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Il diritto sanitario di cosa si occupa?

Il diritto sanitario ha il compito di regolarizzare il diritto alla salute, cioè uno dei diritti fondamentali della persona, tutelato dalla Costituzione italiana. Le normative di riferimento hanno lo scopo di organizzare il Servizio sanitario nazionale definendo compiti e responsabilità.

In Italia la salute è considerata un diritto per tutti i cittadini, anche per gli stranieri residenti nel nostro Paese con regolare permesso di soggiorno. Tutti i soggetti che si trovano nel territorio italiano, quindi, possono essere curati negli ospedali pubblici. 

Se stare bene è un diritto della persona, la prevenzione e la cura delle malattie è un dovere dello Stato, che deve attuare politiche volte alla salvaguardia della salute della popolazione.

Il Servizio Sanitario Nazionale, SSN, è composto da diversi enti. L’organo centrale è il Ministero della Salute, esistono poi le Aziende Sanitarie Locali, ASL, e gli ospedali controllati dalle Regioni.

Uno dei problemi principali degli ultimi anni è il rapporto tra gli interessi connessi alla salute e quelli legati all’aspetto finanziario del sistema. In altre parole il diritto alla salute deve essere assicurato in maniera gratuita per tutti colori che ne hanno l’esigenza, ma è necessario anche fare quadrare i conti dello Stato, come vedremo a breve.

Cos'è il diritto sanitario?

Il diritto sanitario è un particolare ramo della giurisprudenza italiana che si occupa di tutelare e fare funzionare correttamente i seguenti due aspetti:

  • il diritto alla salute
  • il Servizio Sanitario Nazionale, cioè il servizio pubblico

I principi di base sono stabiliti nella Costituzione, che considera la salute come uno dei diritti fondamentali della persona, che lo Stato deve tutelare e assicurare.

Su tale affermazione si sviluppano tutte le normative legate alla sanità nel nostro Paese, con alcuni problemi legati soprattutto ai fondi economici disponibili per potere garantire ai più deboli di usufruire di cure gratuite.

Le normative di riferimento hanno anche il compito di stabilire gli aspetti organizzativi della sanità pubblica. Esistono infatti diversi Enti con lo scopo di gestire al meglio tutte le attività connesse alla salute dei cittadini. 

Il SSN è, infatti, composto da diverse Aziende Sanitarie Locali, ASL, che hanno il compito di gestire le situazioni nel loro territorio di competenza.

Vengono disciplinate anche le questioni relative ai rapporti di lavoro nel Servizio Sanitario Pubblico, per quanto riguarda la formazione e l’operato dei medici e altri lavoratori, e per regolamentare l’eterogeneità delle figure professionali coinvolte.

Il diritto alla salute

Nella Costituzione italiana è stato dichiarato chiaramente che il diritto alla salute rappresenta uno dei diritti fondamentali della persona, come possiamo leggere nell’art. 32:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.​Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Per salute, si intende, il benessere psico-fisico di un individuo, quindi non si tratta di tutelare solamente le malattie in senso stretto, ma il raggio di azione è più ampio. In particolare si fa riferimento al diritto a un ambiente salubre, ad avere prestazioni sanitarie, e alla libertà di cura, cioè la possibilità di decidere se essere curato o meno.

Inoltre, viene sottolineata la necessità di fornire assistenza gratuita agli indigenti, ovvero alle persone povere o con scarse possibilità economiche. Per tutti gli altri individui è prevista una compartecipazione alle spese sostenute dallo Stato, attraverso il pagamento del ticket.

Lo Stato italiano ha il compito di tutelare tutti i diritti fondamentali dell’uomo, quindi anche la salute, come sottolineato anche nell’art 2 della Costituzione:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

E’ importante sottolineare anche, che il diritto alla salute è garantito a tutti, anche ai soggetti stranieri che si trovano nel nostro Paese, come espressamente indicato dall’art 3 della Costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali

Risulta chiaro, quindi, che lo Stato deve realizzare tutte le condizioni necessarie per tutelare il diritto alla salute, attraverso il SSN e con norme in grado di stabilire di doveri dei soggetti coinvolti nel sistema sanitario.

Diritto sanitario e conti pubblici

Analizzando la questione da un punto di vista strettamente giuridico, mettere in pratica quanto afferma la Costituzione a volte non è così semplice.

