La Carta Blu UE costituisce una possibilità importante tanto per professionisti stranieri interessati a portare la loro professionalità in Europa, quanto per realtà produttive che da quella professionalità possono trarre vantaggio.
Il tema dell’immigrazione, come sappiamo, è spesso al centro di dibattiti, in quanto chiama in causa situazioni e dinamiche estremamente complesse che richiedono interventi volti alla creazione ed al mantenimento di equilibri sociali, economici e politici.
Le politiche europee sull’immigrazione sono in continua evoluzione, proprio nel tentativo di trovare delle soluzioni che garantiscano il raggiungimento di suddetti equilibri. Da un lato attraverso tentativi di controllo ed arginamento di flussi migratori non legali, dall’altro però anche attraverso lo studio di soluzioni atte a consentire l’ingresso legale nei Paesi dell’Unione, fra cui naturalmente l’Italia.
A tal proposito, un aspetto di grande interesse per le realtà produttive del Paese concerne l’ingresso regolare di lavoratori altamente qualificati per il quale l’UE ha elaborato soluzioni specifiche. Vediamo quindi in dettaglio di cosa si tratta.
Si tratta di un particolare permesso di soggiorno, destinato ai cittadini extracomunitari con un profilo professionale qualificato, che consente loro di soggiornare legalmente e di lavorare in uno dei Paesi dell’Unione Europea.
La Carta Blu è stata introdotta dall’UE ed una delle ragioni alla base di tale istituzione è rappresentata dalla volontà di attrarre lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi terzi, al fine di soddisfare la domanda di manodopera specializzata in Europa.
Il documento viene rilasciato dai singoli Paesi membri dell’UE ed ha una validità limitata nel tempo, nonché vincolata alla sussistenza di un rapporto di lavoro fra lo straniero qualificato ed una realtà produttiva presente sul territorio di destinazione. La sua concessione dipende da diversi fattori, in primis la valutazione delle qualifiche del richiedente in relazione alle esigenze del mercato del lavoro nel Paese di destinazione.
In Italia, la legge prevede che i lavoratori altamente qualificati possano essere ammessi nel Paese per svolgere attività lavorative in possesso di specifici requisiti. Esiste una procedura dettagliata per ottenere la Blue Card che implica l'intervento del datore di lavoro. Vediamo insieme i principali passaggi da compiere ed i riferimenti normativi da tenere in considerazione.
Come membro UE, anche il nostro Paese ha adottato questa documentazione al fine di validare la presenza di professionisti altamente qualificati sul territorio nazionale, provenienti da Paesi esteri. Esaminiamo quali sono i meccanismi previsti in Italia per richiedere il permesso.
Anzitutto è bene specificare che il riferimento normativo principale è rappresentato dal D.Lgs 28 giugno 2012, n.108, di attuazione della Direttiva EU 2009/50/CE del Consiglio, del 25/05/2009, il quale appunto introduce la possibilità di richiedere un nulla osta ai fini dell'ottenimento del permesso di soggiorno per lavoro. Accanto a questo primo riferimento, va menzionato anche il cosiddetto Testo Unico sull’Immigrazione, in particolare all’art.27 quater, che si riferisce appunto alle circostanze dei lavoratori qualificati che intendono operare sul nostro territorio nazionale.
La richiesta viene effettuata dal datore di lavoro e presentata allo Sportello Unico per l’Immigrazione deputato al rilascio del nulla osta in presenza dei requisiti richiesti dalla legge. Tale nulla osta permetterà al lavoratore interessato di ottenere il visto per l’ingresso nel Paese.
Il permesso viene rilasciato dal Questore allo straniero che abbia ottenuto dallo Sportello il consenso all’ingresso nel Paese in seguito alla sottoscrizione di un contratto di soggiorno per lavoro.
Viene considerato come “altamente qualificato” lo straniero che abbia un titolo di studio superiore legalmente valido Paese dove è stato conseguito ed in grado di comprovare il completamento di un percorso di istruzione superiore post-secondaria di almeno tre anni con conseguimento di qualifica. Tale qualifica deve essere riconosciuta nel nostro Paese, mentre titoli ed altre documentazioni acquisite nel Paese di origine vanno presentati tradotti e legalizzati dalle rappresentanze diplomatiche italiane nel Paese di provenienza del lavoratore.
Nel nostro Paese la Carta Blu ha una durata di due anni con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre se il rapporto è a tempo determinato, la validità supera di tre mesi il termine del rapporto stesso.
Non è necessario formulare la richiesta di Blue Card se il lavoratore si trova già in Italia o sia già in possesso del documento rilasciato da un altro Paese dell’Unione Europea in cui la persona ha già soggiornato in modo legale da 18 mesi. In tale circostanza, entro un mese dall’assunzione del dipendente, il datore di lavoro deve presentare la domanda di nulla osta al lavoro.
Il possessore della Carta Blue può ottenere un permesso come soggiornante di lungo periodo se: 1. ha soggiornato in modo legale e continuativo in un Paese UE per cinque anni; 2. possiede in Italia un permesso di soggiorno elettronico attestante la dicitura "Blue Card".
Il permesso consente altresì l'ingresso ed il soggiorno nel Paese del nucleo familiare del lavoratore attraverso permesso biennale per motivi famigliari.
La Blue Card rappresenta un’opportunità per i cittadini extracomunitari altamente qualificati di lavorare e soggiornare legalmente in uno dei paesi dell'Unione Europea. Al contempo, questo documento permette alle realtà imprenditoriali di accedere a professionalità di alto livello per ricoprire mansioni specializzate all’interno dell’azienda.
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