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Riabilitazione penale automatica: quando avviene?

Riabilitazione penale automatica: si ottiene quando vengono cancellati gli effetti di una condanna, senza la necessità di un provvedimento di riabilitazione. La richiesta ha un valore immediato se il soggetto presenta determinati requisiti, tra i quali la buona condotta.

Lo scopo di punire una persona per un comportamento illecito, è soprattutto quello di effettuare una specie di recupero sociale, indirizzando il colpevole verso la strada di un vivere civile corretto e onesto. Ovviamente, se non si tratta di reati molto gravi.

Ecco perché se sono presenti alcune particolari caratteristiche, si può permettere a un condannato di rimettere in sesto la propria vita

Tale possibilità può venire revocata in qualsiasi momento se non vengono rispettati i patti siglati. Potremo considerarla un periodo di prova, durante la quale il soggetto deve dimostrare di meritare il ritorno in società.

Modalità di riabilitazione

Presentarsi di fronte alla società puliti e senza macchia è un desiderio frequente tra i condannati che hanno voglia di una riscossa sociale, sia per le relazioni sia per le opportunità professionali che desiderano coltivare.

Proprio per questo motivo il nostro ordinamento ha previsto la riabilitazione, che può avvenire attraverso tre strade diverse:

Per quanto riguarda le ultime due ipotesi avviene una riabilitazione penale automatica, mentre nella prima opzione è necessario seguire un iter preciso, e fare una specifica richiesta. 

Riabilitazione penale automatica: il patteggiamento

Secondo l’art. 445 del codice penale:

Il reato è estinto, ove sia stata irrogata una pena detentiva non superiore a due anni soli o congiunti a pena pecuniaria, se nel termine di cinque anni, quando la sentenza concerne un delitto, ovvero di due anni, quando la sentenza concerne una contravvenzione, l'imputato non commette un delitto ovvero una contravvenzione della stessa indole

Quindi in base alla normativa, la riabilitazione automatica è possibile in caso di pena non superiore ai due anni, ottenuta con un patteggiamento e se il condannato non compie altri reati della stessa indole:

  • nei 5 anni successivi in caso di delitto
  • nei 2 anni successivi in caso di contravvenzione

Cos’è un patteggiamento?

Il patteggiamento è un rito alternativo a quello ordinario nel quale avviene  una “applicazione della pena su richiesta della parti”. Ciò significa che l’imputato, tramite il suo difensore, e la pubblica accusa, cioè il pubblico ministero trovano un accordo in merito alla pena. 

Tale decisione deve passare successivamente al vaglio dal giudice, che ne valuterà la conformità di legge.

Quindi la sentenza di patteggiamento rappresenta il calcolo fatto da accusa e difesa sugli anni di carcere da assegnare al colpevole. 

Quali sono i vantaggi del patteggiamento?

Ovviamente ci sono degli indubbi vantaggi se si opta per un patteggiamento. Non affrontare completamente il processo potrebbe in realtà essere rischioso per il condannato, in quanto i fatti non vengono analizzati a fondo, ma d’altra parte potrebbe essere anche positivo se il suo reato prevede solitamente una pena più severa. Possiamo dire che si tratta , quindi, di una scelta precisa e molto spesso viene fatta quando non si vuole rischiare troppo con il processo classico.

In particolare i vantaggi sono:

  • l’imputato ottiene uno sconto di pena fino a un terzo 
  • l’imputato ha la certezza di quello che succede, cioè non avrà brutte sorprese davanti a un giudice in quanto tutto è già stato deciso dalle parti
  • trattandosi di un rito alternativo, evita un ulteriore appesantimento della macchina della giustizia, infatti con un’unica udienza davanti al giudice.
  • non vengono applicate le pene accessorie
  • estinzione automatica del reato se ci sono le condizioni previste (riabilitazione penale automatica)

Riabilitazione penale automatica in caso di decreto penale di condanna

Anche in questo caso la riabilitazione penale automatica avviene seguendo le direttive dell’art 445 del codice penale, e ha sempre come presupposto il fatto di non commettere altri reati dello stesso tipo

Cos’è un decreto penale di condanna?

Si tratta di un procedimento previsto dal nostro ordinamento per velocizzare i tempi della giustizia. In questo caso il giudice emette una sentenza, definita appunto decreto penale di condanna, in assenza delle parti e senza un processo.

