La contestazione disciplinare è prevista per tutti i casi in cui un lavoratore viola le norme previste nel contratto di lavoro, e in generale non mantiene una buona condotta. Se il comportamento è considerato grave può causare anche un licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo.
Nel mondo del lavoro ci sono delle regole da rispettare. Si tratta di una affermazione che potrà sembrare banale, ma non tutti sono a conoscenza dei rischi che possono correre attraverso comportamenti al limite del consentito.
Nel Contratti Nazionali di riferimento è presente un elenco di norme in grado di regolare il rapporto tra dipendente e azienda, ma non sono indicati tutti gli scenari possibili. Ad esempio se un soggetto è sorpreso a rubare nella borsa di una collega, verrà punito anche se non espressamente scritto nel regolamento.
Le conseguenze variano in base alla gravità della faccenda, quindi ci può essere una semplice ammonizione, o nei casi più seri anche un licenziamento disciplinare.
Il datore di lavoro deve, in ogni caso, consegnare una lettera di contestazione disciplinare all’interessato, per dargli modo di potersi difendere. Dopo avere ascoltato le scuse del dipendente, l’azienda può adottare un provvedimento definitivo.
In seguito a tale decisione il lavoratore può impugnare il provvedimento, seguendo i termini stabiliti dalla legge.
Ma, per capire a fondo come funzionano le contestazioni disciplinari è utile analizzare in modo specifico i comportamenti che sono considerati gravi e dannosi in un ambiente lavorativo, per poi comprendere le varie fasi necessarie per arrivare a una sanzione definitiva.
Per evitare brutte sorprese ogni dipendente dovrebbe conoscere quali sono i doveri di un lavoratore, cioè le norme contenute nel contratto ma anche il Codice Disciplinare esposto in azienda. Bisogna, però, considerare che alcuni comportamenti non sono consentiti a prescindere da quanto scritto nero su bianco.
Il primo obbligo da rispettare è la subordinazione, cioè seguire le indicazioni e le direttive e non arrivare tardi al lavoro. Per capire quali sono le scuse valide che si possono presentare in caso di ritardo, consigliamo di leggere il seguente articolo: Scuse per ritardo al lavoro: cosa dice la legge?
Nel codice civile italiano, comunque, vengono indicate tre specifiche categorie per quanto riguarda i doveri dei dipendenti:
Se non vengono rispettati i suddetti doveri, l’azienda può effettuare una contestazione disciplinare, con conseguenze di gravità proporzionale alla vicenda.
Nel momento in cui un soggetto non rispetta le norme inserite nel Ccnl, nel Codice Disciplinare o semplicemente del vivere comune, effettua una violazione alle regole che può essere punita in svariati modi in base alla gravità del fatto commesso.
La prima conseguenza è la contestazione disciplinare, che può diventare un vero e proprio provvedimento se l’interessato non fornisce delle scuse valide. Cioè, in seguito al comportamento del lavoratore, l’azienda deve comunicare l’avvio della procedura tramite una raccomandata A/R o una lettera consegnata a mano al dipendente.
Vengono considerate:
I provvedimenti adottati, in ogni caso, sono direttamente proporzionali alla gravità del comportamento.
In seguito a un’azione più o meno grave commessa da un soggetto sul posto di lavoro, ci possono essere sanzioni disciplinari adeguate, ma prima di essere applicate, è necessario avviare un procedimento per accertare quanto successo.
Le sanzioni possono essere di vario tipo, in particolare:
L’interruzione del rapporto di lavoro è certamente la conseguenza più grave, impartita solo nei casi in cui il comportamento renda possibile la continuazione del contratto per mancanza di fiducia. Esistono però due diverse tipologie di licenziamento disciplinare:
Abbiamo visto quali sono i doveri di un lavoratore, e quali sono le conseguenze se non vengono rispettati. Il caso più grave è il licenziamento per giusta causa, cioè in tronco e senza un preavviso, oppure per giustificato motivo soggettivo, che prevede il preavviso o l’indennità sostitutiva.
Ma le decisioni non vengono prese in modo immediato, è necessario infatti rispettare l’iter previsto dalla legge per arrivare a prendere una decisione definitiva.
I vari step sono:
Abbiamo visto che la decisione definitiva viene adottata solo dopo avere letto la difesa scritta del lavoratore ed eventualmente dopo avere sostenuto anche un colloquio orale.
In ogni caso, se il lavoratore non ritiene giusta la sanzione che gli è stata applicata, può contestare la decisione, rispettando i seguenti termini:
Bisogna considerare però che ci può essere comunque una sospensione cautelare, per tutta la durata della procedura. Non essendo un provvedimento di tipo disciplinare, però, non può essere interrotta la retribuzione.
A questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 50% ovvero 60€ + iva anziché 120€.
Scopri l'AcademyA questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 75% ovvero 90€ + iva anziché 360€.
Scopri il servizio Premium