Attenuanti generiche: quali sono e quando concederle? Vediamolo insieme.
L'ordinamento italiano, nei procedimenti penali, permettere di applicare quelle che vengono definite attenuanti generiche. Le circostanze attenuanti generiche permettono di ottenere la riduzione di un terzo della pena prevista per il reato commesso.
Ciò significa, dunque, che se, ad esempio, all'imputato venisse comminata una pena di un anno di reclusione, questa pena verrà ridotta ad otto mesi ovvero 12 mesi meno un terzo che è il periodo che viene "tolto" grazie alle attenuanti generiche.
Il giudice, indipendentemente da quelle che sono le circostanze previste nell'articolo 62 del codice penale, può prendere in considerazione anche delle circostanze diverse se ritiene che queste siano tali da giustificare una diminuzione della pena da parte dell'imputato.
Articolo 62 bis. Attenuanti generiche. Il giudice, indipendentemente dalle circostanze prevedute nell'articolo 62, può prendere in considerazione altre considerazioni altre circostanze diverse, qualora le ritenga tali da giustificare una diminuzione della pena. Esse sono considerate in ogni caso, ai fini dell'applicazione di questo capo, come una sola circostanza, la quale può anche concorrere con una o più delle circostanze indicate nel predetto articolo 62.
Il nostro codice penale esclude in modo inequivocabile, che le attenuanti generiche vengano concesse all'imputato solamente per il fatto di essere incensurato. Ma quali sono, dunque, gli elementi che un giudice deve valutare per concedere o meno le attenuanti generiche ad un imputato?
Innanzitutto va specificato che gli elementi su cui si basa la valutazione per riconoscere se concedere le attenuanti generiche non sono le stesse che portano il giudice a valutare e concedere le attenuanti comuni. Il giudice, dunque, potrà concedere le attenuanti generiche in questi casi:
Al contrario, dunque, le attenuanti generiche non vengono concesse quando l'imputato mostra di portare avanti il suo piano criminoso, quando non mostra o non ha mostrato alcun tipo di pentimento e quando, anche dopo le dichiarazioni rese durante il procedimento, c'è ancora il fondato timore che il piano criminoso possa essere perpetuato e ripetuto.
L'articolo 132 del codice penale che prende in considerazione il potere del giudice nell'applicazione della pena - ovvero nei limiti che questo potere deve avere - stabilisce che
nei limiti fissati dalla legge, il giudice applica la pena a sua discrezione; esso deve indicare i motivi che giustificano l'uso di tale potere discrezionale.
Il potere discrezionale del giudice, dunque,è ampio, ma è sottoposto al controllo dell'obbligo della sua motivazione: il giudice, dunque, deve motivare le sue decisioni. Le decisioni, inoltre, non devono mai finire nel mero arbitrio ma, al contrario, il giudice stesso deve indicare in modo chiaro quelli che sono i parametri ed i criteri che sono stati utilizzati e deve enunciare, inoltre, le ragioni che ha posto come fondamento della concessione delle attenuanti generiche concesse all'imputato.
Deve, dunque, essere chiaro quello che è il ragionamento, il percorso logico che ha condotto al riconoscimento dell'articolo 62 bis del codice penale. Deve precisare, dunque, le ragioni che sono ritenute atte alla mitigazione di quello che è il trattamento a livello sanzionatorio. Questo passaggio è stato chiaramente stabilito della Corte di Cassazione, sezione IV, 25 giugno 2008, con la sentenza n. 31440 e dalla Corte di Cassazione, sezione 2, 11 ottobre 2004 con sentenza n. 2285, Corte di Cassazione sezione 1, 4 novembre 2004, sentenza n. 46954 e Corte di Cassazione sezione 1, 21 settembre 1999, sentenza n. 12496.
Le attenuanti generiche, dunque, sono concesse tutte le volte in cui il giudice decide di tener conto di alcune circostanze che giustificano una diminuzione della pena decisa durante il procedimento.
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, le attenuanti generiche sono state introdotte nel tempo per alleviare le sanzioni che, diversamente, risulterebbero troppo severe. In altre parole, dunque, le attenuanti generiche verrebbero concesse quando anche il minimo della pena prevista per legge risulterebbe, comunque, troppo severa per l'imputato.
Le attenuanti generiche, comunque, non vanno intese come discrezionale concessione da parte del giudice ma come un riconoscimento di alcune situazioni che meritano di essere prese in considerazione in modo incisivo. Nel momento in cui il giudice decide di concederle o di negarle, deve comunque sempre darne motivazione attraverso l'uso corretto del potere discrezionale. Le motivazioni devono sempre giustificare la riduzione di pena sulla base di indicazioni che non siano vaghe e generiche.
Il codice penale risulta essere molto chiaro: le attenuanti generiche vengono sempre considerate un'unica circostanza anche se dovessero ricorrere più condizioni che portino alla loro applicazione come, ad esempio, pentimento, buona condotta durante il procedimento, lievità di reato o reato poco grave.
Di conseguenza, quindi, lo sconto sarà sempre di un terzo. Va detto, comunque, che le attenuanti generiche possono essere concesse anche in presenza delle attenuanti comuni: in questo caso, dunque, l'imputato avrà diritto a due sconti di pena.
La domanda, infine, è se le attenuanti generiche si applicano a tutti i reati oppure no. Ebbe ne la risposta è no. Secondo quanto previsto dal codice penale, infatti, la valutazione della concessione di queste attenuanti in caso di reati particolarmente gravi (ad esempio l'associazione a delinquere di stampo mafioso) e con alcuni imputati recidivi reiterati, non si può solamente tener conto dell'intensità del dolo, della sua condotta in linea generale o della vita dell'autore del reato. In pratica, dunque, nel caso di delinquenti particolarmente recidivi, la legge cerca di limitare la concessione delle attenuanti generiche.
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