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La proprietà intellettuale nel Metaverso: strumenti di tutela

Da ipotesi fantascientifica a realtà attuale: il Metaverso è un mondo virtuale accessibile, con dinamiche proprie che riprendono in parte quelle presenti nel mondo reale. Quali sono dunque le implicazioni per la tutela della proprietà intellettuale in questo nuovo mondo?

Cos'è il Metaverso

​Definizione di Metaverso

Il termine "Metaverso" trae la propria origine nella fantascienza, ma sta entrando progressivamente nel nostro vocabolario: sempre più spesso si parla di questa entità che per alcuni rappresenta un futuro sul quale investire, per altri un contesto foriero di insidie.

Nei fatti, il Metaverso è una realtà virtuale parallela all'interno della quale gli esseri umani possono entrare in contatto gli uni con gli altri, intrecciare rapporti, svolgere diverse tipologie di attività, costruire nuove reti sociali.

Come si entra nel Metaverso

Le modalità di accesso sono piuttosto semplici: 

  • ​anzitutto, occorre disporre di un computer o di uno smartphone;
  • una buona connessione ad internet;
  • possedere un account registrato all'interno di una delle piattaforme del Metaverso;
  • possedere un cryptowallet, ossia un portafoglio di criptovaluta, necessario alla finalizzazione di acquisti e transazioni all'interno di questa realtà;

Eventualmente - a seconda della piattaforma e delle preferenze dell'utente, avvalersi di un dispositivo di realtà aumentata (ad esempio un visore), per un'esperienza ancor più immersiva.

All'interno di questo spazio, gli utenti costruiscono letteralmente la propria immagine grazie ad un avatar che li rappresenta nell'interazione con gli altri soggetti presenti.

Per quanto concerne le piattaforme disponibili, sono numerose e diversificate per caratteristiche, possibilità offerte all'utenza, tipologia di criptovaluta utilizzata e molto altro. Occorre dunque informarsi su tali elementi, ma al momento fra le piattaforme più celebri troviamo Decentraland, The Sandbox, Zepeto, Meta, ma sono solo alcune delle opzioni disponibili. Se infatti, fino a pochi anni fa un simile scenario suonava come fantascientifico, ad oggi esiste in concreto, cresce e si perfeziona anche in virtù dell'interesse manifestato dai big tech e dalle multinazionali in genere, che vi leggono un vasto bacino di opportunità in termini di crescita economica, investimenti, accrescimento della propria fama e del proprio successo fra le nuove generazioni.

La legge nel Metaverso

Se nel mondo reale la nostra quotidianità è ormai necessariamente vincolata al rispetto di leggi e regolamenti strutturati per tutelare i soggetti - siano essi individui o aziende - cosa accade nel Metaverso?

​I problemi legali del mondo virtuale


Quando parliamo di una realtà parallela virtuale e delle norme che dovrebbero governare l'esistenza all'interno di tale realtà, un primo problema che immediatamente si riscontra è che abbiamo a che fare con un vero e proprio nuovo mondo, il quale deve ancora definirsi e definire la propria normativa. 

Dal punto di vista legale, abbiamo comunque a che fare con un insieme di soggetti giuridici (persone, enti, società), che in questo ambiente pongono in essere manifestazioni di volontà, comportamenti, azioni con degli scopi e delle conseguenze. Ne deriva la necessità di normare adeguatamente tale contesto, senza demonizzarne le potenzialità, ma rispondendo all'irrinunciabile esigenza di protezione degli attori che vi interagiscono, con particolare riguardo agli individui considerati più fragili, minori in primis.

Sono moltissime le questioni legali da affrontare in tal senso: esse coinvolgono vari aspetti del diritto, sia sul piano civile che su quello penale. Si pensi ad esempio a questioni inerenti la raccolta ed il trattamento dei dati personali, la normativa antiriciclaggio, la trasparenza dei contratti sottoscritti dagli utenti con i provider di servizi del Metaverso.

Ma anche situazioni di rilevanza penale, quali la pornografia online, la minaccia, la diffamazione, e molto altro.


Proprietà intellettuale nel Metaverso

Una tematica divenuta centrale negli ultimi tempi, anche a seguito della nascita di contenziosi che hanno visto coinvolti marchi famosi e nomi altisonanti, riguarda la tutela della proprietà intellettuale in questo nuovo mondo online.

Come già accennato, sono molte le aziende che hanno visto l'ingresso in questa realtà come un'interessante strada da percorrere. Non solo: il Metaverso offre ospitalità anche ad artisti, autori di opere digitali e, più in generale, professionisti creatori di opere di ingegno.

In tutti questi casi si tratta di soggetti che hanno la necessità di tutelare la paternità del proprio lavoro.



