dal pubblico ufficiale è idonea per poter conferire un valore probatorio al fatto, all'atto, allo stato o qualità personale che è oggetto dello stesso atto di notorietà.
Affinché una dichiarazione sia considerata atto di notorietà, non solo deve essere resa alla presenza di due testimoni, ma deve essere rilasciata direttamente ad un pubblico ufficiale che sia abilitato per legge. L'atto di notorietà redatto da un pubblico ufficiale viene definito atto notorio vidimato. Ma quali sono, dunque, i pubblici ufficiali che per legge sono abilitati a raccogliere tali dichiarazioni per renderle atto di notorietà?
Da ciò che abbiamo visto fino ad ora, dunque, è chiaro che per un atto di notorietà non ci si può presentare da un notaio come e quando si vuole ma ci sono delle regole ben precise da rispettare: due testimoni con requisiti e pubblico ufficiale nello specifico.
Altra cosa da tener conto è sicuramente il costo di un atto di notorietà. Se non si vogliono sostenere i costi di un notaio, ad esempio, si può ricorrere ad un cancelliere del tribunale o direttamente al sindaco. In tutti e due questi casi, comunque, bisognerà fissare un appuntamento per tempo e ci si dovrà presentare con due testimoni che abbiano i requisiti di cui sopra e che abbiano con sé un documento di riconoscimento in corso di validità.
In questi due casi - ovvero tramite il sindaco o tramite un cancelliere - il costo sarà equivalente ad una marca da bollo da 16€ da apporre sull'originale della dichiarazione oltre che ai diritti di segreteria che eventualmente siano richiesti per lo svolgimento della pratica.
E' chiaro, dunque, che i costi di un atto reso davanti ad un cancelliere ha un costo che è molto più basso rispetto a quello reso davanti ad un notaio. Il costo, come visto, sarà solamente una marca da bollo. Nel caso in cui si chieda, invece, una pratica d'urgenza, sarà sì possibile ricevere l'atto il giorno stesso, ma verrà chiesto un costo ulteriore. Recandosi dal notaio, al contrario, sarà necessario pagare anche il costo del pubblico ufficiale che ha delle tabelle tariffarie ben precise e che cambiano da città a città o da regione a regione.
Ma, in definitiva, a che cosa serve l'atto di notorietà? Essendo un atto pubblico, ha un valore legale sulla provenienza dal dichiarante e su quanto fatto o dichiarato davanti ad un pubblico ufficiale. Non vale, invece, come prova legale circa i contenuti della dichiarazione: in pratica, dunque, non fa prova legale dell'esistenza dei fatti giuridici che contiene, ma solo della loro notorietà.
In parole semplici, dunque, l'atto notorio prova la veridicità dei fatti che si sono svolti davanti al pubblico ufficiale ed anche la provenienza del dichiarante e della dichiarazione. Il valore di prova legale dell'atto notorio, però, non riguarda il contenuto della dichiarazione che è stata resa davanti al pubblico ufficiale poiché questo funzionario non è tenuto ad eseguire accertamenti tali da verificare la veridicità dei fatti dichiarati da chi rilascia la dichiarazione.
Qual è la differenza fra la dichiarazione sostitutiva di atto notorio e la dichiarazione sostitutiva di certificazione detta anche autocertificazione? La risposta è molto più semplice di ciò che si possa credere: se l'autocertificazione, infatti, sostituisce informazioni che sono rinvenibili all'interno di registri pubblici - come ad esempio l'anagrafe civile per un certificato di residenza o uno stato di famiglia - la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, invece, prende il posto di quelle che sono le attestazioni che riguardano gli stati, i fatti e le qualità personali che riguardano terze persone di cui si abbia diretta conoscenza. Dunque, in parole semplici, le dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà vengono e devono essere utilizzate laddove non sia possibile una autocertificazione tenendo presente che, come detto, queste dichiarazioni sostitutive di atto notorio non possono essere utilizzate per attestare informazioni che non rientrano nella conoscenza di chi rende la dichiarazione o che riguardano manifestazioni di volontà.
Un esempio che rende bene l'idea è quello che spesso si vive quando in banca o in posta bisogna chiedere lo svincolo di somme di denaro che spettano agli eredi. Oppure, d esempio, se si vuole attribuire a una persona la qualifica di erede, si può redigere un atto notorio eredi che attesti la veridicità di tale qualifica. Se, infatti, gli importi sono di modesta entità, è possibile che l'istituto di credito o la posta si accontentino di una semplice dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà; diversamente sarà necessario seguire la procedura descritta inizialmente e, dunque, recarsi con i testimoni presso un pubblico ufficiale per rendere la dichiarazione.
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