La prescrizione dei reati è una causa estintiva decretata dal trascorrere del tempo, senza che venga emessa alcuna sentenza. Ma quando si verifica e come funziona tale strumento giuridico? Scopriamolo insieme
Nel diritto italiano il tema della prescrizione è particolarmente caldo. Se da un parte c’è l’esigenza di punire i colpevoli e quindi di fare giustizia, dall’altra un soggetto non può rimanere imputato a vita a causa dei tempi troppo lunghi dei processi
Il rischio, però, è quello di non riuscire ad emettere una sentenza in tempo, di fatto lasciando impuniti possibili colpevoli. Si tratta, ovviamente, di un argomento molto delicato, e di uno dei motivi per i quali i cittadini a volte non hanno fiducia nella giustizia italiana.
Una vittima, infatti, che a causa del trascorrere del tempo non riesce ad ottenere una valida punizione per il colpevole di determinati reati, non potrà avere una buona opinione del sistema giuridico del nostro Paese.
Va vediamo esattamente cosa succede, e dopo quanto tempo un reato può essere estinto, anche senza che il processo sia terminato.
La prescrizione dei reati è una causa di estinzione che avviene a causa del trascorrere del tempo. Si tratta di una possibilità prevista anche per gli illeciti civili, anche se le norme sono diverse.
Nel diritto civile un individuo non ha più la facoltà di vantare un diritto dopo un certo periodo, ad eccezione di quelli definiti “indisponibili”. Generalmente avviene dopo 10 anni da momento in cui il diritto può essere fatto valere.
Nel diritto penale, invece, bisogna considerare il massimo della pena prevista, precisando che, ad ogni modo delitti e contravvenzioni hanno dei limiti diversi, come vedremo.
Detto ciò dobbiamo precisare che, comunque, ci sono dei diritti che non possono essere prescritti, come la proprietà, anche se bisogna porre attenzione all’usucapione. Lo stesso discorso vale per alcuni reati particolarmente gravi, punibili con l’ergastolo.
In questo ultimo caso, infatti, lo Stato non perde mai l’interesse nel punire una persona particolarmente pericolosa per la collettività.
Ad ogni modo nei due diversi ambiti esistono regole diverse, infatti nel civile il tempo può azzerarsi semplicemente notificando un atto, mente nel penale, non è possibile “fermare il tempo” e spesso molti reati si prescrivono prima della conclusione del processo.
Capire come viene prescritto un illecito, un delitto o una contravvenzione è importante per sapere come agire, e non perdere tempo utile per avere giustizia.
La prescrizione dei reati, anche se spesso non viene compresa dai non addetti ai lavori, è un istituto che esiste da sempre, ed è molto utile per evitare che le cause si protraggono troppo a lungo senza di fatto fare giustizia.
Dopo un certo periodo di tempo, infatti, non ha più senso esercitare una funzione repressiva, dato che le esigenze di prevenzione e sicurezza delle collettività sono venute meno.
Non avrebbe senso punire un furto dopo tanti anni, dato che il presunto colpevole non deve più essere fermato per essere pericoloso, per qualcosa che ha commesso molto tempo prima.
Ad ogni modo negli anni la disciplina ha subito notevoli interventi correttivi, apportando alcune modifiche, confluite nella legge n. 251/2005 detta “ex Cirielli”.
La prescrizione dei reati avviene comunque considerando la durata della pena massima applicabile per un determinato evento, tenendo presente che il periodo non può mai essere inferiore a:
In seguito alle novità del 2005, inoltre, non vengono più tenute in considerazione le circostanze, se non nel caso di aggravanti autonome o ad effetto speciale, per le quali viene considerato l’aumento massimo di pena previsto.
Ci sono però delle eccezioni riguardanti la prescrizione di reati particolarmente gravi, ad esempio l’omicidio stradale o il sequestro di persona, che si prescrivono nel doppio del tempo rispetto ai criteri standard.
Va sottolineato, comunque, che l’imputato può anche decidere di rinunciare alla prescrizione per dimostrare di essere a tutti gli effetti innocenti, attraverso una sentenza.
L’art. 157 del codice penale, precisa infatti che:
La prescrizione è sempre espressamente rinunciabile dall'imputato
Dopo avere capito dopo quanto tempo si può prescrivere un delitto o una contravvenzione, vediamo ora di analizzare da quando inizia a decorrere effettivamente il tempo utile, e in quali casi può essere sospeso o interrotto.
A tal proposito è utile analizzare quanto indicato dall’art. 158 c.p:
Il termine della prescrizione decorre, per il reato consumato, dal giorno della consumazione; per il reato tentato, dal giorno in cui è cessata l'attività del colpevole; per il reato permanente, dal giorno in cui è cessata la permanenza
In pratica, viene fatta una distinzione tra:
In altri casi, invece, le norme prevedono che per iniziare a conteggiare il tempo utile sia necessario il verificarsi di una certa condizione.
Nel decorso del tempo, tuttavia ci possono essere delle sospensioni, dovute al verificarsi di specifici eventi. Ad esempio se:
Nei casi sopra citati, il tempo si ferma momentaneamente per riprendere in un secondo momento
L’interruzione, invece, può avvenire:
E’ importante analizzare anche chi può effettivamente chiedere la prescrizione di un reato.
Di fatto, se in ambito civile, tale diritto può essere esercitato dalla controparte, nel penale può essere anche rilevato da giudice stesso. In altre parole se quest’ultimo si accorge di tale aspetto può dichiarare l’estinzione del reato.
L’imputato, d’altro canto può anche decidere di rinunciare alla prescrizione, per uscire a testa alta dal procedimento, dimostrando a tutti la propria innocenza. In parte quindi, è il soggetto interessato a decidere se prescrivere o meno il reato.
Dopo avere visto nelle righe precedenti, quando è possibile prescrivere un delitto o una contravvenzione, e in base a quali tempistiche, vediamo ora invece di capire quando non si può applicare tale strumento giuridico.
Per alcuni reati, il passare del tempo non cambia la necessità di dovere punire qualcuno, nell’ottica di garantire una maggiore sicurezza ai cittadini.
E’ il caso di delitti gravi, punibili con l’ergastolo.
Lo Stato, infatti, ha sempre l’esigenza e l’interesse a intervenire per bloccare situazioni pericolose.
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