L’illecito amministrativo è una violazione a una norma del sistema giuridico italiano, che prevede il pagamento di una sanzione pecuniaria. Rientra nel cosiddetto diritto punitivo, alla pari dei reati di tipo penale, ma viene regolato in maniera diversa.
Nel diritto italiano, un illecito può essere trattato e punito con modalità e finalità differenti a seconda del suo preciso ambito di competenza. Ma cosa significa in pratica?
Sebbene un fatto rientri nel cosiddetto diritto punitivo, le conseguenze sono diverse tra un illecito:
Affidarsi ad un avvocato esperto in Diritto Amministrativo è fondamentale, se non necessario: la sua competenza in questa specifica materia può avere un pesante effetto nei risvolti di una causa di tipo amministrativo. Noi di avvocato360 ci occupiamo di questo, fornendo un elenco completo di avvocati esperti in Diritto Amministrativo presenti sul nostro portale.
L'avvocato amministrativista è infatti la figura professionale in grado di trattare nel modo corretto con autorità indipendenti, dotate di ampio potere di controllo è strategico avvalersi della consulenza di una figura competente con esperienza nel settore.
Vediamo quindi, si seguito di capire cosa si intende per illecito amministrativo, quali sono i principi su cui si base e quali sono le fasi del procedimento amministrativo.
Il diritto amministrativo è un ambito particolare del diritto pubblico, che ha lo scopo di disciplinare i rapporti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione (PA).
La PA è composta da svariati organi e uffici che operano ed agiscono per conto dello Stato. In altre parole possiamo dire che si tratta di un sistema burocratico complesso, che deve curare la “cosa pubblica” garantendo il rispetto delle norme giuridiche.
Esso è regolato da alcuni principi di base, che derivano innanzitutto dalla Costituzione, ma anche da varie leggi nazionali e comunitarie, e sono i seguenti:
Dopo avere descritto il quadro di riferimento entro il quale può essere inserito un illecito amministrativo, cerchiamo ora di analizzare le sue caratteristiche.
Innanzitutto bisogna sottolineare che il diritto punitivo è composto da buona parte dai reati penali, ma non riguarda esclusivamente fatti criminali in senso stretto. In tale categoria, infatti, rientra anche il cosiddetto diritto punitivo amministrativo che prevede punizioni diverse, come ad esempio pene pecuniarie, o il ritiro della patente.
Quando si parla di illeciti amministrativi, però, è necessario suddividere due particolari situazioni:
Nella giurisprudenza alcuni ritengono che non esiste una reale differenza tra illecito amministrativo e penale, in quanto in entrambi i casi si parla di un reato, punibile secondo la legge. Solo le sanzioni sono di natura diversa.
Il riferimento normativo in materia è la legge n. 689 del 1981 che ha ampliato notevolmente il numero degli illeciti amministrativi in seguito alla depenalizzazione di molti reati di minima entità.
Si potrebbe dire che, per i fatti più gravi si configura un reato di tipo penale, mentre per situazioni in cui vengono violati interessi non specificamente tutelati dalla Costituzione, si tratta di illeciti amministrativi.
Come si avvia in Italia un procedimento di tipo amministrativo, quali sono le diversi fasi da completare per arrivare a una decisione finale? Vediamo di scoprire assieme cosa prevede la Giustizia italiana in presenza di un illecito amministrativo.
Innanzitutto va chiarito che con il termine procedimento non si fa riferimento al processo, ma ad una pluralità di atti da dovere presentare e notificare con precise scadenze con lo scopo di giungere a una decisione finale.
Nel diritto amministrativo si possono elencare le seguenti fasi:
Per rendere tutte le fasi che abbiamo elencato più snelle e veloci, nel nostro Paese è stata avviata una progressiva digitalizzazione a partire dal 1999, anno in cui è stato messo online il sito web della Giustizia Amministrativa. Da allora è cresciuta sempre di più la consapevolezza di dovere passare gradualmente alle procedure telematiche.
Per gestire le questioni inerenti ad illeciti amministrativi, dal 1 gennaio 2017 è possibile ricorrere al cosiddetto PAT, il Procedimento Amministrativo Telematico, per gestire al meglio e in tempi molto più rapidi le varie procedure. Dal 1 gennaio 2018 tale sistema è diventato obbligatorio per gestire tutti i processi e i ricorsi.
Si tratta di un passaggio significativo, volto a diminuire operazioni burocratiche spesso lente e macchinose, che da anni caratterizzavano in modo negativo il nostro Paese. Inoltre, con la progressiva scomparsa degli archivi cartacei, a favore della digitalizzazione è possibile prevenire il problema della perdita o distruzione dei documenti.
Oggi, quindi, i legali devono utilizzare il cosiddetto “Portale dell’Avvocato” per potere digitalizzare gli atti inerenti a un illecito amministrativo, in particolare per:
In alcuni casi il cittadino ha la possibilità di agire da solo, senza la consulenza di un avvocato, grazie all’aiuto del MiniUrp, un ufficio presente in ogni Tribunale, nel quale potere ricevere una assistenza gratuita per depositare i documenti in modo telematico.
La sentenza emessa in fase di processo amministrativo in primo grado di fronte al Tar può sempre essere impugnata facendo appello al Consiglio di Stato.
Non tutti hanno le idee chiare in merito agli ambiti di competenza di un avvocato amministrativista, una figura professionale molto importante, sebbene meno conosciuta rispetto ad altre.Solitamente viene associato ai contenziosi di fronte al Tar o al Consiglio di Stato, ma non si tratta solo di questo.
Sempre più spesso un avvocato amministrativista viene consultato per cercare vie legali per risolvere nel minor tempo possibile alcune pratiche burocratiche. Egli, infatti, fornisce alle aziende o ai privati gli strumenti necessari per potere intervenire in modo preventivo ed evitare dei conflitti.
Tra le sue competenze è possibile elencare quindi:
FONTI NORMATIVE
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