Per poter parlare di proprietà intellettuale in uno spazio virtuale, risulta in primo luogo necessario precisare il concetto di NFT, "non-fungible-token", letteralmente "gettone digitale non fungibile". Si tratta infatti di gettoni virtuali non riproducibili, in grado di identificare univocamente un prodotto digitale creato online. Possiamo considerarli veri e propri certificati di proprietà delle opere digitali, benché non vi sia ancora un valore legale riconosciuto ufficialmente per questa tipologia di certificazione. Qualsiasi oggetto può essere certificato in questo modo (un'immagine, un file audio, un articolo, un video, ecc...), è come se l'autore vi apponesse la propria firma autentica. Il funzionamento degli NFT è legato alla cosiddetta blockchain, un registro digitale condiviso ed immutabile all'interno del quale sono memorizzate le transazioni di dati che non possono essere alterati, manipolati o eliminati. Ciò serve a garantire la trasparenza, la tracciabilità e la verificabilità delle transazioni.

Rothschild vs Hermès: il caso delle MetaBirkins

L'utilizzo di NFT per attestare la proprietà intellettuale di un'opera è balzato all'onore delle cronache per via di controversie celebri, come la diatriba fra l'artista Mason Rothschild ed il marchio di moda Hermès.

L'artista ha infatti creato una serie digitale di borse ribattezzata MetaBirkins, borse il cui design risulta esplicitamente ispirato a quello che ha reso inconica in tutto il mondo la Birkin di Hermès. 

Rothschild ha provveduto a tutelare la paternità delle proprie opere attraverso gli NFT venduti dalla piattaforma OpenSea. In breve tempo le sue opere hanno acquisito visibilità e valore economico, ma non è stata riconosciuta alla casa di moda francese alcuna quota o percentuale, né del resto l'autore della serie ha preventivamente ottenuto autorizzazione dalla maison per creare, esporre e commercializzare la serie. A causa di ciò, Hermès ha avanzato le proprie rimostranze, accusando l'artista di aver indebitamente plagiato e sfruttato la loro creazione più famosa. Dinnanzi a tali accuse, OpenSea ha preventivamente eliminato dalla propria offerta gli NFT delle MetaBirkins.

Per nulla intimorito dalla reazione, Mason Rothschild ha trasferito la propria serie sulla piattaforma MetaBirkins Rarible Store, sostenendo di aver prodotto delle opere d'arte tutelate dal Primo Emendamento della Costituzione statunitense, che permette la riproduzione - nel titolo o nel contenuto - di marchi registrati di proprietà di terzi nell'ambito di forme d'arte espressive.

Nel mese di maggio del 2022 il giudice dell' U.S. District Court di New York, Jed Rakoff, ha riconosciuto il valore artistico delle opere di Mason Rothschild, ma parallelamente ha accolto le accuse mosse da Hermés relative al fatto di aver creato confusione nei consumatori, ponendo in essere azioni di ingannevolezza esplicita.

Tutelare la proprietà intellettuale nel Metaverso

Il caso menzionato non è l'unico che ha visto coinvolti grandi marchi sul tema della proprietà intellettuale nel Metaverso. Queste vicende hanno chiarito un punto importante: che si abbia o meno interesse per questo nuovo mondo virtuale, risulta comunque opportuno attivarsi per cercare di ampliare o modificare la sfera di tutela del proprio marchio. Quali possibilità, in concreto, si hanno a disposizione per estendere dunque questa tutela?

Come proteggere il proprio marchio e le proprie opere online

Una prima possibilità di tutela consiste certamente nel valutare nuove categorie di registrazione di marchi e/o brevetti. Ad esempio, in fase di registrazione di un brand, sarà opportuno aggiungere anche la registrazione della versione digitale del marchio e l'uso di oggetti rappresentati digitalmente.

Un'ulteriore azione da intraprendere consiste nel registrare nomi a dominio con estensioni connesse al Metaverso.

Molto importante è altresì il monitoraggio di ciò che accade sulle piattaforme, per scongiurare la presenza di prodotti o servizi registrati con marchi identici al proprio o talmente simili da poter generare confusione nei consumatori. Sarebbe però auspicabile una verifica approfondita dell'identità dei venditori da parte delle piattaforme specializzate nella vendita di NFT. 

Le fonti legislative

In generale, i mezzi di cui attualmente le aziende, i professionisti, gli artisti dispongono per far valere i propri diritti nel Metaverso, fanno riferimento alle fonti legislative vigenti anche nel mondo reale. In Italia il riferimento principale quando si discute di proprietà intellettuale, diritto d'autore, marchi e brevetti, è la legge Legge, 22/04/1941 n° 633, G.U. 16/07/1941 nota come Legge sul diritto d'autore. 

Certo è che le nuove frontiere del web e il Metaverso rappresentano una grande sfida per i futuri sviluppi della legge in questo ambito. In primo luogo per l'introduzione di nuovi concetti e strumenti di tutela online, quali gli NFT. In secondo luogo perché ci si muove in un'ottica sempre più globale, che trascende i confini del singolo Stato. 

Ci si interroga dunque sulla funzionalità delle attuali norme in vigore, se sia possibile farvi riferimento attualizzandole per estenderle al nuovo contesto virtuale, o se non risulti invece necessaria una normativa studiata ad hoc. 


Fonti legali:

Legge, 22/04/1941 n° 633, G.U. 16/07/1941

D.Lgs n. 30, del 10 febbraio 2005

METAVERSO PROPRIETÀ INTELLETTUALE REALTÀ VIRTUALE
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