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Proprietà: significato, caratteristiche e limiti

La proprietà è un diritto tutelato dal codice civile, e prevede una serie di azioni che può svolgere il proprietario, ma anche determinati limiti. Vediamo quindi di analizzare cosa prevede la legge e quali sono le sanzioni per chi non rispetta le norme in questione.

Apparentemente il diritto di proprietà è uno dei più semplici da comprendere, ma in realtà nasconde delle insidie che non tutti conoscono. Accade spesso, infatti, che i proprietari agiscano senza tener conto di particolari limiti che restringono il loro potere di azione, andando in contro a sanzioni e problemi legali.

Semplificando possiamo dire che, un soggetto non può fare tutto ciò che vuole con i suoi beni, dato che deve rispettare anche i diritti di altri individui.
Ad esempio non è possibile circolare con l’auto in determinate zone, soprattutto se inquina più del dovuto, oppure modificarla senza rispettare le norme di riferimento.

Allo stesso modo un proprietario non può disfarsi di un bene, senza rispettare la legge, ad esempio quando si tratta di smaltire rifiuti inquinanti o pericolosi.

Le limitazioni imposte dal legislatore hanno l’obiettivo di tutelare gli interessi della società, evitando che i singoli possano agire in modo incontrollato mettendo in pericolo l’ordine pubblico.

Cos’è la proprietà?

Secondo il nostro ordinamento giuridico la proprietà è considerata un diritto reale, dal latino “res” che significa cosa, infatti si tratta del potere assoluto ed immediato che il titolare ha sulla “cosa” che gli appartiene.

I diritti reali, comunque sono anche di altro tipo e in genere si possono dividere in macro categorie:

  • assoluti: la proprietà
  • limitati: la superficie, l’enfiteusi, l’usufrutto, l’uso, l’abitazione e le servitù;
  • di garanzia: il pegno e l’ipoteca.

Proviamo a descriverne alcuni si seguito:

  • usufrutto: potere di usare un bene altrui e ricavarne dei benefici, ad esempio affittando un appartamento e guadagnando il canone. Al proprietario rimane comunque la cosiddetta nuda proprietà
  • servitù: viene posta una limitazione ad un fondo, servente, a favore di un altro, dominante, che appartiene ad un altro soggetto. Ci devono essere effettivamente dei vantaggi per il fondo dominante
  • superficie: possibilità di costruire un edificio sul suolo altrui, diventando titolari della costruzione e non del terreno
  • uso: servirsi di un immobile e goderne i frutti, per soddisfare i propri bisogni e quelli della famiglia.. Simile all’usufrutto, ma con contenuti più limitati
  • abitazione: abitare in casa altrui, per specifici bisogni propri o della famiglia. Ad esempio l’attribuzione della casa coniugale alla e moglie dopo il divorzio.
  • enfiteusi: godere di un fondo altrui, per migliorarlo, pagando un canone periodico

Come possiamo notare, quindi, solo con la proprietà un soggetto può disporre in modo assoluto di un bene, mentre negli altri casi ci sono dei vincoli precisi stabiliti dalla legge.
Come vedremo, a breve, comunque, è necessario sempre rispettare alcune norme di base, anche in presenza di un diritto assoluto. Ci sono, quindi, dei limiti anche in questo caso.

Le caratteristiche del diritto di proprietà

Prima di procedere ad analizzare i poteri e limiti di un proprietario, è utile elencare le caratteristiche principali dell’unico diritto reale assoluto. 

Innanzitutto può essere utile leggere quanto afferma l’art. 832 del codice civile:

Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico

In particolare il diritto di proprietà è:

  • assoluto: cioè deve essere rispettato da tutti gli individui, perciò il titolare può farsi valere su chiunque, a differenza di altri istituti giuridici applicabili solo nei confronti di determinate categorie di soggetti. Ad esempio chi vanta un credito può agire solo nei confronti del debitore
  • patrimoniale: l’oggetto è un bene con un determinato valore economico
  • immediato: il titolare può beneficiare del suo potere in modo diretto, quindi può trarne dei benefici senza l’intermediazione di terzi
  • imprescrittibile: non cade in prescrizione, ma bisogna fare attenzione all’usucapione, ovvero alla possibilità che altri diventino i titolari dopo alcuni anni, se il bene viene trascurato e abbandonato

I diritti del proprietario

Fino ad ora abbiamo descritto a grandi linee che il proprietario può godere dei suoi diritti, senza superare determinati limiti, così come impone la legge. Ma esattamente cosa può fare? Come può godere del suo bene?