Esso viene richiesto dal pubblico ministero, e poi emesso dal Gip, principalmente in questi casi:

  • per reati perseguibili d’ufficio
  • per reati perseguibili a querela
  • quando la pena è solamente pecuniaria
  • quando sussistono le prove della colpevolezza

In particolare viene emesso quando si tratta di reati di lievissima entità 

Quali sono i benefici del decreto penale di condanna?

In questo caso risulta vantaggioso non procedere con un processo, in quanto non si rallentano i tempi della giustizia, come nel caso del patteggiamento, ma ci sono anche altri lati positivi, ad esempio:

  • la pena può essere diminuita fino alla metà rispetto al minimo previsto dalla legge
  • l’imputato non deve pagare le spese del processo
  • consente all’imputato di cancellare il reato (riabilitazione penale automatica)

Riabilitazione penale automatica: come avviene?

L’estinzione cancella il reato in modo definitivo, ciò significa che non verrà preso in considerazione, in un eventuale altro procedimento, come elemento di recidiva.

La cancellazione avviene in modo automatico, appena sussistono i termini temporali previsti dalla legge, senza bisogno di un’istanza. 

La sentenza penale emessa con patteggiamento o decreto penale di condanna viene iscritta al Casellario Giudiziario e compare quindi nel certificato penale del condannato. Una volta decorsi i termini validi per l’estinzione, però, il reato non viene eliminato dal casellario automaticamente.

Quindi, potrebbe risultare visibile nei certificati richiesti dalle pubbliche amministrazioni, e quando vengono controllati per ragioni di sicurezza.

Per pulire la fedina nel Casellario, l’interessato deve fare ricorso al giudice, che ha la facoltà di decidere in maniera sia positiva che negativa. Se decide di accoglierlo, invia un foglio complementare al Casellario competente, per porre le annotazioni sulla scheda.

Anche se si parla di eliminazione del reato penale, le tracce in realtà non vengono cancellate definitivamente, e in fondo è giusto così. Il reato in ogni caso è stato commesso, anche se il soggetto è stato riabilitato.

Nella scheda del Casellario apparirà perciò la condanna, con una annotazione di reato estinto in calce, per semplificare possiamo dire che viene tracciata tutta la storia.

La riabilitazione non automatica

Come anticipato nei paragrafi precedenti, in caso di patteggiamento o decreto penale di condanna la procedura si attiva in modo automatico, negli altri casi, se rientranti tra le casistiche previste dalla legge, si deve seguire un iter preciso.

Il riferimento normativo è dato dall’art. 178 c.p., che afferma: 

La riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna, salvo che la legge disponga altrimenti

Si tratta di una procedura che riguarda i soggetti che sono stati condannati con una sentenza penale passata in giudicato, con l’obiettivo di ottenere l’estinzione del resto, ovvero la cancellazione dal casellario giudiziario.

Non è sempre possibile raggiungere tale obiettivo, dato che è necessario avere determinati requisiti, come previsto dall’art. 179 c.p., cioè:

  • Devono essere trascorsi almeno 3 anni dal giorno dell’esecuzione della pena, 8 se si tratta di recidiva, 10 in caso di delinquente abituale.
  • Buona condotta.
  • Avere effettuato un risarcimento danni alle parti lese, o dimostrare l’impossibilità dello stesso.
  • L’interessato non deve essere stato sottoposto a misure di sicurezza, oppure devono essere state revocate e le obbligazioni civili derivanti dal reato devono adempiute.

La domanda può essere presentata anche senza un difensore legale, anche se agire da soli potrebbe essere una cattiva idea. Per portare a termine la procedura con successo è necessario conoscere bene le norme ed effettuare la richiesta senza commettere errori.

Ad ogni modo sarà il Tribunale a decidere in merito, e durante il procedimento davanti alla magistratura di sorveglianza, nel caso in cui la domanda venga considerata infondata o inammissibile, è indispensabile la presenza di un avvocato difensore.

L’eventuale estinzione riguarda anche le pene accessorie, come ad esempio l’interdizione dai pubblici uffici.

Fonti normative

  • art. 445 c.p.
  • art. 178 c.p
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