L’assicurazione del diritto alla salute a tutti i cittadini a volte, infatti, entra in conflitto con la sostenibilità finanziaria del sistema stesso. 

L’art. 81 della Costituzione, si esprime in merito nel seguente modo:

Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.​Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

Ogni anno, quindi, vengono stanziati dei soldi a favore della sanità, attraverso l’approvazione della Legge di Bilancio, in grado di suddividere tutte le spese che deve sostenere lo Stato per garantire dei servizi ai propri cittadini.

Il Governo da una parte deve avere i conti in ordine, ma dall’altra deve anche garantire tutti i diritti dei cittadini costituzionalmente protetti. Si tratta di una questione molto complessa in quanto spesso vengono date delle priorità ad alcuni settori, a discapito di altri.

In ogni caso la Corte Costituzionale ha più volte affermato che la necessità di bilanciamento tra valori costituzionali non può andare a discapito del diritto alla salute. In altre parole non è possibile ledere i diritti fondamentali della persone per fare quadrare i conti. 

Ci sono alcuni aspetti che non possono essere toccati in alcun modo, soprattutto se legati al rispetto della dignità umana.

Diritto sanitario e Servizio Sanitario Nazionale

Attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato assicura l’attuazione del diritto alla salute, come stabilito dalla Costituzione.

Si tratta, quindi, di un sistema pubblico universalistico, in grado di garantire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, anche a quelli che non hanno molte possibilità economiche.

Secondo il principio di sussidiarietà il sistema sanitario è articolato in diversi livelli di responsabilità

Le Regioni, ad esempio, hanno delle competenze relative al loro territorio, per quanto riguarda l’organizzazione e il finanziamento delle ASL e delle aziende ospedaliere, rispettando ovviamente i principi fissati dalle leggi dello Stato.

Il diritto sanitario ha lo scopo di tutelare il diritto alla salute, cioè uno dei diritti fondamentali dell'uomo, riconosciuto dalla Costituzione italiana.

Responsabilità medica e malasanità

Quando si parla di diritto sanitario, si fa riferimento molto spesso a contenziosi che nascono tra pazienti che hanno subito dei danni psico-fisici (o dai loro parenti) e le strutture ospedalieri o singoli professionisti.

La cosiddetta responsabilità medica deriva dai danni causati a pazienti per omissioni od errori. Il riferimento normativo è la legge n. 24 del 2017, conosciuta come “Legge Gelli”. Il legislatore in tale occasione ha modificato quanto previsto in precedenza, escludendo la responsabilità penale dei medici per imperizia, se riescono a dimostrare di avere seguito le linee guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità. 

I danni infatti possono derivare da diversi comportamenti, ad esempio:

  • Errori diagnostici;
  • Errori terapeutici;
  • Omessa vigilanza;
  • Ecc.

Ad ogni modo deve essere dimostrato il rapporto di causa effetto tra la lesione alla salute e la colpa del singolo medico, la carenza strumentale della struttura ospedaliera o mancanza di un consenso informato valido.

Prima di procedere in giudizio, ad ogni modo è necessario:

  • Avere accertato in via preliminare la responsabilità, attraverso una consulenza tecnica preventiva, affidata a un C.T.U. dal tribunale. La perizia rappresenta un valido sostegno per riuscire a trovare un accordo con la controparte o per intraprendere un giudizio vero e proprio;
  • In alternativa si può attivare un procedimento di mediazione, con lo scopo di raggiungere un accordo per una definizione stragiudiziale della controversia.

Soltanto dopo avere intrapreso una delle procedure elencate sopra, è possibile richiedere il risarcimento del danno ad un giudice.

Il paziente può agire direttamente nei confronti dell’impresa di assicurazione del sanitario o della struttura sanitaria, nei limiti delle cifre presenti nel contratto sottoscritto da questi ultimi. Per questo motivo, la legge Grilli, ha imposto alle strutture sanitarie l’obbligo di pubblicare nel proprio sito web l’impresa assicurativa.

Fonti normative

  • Art 2 della Costituzione
  • Art 3 della Costituzione
  • Art. 81 della Costituzione​
  • Legge n. 24 del 2017 (Legge Gelli)

DIRITTO SANITARIO DIRITTO ALLA SALUTE SSN
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