Vediamo quindi di elencare i principali diritti che la proprietà conferisce al titolare di un bene:

  • godimento
  • disposizione
  • esclusione

Il potere di godimento

Il titolare di un bene, può decidere come utilizzare la cosa, liberamente. Chi possiede un televisore può usarlo come e quanto vuole, chi ha un’auto può usarla per recarsi dove desidera ecc. Ovviamente tutto ciò deve essere fatto nel rispetto delle altre persone. Perciò non si deve tenere il volume della Tv troppo alto la notte, e si devono rispettare le norme del Codice della Strada.

Il potere di disposizione

Oltre a trarre un diretto giovamento da un bene, è anche possibile disporne liberamente, ovvero decidere quali operazioni giuridiche compiere in merito. Ad esempio è possibile vendere il bene, concederlo in prestito, affittarlo, ecc. Tali azioni non sono concesse, invece, a chi ha un diritto reale limitato.

Il diritto di esclusione

Il titolare del diritto di proprietà può escludere tutti gli altri, nel senso che nessun membro della collettività può ostacolare il suo godimento, ovviamente se fatto nel rispetto delle leggi. Ad ogni modo in genere non ci possono essere invasioni da parte di terzi.

I limiti della proprietà

Nel paragrafo precedente abbiamo evidenziato i vari poteri che la legge conferisce ad un proprietario, ma non bisogna commettere l’errore di pensare che esso possa agire come vuole, in modo indisturbato.

Vivendo in una società civile, infatti, è necessario porre attenzione agli altri, o meglio stare attenti a non ledere diritti altrui.

Ad esempio il fatto di essere proprietari di una Tv, non consente ad un soggetto di vedere film con un audio elevato a tarda notte, disturbando la quiete dei vicini.

Possiamo dire quindi, che il titolare può godere e disporre delle cose in modo esclusivo, ma entro i limiti stabiliti dall’ordinamento giuridico, come espressamente indicato nell’art. 832 c.c, che abbiamo visto sopra.

In particolari ci sono limiti:

  • posti nell’interesse pubblico
  • posti nell’interesse privato
  • divieto di atti emulativi

Limiti posti nell’interesse pubblico

Si tratta di disposizioni che hanno l’obiettivo di far combaciare la tutela della collettività con le esigenze del privato. Ad esempio ci possono essere l’espropriazione per pubblica utilità, l’occupazione e la requisizione, attraverso le quali la Pubblica Amministrazione priva il soggetto della proprietà di un bene, per soddisfare un interesse collettivo. Ovviamente il proprietario riceve in cambio un indennizzo.

Limiti posti nell’interesse privato

In questo caso è necessario fare attenzione alle norme che regolano i rapporti con il vicinato. Bisogna, in altre parole, rispettare i diritti dei vicini di casa, o di chi è accanto in generale. 

Si tratta in sostanza di mettere in pratica ciò che dice il famoso detto “la libertà di ciascuno termina dove inizia quella degli altri”. A tal proposito ci sono norme da rispettare per la costruzione di edifici confinanti, tenendo una distanza di almeno 3 metri.

Il divieto di atti emulativi

Non sono consentiti comportamenti atti a nuocere o molestare altri, i cosiddetti atti emulativi, descritti nell’art. 833 c.c.:

 Il proprietario non può fare atti i quali non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri

Si tratta di comportamenti realizzati soltanto per infastidire o danneggiare altri, senza che il responsabile ne tragga alcun vantaggio.

PROPRIETÀ DIRITTO DI PROPRIETÀ DIRITTI REALI
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